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Club Brugge, la nuova speranza del calcio belga in Champions League

Calcio EsteroClub Brugge, la nuova speranza del calcio belga in Champions League

Con la vittoria in trasferta in Russia, il Club Brugge inizia alla grande la sua Champions League 2020 2021, confermando l’importante crescita di questi ultimi anni.

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Il risultato più sorprendente di questa prima giornata di Champions League 2020-21 ce lo ha regalato il Club Brugge, capace di vincere 2-1 in trasferta in casa dello Zenit di Lovren, Azmoun e Dzyuba, capolista del campionato russo. A dispetto della differenza tecnica tra le due squadre, il Brugge è riuscito a sfruttare bene le sue carte, confermando una crescita che nell’ultimo lustro lo ha visto lentamente farsi strada nel calcio europeo.

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I due goleador della partita danno bene l’idea del tipo di squadra che sono i belgi: il primo vantaggio lo ha firmato Emmanuel Dennis Bonaventure, 22enne punta nigeriana già protagonista di una doppietta l’anno scorso al Real Madrid, e il raddoppio è stato firmato dalla promessa Charles De Katelaere, trequartista di 19 anni che oggi è tra i migliori prospetti del calcio belga.

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La rinascita del Club Brugge

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Innanzitutto, un chiarimento sul nome: il Club Brugge e il Club Bruges sono la stessa squadra. La differenza si deve alla pronuncia fiamminga o francese della sua città d’origine: tradizionalmente la si conosce come Bruges, siccome la comunità francofona belga è sempre stata dominante a livello istituzionale, ma di recente si è iniziato a preferire Brugge, poiché la città è in realtà capoluogo delle Fiandre Occidentali ed è quindi linguisticamente fiamminga.

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Il Club Brugge fu molto forte nella seconda metà degli anni Settanta, quando raggiunse una finale di Coppa UEFA e una di Coppa dei Campioni, ma a partire dagli anni Duemila entrò progressivamente in crisi, risollevandosi solo nel 2015, con la vittoria della coppa nazionale e il raggiungimento dei quarti di Europa League. Negli anni precedenti era rimasta a secco di titoli, ma si era comunque fatta notare per aver lanciato alcuni talenti come Ivan Perisic e Carlos Bacca.

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Sotto la guida di Michel Preud’homme, i Blauw en Zwart (blue-neri) iniziarono a uscire dall’anonimato, affidandosi principalmente a una difesa solida, composta dal portiere australiano Mathew Ryan, dal veterano Timmy Simons, e da giovani interessanti come Oscar Duarte, Stefano Denswil e Thomas Meunier.

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L’anno successivo, Preud’homme riportò il Club Brugge a vincere il campionato dopo undici anni, e da lì si riprese il predominio del calcio belga, conquistando fino ai giorni nostri altri due titoli nazionali più due Supercoppe, e questa è la terza stagione consecutiva ai gironi di Champions.

La capacità di scoprire i talenti

Il Club Brugge ha costruito i suoi successi su un’attenta gestione del mercato, mescolando i prodotti del vivavio (comunque non all’altezza di quello dell’Anderlecht, che hai i migliori giovani del Belgio) all’acquisto di stranieri sconosciuti che poi vengono rivenduti a buon prezzo. Marvelous Nakamba e Wesley sono stati ceduti all’Aston Villa rispettivamente per 12 e 25 milioni, José Izquierdo al Brighton per 15, e Arnault Danjuma al Bournemouth per 18.

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Ma la società belga dedica particolare attenzione anche agli allenatori. Attualmente, in panchina siede il 46enne Philippe Clement, che ha fatto tutta la trafila nel club ma è poi esploso alla guida del Genk, portato fino ai sedicesimi di Europa League nel 2019, e dove ha cresciuto Colley e Malinovsky.

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Nonostante la giovane età, Clement è riuscito in breve a trasmettere una grande sicurezza e consapevolezza ai suoi giocatori: nel match di San Pietroburgo, il Club Brugge ha dovuto fare a meno di ben cinque giocatori, tra cui l’esperto portiere Simon Mignolet e il promettente centrale ivoriano Odilon Kossounou. Ma ha saputo far fronte alle assenze e ridisegnare la difesa, con il secondo portiere Ethan Horvath che si è reso protagonista d almeno due parate decisive.

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I gioielli del Club Brugge

Clement ha impostato il suo Club Brugge in maniera ordinata e coraggiosa, considerato il non altissimo livello tecnico della squadra, capace di coprirsi e colpire con rapide verticalizzazioni. Un anno fa, Bonaventure e Percy Tau fecero impazzire il Real Madrid bloccandolo sul 2-2 al Bernabeu; oggi Tau ha cambiato squadra, ma Bonaventure è sempre più uno degli attaccanti più interessanti in Europa, e riesce difficile immaginare possa restare in belgio ancora a lungo.

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Ma lo stesso si può dire dell’ala destra senegalese Krepin Diatta, 21enne scoperto tre anni fa in Norvegia, che si sta rivelando un attaccante alquanto prolifico: 5 gol in 8 partite di campionato finora, con il Club Brugge primo in classifica a pari merito con lo Charleroi. Altro diamante grezzo è il già citato De Katelaere, lunguagnone di 1,92 metri ma con piedi raffinati e gran senso negli inserimenti. Fisico e ruolo simili a quelli di Hans Vanaken, 28 anni e uno dei leader della squadra, capace di giocare praticamente ovunque.

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Se il Club Brugge brillava per la sua difesa, ai tempi di Preud’homme, quello odierno è una squadra che si segnala soprattutto per attaccanti e mezze punte. Ciò che accomuna i due cicli (inframezzati dal buon biennio di transizione di Ivan Leko), è la graduale crescita tecnica e di esperienza della squadra, che oggi può puntare a una nuova impresa: superare il girone di Champions per la prima volta.

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