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Inter-Milan, 5 derby nel Derby di Milano

Serie AInter-Milan, 5 derby nel Derby di Milano

Domani si terrà il Derby tra Inter e Milan, una partita sempre molto sentita all’interno della quale troviamo altri cinque confronti molto significativi per le due squadre.

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Il Derby di Milano è alle porte: è da anni che la stracittadina lombarda non rappresenta più uno scontro d’alta classifica, ma ora pare che le cose stiano finalmente cambiando. L’Inter è reduce dal secondo posto in campionato ed è oggi accreditata come principale rivale della Juventus per lo scudetto, mentre il Milan sta lentamente uscendo dalla sua crisi e riaffermandosi come una squadra competitiva in Italia e in Europa. Ecco a voi cinque derby nel Derby che potrebbero influenzare il risultato nella partita di domani.

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Il Derby Pioli-Conte

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Due panchine che sarebbero potute essere molto diverse. Pioli viene da una lunga gavetta nelle squadre minori della Serie A, e proprio all’Inter, nel 2016, sembrava aver finalmente trovato l’occasione della vita, arrivando a sostituire De Boer. Il suo inizio non fu male, poi la squadra di smarrì. Il suo arrivo al Milan, un anno fa, fu accolto con non poco scetticismo, e ancora oggi, nonostante i buoni risultati, la sua panchina è una preda ambita circondata da squali.

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Conte è quasi l’opposto: la sua carriera da allenatore ha vissuto una rapida affermazione grazie alla Juventus, ma già in Serie B si era fatto conoscere come un tecnico brillante e dalle idee ben definite. Prima di arrivare all’Inter, nel 2017 era stato dato per prossimo sulla panchina dei rossoneri, ma le cose sono andate diversamente. Anche il suo posto, di recente, è stato in bilico, ma per malumori suoi e non della società. La sfida tra questi due allenatori è quella tra un predestinato, sempre in controllo del gioco (comunicativo), e un altro che ogni giorno sembra doversi riguadagnare la fiducia di media e tifosi.

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Il Derby Donnarumma-Handanovic

La dialettica predestinato-lavoratore qui si inverte: Samir Handanovic è arrivato a Udine a 20 anni, ma ce ne ha messo per conquistarsi il posto da titolare. È all’Inter dal 2012, dove è presto diventato un punto fermo della squadra, che in questi otto anni è passata da tante rivoluzioni e momenti difficili. Ora che, sotto Conte, l’Inter sembra aver trovato la sua stabilità, il rendimento di Handanovic ha iniziato a mostrare qualche crepa, complici l’età e un gioco a cui non era abituato, che lo coinvolge molto più spesso nel palleggio.

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Dannarumma, invece, è il ragazzo prodigio del calcio italiano, tra i giovani emersi in questi anni è quello che si sta confermando in maniera più netta, migliorando di anno in anno. Se cercate una stella nel Milan, è sicuramente lui, che a 21 anni è più giovane dell’età che aveva Handanovic alla sua prima stagione da titolare in A. La società, in questi anni, ha investito molto per trattenerlo a Milano e costruire attorno a lui una squadra che ancora non è riuscita a essere vincente. E le voci su un suo futuro altrove (l’ultima, riguardo il Chelsea) non si sono mai placate.

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Il Derby Romagnoli-Bastoni

Entrambi difensori centrali, entrambi grandi promesse. Romagnoli – che nel Derby dovrebbe rientrare dal primo minuto – lo è stato sicuramente, dopo quella grande stagione nella Sampdoria nel 2014-15 che gli valse il paragone con Alessandro Nesta. Negli anni ha finito per ridimensionarsi un po’, a causa anche di una squadra che ha sempre faticato a trovare una sua dimensione, ma resta un ottimo difensore e in questa stagione più che mai è chiamato al salto di qualità.

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Salto che Bastoni sembra aver già fatto nella scorsa annata, togliendo il posto a Godin e mettendosi subito in mostra come uno dei centrali migliori della Serie A, e con ampi margini di miglioramento. Questo derby nel Derby potrebbe diventare molto interessante anche in una futura ottica Nazionale, in cui Romagnoli e Bastoni potrebbero ritrovarsi in lotta per una maglia al centro della difesa nel post-Chiellini. Attualmente è fuori causa Covid, ma potrebbe recuperare in tempo e partire almeno dalla panchina.

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Il Derby Calhanoglu-Eriksen

Centrocampisti centrali dai piedi buoni e grande visione di gioco, sono arrivati entrambi a Milano come trequartisti, ma i loro allenatori li hanno poi impiegati in ruoli diversi. Certo, paragonare il danese e il turco, a livello tecnico, è una forzatura: Eriksen è un grande campione di caratura internazionale, Calhanoglu solo un buon giocatore. La prima stagione del turco è stata terribile e sembrava logico che il Milan se ne sbarazzasse nel mercato, ma ora Pioli sembra avergli trovato una collocazione tattica, e Calhanoglu si sta rivelando molto utile alla causa.

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Eriksen invece è sempre più un caso. Avulso dal sistema di Conte, è progressivamente scivolato indietro nelle gerarchie interiste, e a dispetto della cifra spesa per lui (27 milioni di euro, 5 in più di quelli spesi dal Milan per Calhanoglu) sembra più un esubero che una risorsa. Negli ultimi giorni, il danese non ha mancato di sottolineare il proprio malcontento e il suo ruolo all’Inter è ogni giorno più in dubbio. Il Derby potrebbe essere una partita decisiva per il suo futuro in nerazzurro.

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Il Derby Ibrahimovic-Lukaku

Sono i due simboli delle rispettive squadre, per il modo in cui hanno cambiato il volto e il gioco dei rispettivi club. Ibrahimovic è tornato a Milano (dopo aver già giocato su entrambe le sponde del Naviglio) per dare peso offensivo e carattere a una squadra giovane e in cerca d’identità, e contro molti scetticismi c’è riuscito. Lukaku ha completamente cambiato l’approccio dell’Inter, sia in campo che a livello mentale, rivelandosi il giocatore perfetto per il gioco di Conte.

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In campo, però, sono due giocatori molto diversi. Ibrahimovic è un attaccante in grado di fare reparto da solo nel vero senso della parola: i suoi partner cambiano spesso, ma finora nessuno di loro ha mai convinto completamente e lo svedese continua a essere il centro di gravità del Milan. Per contro, Lukaku ha dimostrato di sapersi integrare al meglio con la sua spalla Lautaro Martinez (o all’occorrenza Alexis Sanchez), offrendo all’Inter maggiori opzioni nella manovra offensiva. Il Derby sarà soprattutto la sfida tra questi due centravanti, le cui prestazioni potrebbero determinare non solo la partita di domani, ma anche tutta la stagione di Milan e Inter.

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