Dobbiamo iniziare a prestare attenzione all’Armenia

L’Armenia, zitta zitta, ha sei punti su sei nelle qualificazioni mondiali, in un girone in cui, a parte la Germania, gli avversari non sono così superiori a lei

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L’Islanda ce la ricordiamo tutti: sorpresa degli Europei 2018, dove raggiunse i quarti; due anni dopo, prima storica apparizione ai Mondiali. L’Islanda ai prossimi Europei non ci sarà, eliminata da Turchia e Francia, e anche il suo cammino per Qatar 2022 parte male, con una sconfitta ieri che potrebbe suonare come un passaggio di testimone.

2-0 in favore dell’Armenia, altra piccola nazione calcisticamente marginale (fatto salvo un talento fuori dal comune come Henrikh Mkhitaryan), che sale a due vittorie su due nelle qualificazioni mondiali. E sogna, lecitamente, di sbarcare in Qatar tra due inverni.

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Armenia, cambia di rotta in salsa spagnola

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Un cammino di qualificazione abbastanza mediocre, lungo la strada di Euro 2020: l’Armenia, inserita nel girone dell’Italia, chiuse quinta su sei, con 14 gol segnati e 25 subiti, dietro a Finlandia, Grecia e Bosnia, e davanti al solo Liechtenstein. Ma gli armeni si erano dimostrati capaci di tirare lo stesso fuori qualche coniglio dal cilindro, sconfiggendo in casa sia la Bosnia ed aspugnando per 3-2 Atene.

Troppo poco, per la federazione di Yerevan, che così a marzo 2020 ha scelto di affidarsi a un ct straniero, l’ottavo della sua storia e il primo dopo sei anni (in cui, comunque, si sono succeduti in panchina altrettanti allenatori diversi). È arrivato lo spagnolo Joaquin Caparros, ex-tecnico di Siviglia e Athletic Bilbao.

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E subito c’è stato un cambio di passo: l’Armenia ha sorpreso tutti in Nations League, vincendo il proprio girone davanti alla Macedonia del Nord e venendo così promossa in Lega B. Antipasto servito, si è passati alle portate principali.

Le stelle dell’Armenia

Vittoria in Liechtenstein, con autorete di Frommell, e soprattutto vittoria interna sull’Islanda, con reti di Tigran Barseghyan e Khoren Bayramyan. Due nomi non proprio di primo piano, eppure, in assenza del romanista Mkhitaryan infortunato, le stelle della Nazionale sono loro: Barseghyan, ala destra di 27 anni, gioca all’Astana, nel campionato kazako, mentre l’esterno mancino Bayramyan, 29 anni, milita nei russi del Rostov.

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La maggior parte dei selezionati di Caparros gioca in patria, più qualcuno che proviene dal campionato kazako o da altri tornei dell’Europa dell’Est. Uniche eccezioni in attacco: Sargis Adamyan è cresciuto in Germania e milita oggi nell’Hoffenheim, con sui ha segnato 3 gol in questa stagione. Accanto a lui c’è Norberto Briasco, 10 argentino che veste la maglia dell’Huracan ma che, grazie alle origini materne, ha ottenuto un posto nell’Armenia, di cui è uno dei due naturalizzati (l’altro è il nigeriano Solomon Udo, prodotto dei qatarioti dell’Aspire Academy).

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La strada per Qatar 2022

Due partite sono ancora troppo poche per giudicare, ma attualmente l’Armenia è prima nel Gruppo J a pieni punti, con 3 gol fatti e nessuno subito, a pari merito con la Germania. Difficile pensare di poter reggere il confronto con i tedeschi, ma il resto del girone potrebbe essere abbordabile per gli uomini di Caparros, visti i loro risultati recenti.

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La Macedonia del Nord è stata già sconfitta e sopravanzata nella Nations League pochi mesi fa e, con Liechtenstein e Islanda già regolate nei match d’andata, l’avversario più temibile potrebbe essere la promettente Romania, da ospitare in Armenia mercoledì prossimo.

Il secondo posto è potenzialmente alla portata di mano, e quando Mkhitaryan tornerà a disposizione, la nazionale caucasica avrà un terminale offensivo che nessun altra diretta avversaria nel gruppo può vantare, Germania a parte.

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Valerio Moggia
Valerio Moggia
Nato a Novara nel 1989, è il curatore del blog Pallonate in Faccia, ha scritto per Vice Italia e Rivista Undici, e collabora con la rivista digitale Linea Mediana.

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