L’Udinese acquista a titolo definitivo dal Watford Roberto Pereyra, già in bianconero dal 2011 al 2014. Si tratta del rinforzo giusto per la squadra di Gotti?
Gli ultimi giorni del mercato estivo sono stati particolarmente movimentati, tra trattative turbolente – su tutte quella tra Juventus e Fiorentina per Federico Chiesa -, scommesse arrivate in Italia e grandi ritorni. Tra i giocatori che riabbracciano la Serie A figura Roberto Pereyra, trequartista passato dal Watford all’Udinese ovvero il club che l’aveva lanciato nel grande calcio.
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Gli inizi in Argentina e l’arrivo a Udine
Comincia dunque un nuovo capitolo della storia d’amore tra Pereyra e l’Udinese. Un rapporto avviato nel 2011, quando gli abili scout friulani rimangono affascinati da questo promettente talento argentino che si è messo in mostra con il River Plate e con l’Under 20 albiceleste.
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La prima stagione in Italia è di ambientamento per Pereyra, che colleziona solo 11 presenze e segna 1 gol. Il tecnico bianconero Guidolin però crede nelle qualità del ragazzo e infatti, nell’annata successiva, lo impiega con grande continuità. Il rendimento dell’argentino migliora con il passare delle settimane, risultando tra gli elementi più decisivi nella serie finale di 8 vittorie consecutive che porta l’Udinese a piazzarsi al 5^ posto.
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Anche nella stagione 2013/14 risulta uno degli elementi più determinanti in maglia bianconera. Il club però, dopo tre qualificazioni consecutive alle coppe europee, conquista solo la salvezza e Pereyra decide di lasciare Udine per passare alla Juventus. Un addio che poi si rivelerà solo un arrivederci.
Roberto Pereyra, jolly offensivo alla Juventus
L’arrivo in un club titolato come la Juventus, reduce da tre scudetti consecutivi, potrebbe rappresentare un salto troppo alto per Pereyra. L’argentino viene invece tenuto in grande considerazione dal nuovo tecnico Massimiliano Allegri, che ne apprezza le qualità tecniche e la duttilità tattica. L’ex Udinese viene infatti impiegato inizialmente come mezzala, per poi spostarsi sulla trequarti quando la Juve passa stabilmente al 4-3-1-2.
Due posizioni che El Tucumano ricopre al meglio e con grande continuità, tanto da risultare a fine stagione lo juventino più presente con 52 apparizioni tra tutte le competizioni. Oltre alle numerose presenze arrivano anche i trofei, con i bianconeri che sfiorano il triplete perdendo la finale di Champions League contro il Barcellona. L’anno successivo, complice l’arrivo del connazionale Paulo Dybala, lo spazio si riduce molto per Pereyra e l’argentino decide di misurarsi con un altro campionato.
La parentesi al Watford e il ritorno a casa
Nell’estate del 2016, il Watford acquista Pereyra per 15 milioni di euro. Grazie al suo grande spirito di adattamento, El Tucumano si dimostra all’altezza della situazione anche in Premier League. In quattro stagioni con gli Hornets, colleziona 115 presenze e ne diventa uno dei simboli assoluti. Nonostante le ottime prestazioni dell’argentino, il club giallonero retrocede al termine della stagione 2019/20.
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Con l’inizio del mercato estivo, per Pereyra si riaprono le porte della Serie A. Inizialmente pensa a lui il Torino, che già aveva provato a prenderlo l’anno precedente. Quando però arriva l’offerta dell’Udinese, l’argentino non ci pensa due volte e torna dove tutto è cominciato legandosi ai friulani con un contratto triennale.
Dove può giocare Pereyra nell’Udinese di Gotti
Il ritorno di Pereyra alza notevolmente il livello qualitativo dell’Udinese che, eccezion fatta per Rodrigo De Paul, nell’ultima stagione aveva peccato da questo punto di vista. Nel 3-5-2 solitamente schierato da Luca Gotti, El Tucumano potrebbe ricoprire il ruolo di mezzala destra oppure giostrare sulla trequarti se il tecnico sacrificasse una delle due punte per passare al 3-5-1-1.
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Non è escluso però che, con i nuovi acquisti, Gotti cambi completamente sistema di gioco. Dal Watford è arrivato infatti anche Gerard Deulofeu, che negli Horntes ha instaurato un’ottima intesa con Pereyra. Possibile quindi il passaggio al 4-2-3-1, con il trio composto da Pereyra, De Paul e Deulofeu dietro ad un’unica punta (Lasagna o Okaka).
di Paolo Lora Lamia