Zaidu Sanusi è il nome nuovo nel Porto di Sergio Conçeiçao: arrivato nell’indifferenza generale, non sta facendo rimpiangere Alex Telles
A poche ore dalla fine dell’ultima sessione di mercato, il Porto si era trovato di fronte a un grosso dilemma, quello che imponeva alla dirigenza dei Dragoni una decisione sul cedere o meno Alex Telles. Il terzino sinistro, letteralmente esploso da quando ha lasciato la Turchia per il Portogallo, aveva sul piatto una ricca offerta del Manchester United, con i Red Devils che – per convincere il Porto – erano disposti a mettere sul piatto 15 milioni cash.
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Cessione perfezionata senza troppe storie, quindi, ma a quel punto serviva qualcuno in grado di prendere il posto del partente brasiliano. Dopo aver sondato un po’ in giro e aver chiesto in fretta e furia consiglio a qualche agente, il Porto ha deciso di investire per il futuro portandosi a casa Zaidu Sanusi, laterale mancino nigeriano che l’ultima stagione l’aveva passata nel modesto Santa Clara.
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Affare low cost con la regia di Mendes
Il Porto ha versato nelle casse degli Açorianos circa 4 milioni di euro, più o meno un quarto di quanto incassato dalla cessione di Alex Telles. Ma Sanusi, contrariamente a ciò che si poteva prevedere, non ci ha messo molto a conquistare la fiducia di Sergio Conçeiçao. Anzi, dopo un paio di partite il nigeriano era già titolarissimo, largo a sinistra nella classica difesa a quattro del tecnico portoghese.
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Eppure la sua ascesa così diretta e provvidenziale ha un po’ stupito tutti. Infatti, prima di approdare al Porto, la carriera di Sanusi si era sviluppata esclusivamente nelle serie inferiori portoghesi. In terra iberica ci era arrivato nel 2016 grazie al solito Jorge Mendes, che ne aveva rilevato la procura da un agente nigeriano, piazzando il ragazzo al Gil Vicente.
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Da lì Sanusi ha cominciato la scalata, passata per un prestito biennale con susseguente riscatto da parte del Mirandela, piccolo club di seconda divisione. Le prestazioni del terzino stavano crescendo, così Mendes lo ha mandato al Santa Clara, in modo tale da poterne testare l’impatto in Superliga. Missione compiuta: nella prima stagione passata alle Azzorre ha chiuso con 24 presenze e 1 gol.
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Presenza costante
Due sono invece le reti segnate in questo avvio di stagione. La prima è arrivata in Champions League nello 0-2 di Marsiglia, mentre in campionato Sanusi ha segnato uno dei gol decisivi per regolare 4-3 il Tondela. Più in generale, dopo essere subentrato durante i match contro Braga e Boavista, ha giocato ben otto match per 90 minuti più recupero.
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A Oporto, Sanusi non ha patito alcuna concorrenza, visto che di fatto è l’unico terzino sinistro in rosa: “Zaidu è cresciuto tantissimo – ha detto Conçeiçao dopo il match pareggiato contro il Manchester City – mi sta dimostrando di poter reggere qualunque palcoscenico”. E, in effetti, vederlo volare sulla fascia senza alcun timore reverenziale un po’ stupisce.
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Chi è Sanusi, il nuovo gioiellino del Porto
Rapido, scaltro, intelligente dal punto di vista tattico e con una buona tecnica di base, Sanusi in estate poteva andare all’Olympiacos ma alla fine ha deciso di rimanere in Portogallo. Scelta giusta, che non solo gli ha spalancato le porte europee in una vetrina come quella della Champions League, ma nel contempo gli ha permesso di guadagnarsi la sua prima chiamata in nazionale.
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Con le Green Eagles ha esordito a ottobre e ora, in previsione della futura Coppa d’Africa, si candida seriamente a un posto nei 23 convocati. Mancino naturale, è cresciuto a Kebbi, una città nigeriana situata nel nord-ovest del paese nella quale la mitologia Sarki e i frequenti attentati di Boko Haram la fanno purtroppo da padrone.
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Ha lasciato la Nigeria giovanissimo per inseguire un sogno. Il Porto se lo coccola perché la dirigenza è consapevole che, a 23 anni, Sanusi ha ancora ampissimi margini di crescita. Chi pensava che la partenza di Alex Telles potesse essere complicata da assorbire forse non aveva tutti i torti – il brasiliano era uno dei terzini più prolifici del mondo -, ma con Sanusi il Porto è caduto comunque in piedi.
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