Rosa più forte, risultati peggiori: il Portogallo è calato dal titolo del 2016

Il commissario tecnico del Portogallo Fernando Santos ha parlato alla tv portoghese dopo la clamorosa sconfitta contro la Serbia. Ma, sorprendentemente, non ha fatto mea culpa

“Io credo che in queste ore si siano dette un po’ troppe cose: il mio calcio non è superato e Ronaldo rimane la nostra stella, per questo non voglio sentir parlare di obiettivi non raggiunti”. Con queste parole, accolte un po’ di sorpresa, Fernando Santos ha spiazzato la critica locale a poche ore dalla disfatta contro la Serbia.

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Il gol di Mitrovic obbliga il Portogallo agli spareggi in vista di Qatar 2022, ma al ct lusitano questo sembra non importare: “L’obiettivo non è ancora fallito: noi dobbiamo arrivare al Mondiale e possiamo farlo. Se un domani dovessi accorgermi di non essere più adeguato al ruolo, me ne andrò”.

Portogallo-Francia
Fonte: profilo Twitter EURO 2020

Portogallo, mancano i risultati

Fernando Santos sta, comprensibilmente, sulla difensiva, ma la realtà dice che il Portogallo è una delle big mondiali più deludenti a livello di risultati, per quanto concerne le ultime competizioni ufficiali.

Da una parte, è vero che i lusitani hanno vinto la prima Nations League, ma ad Europei e Mondiali hanno sempre deluso. La lista di passi falsi è lunga e comincia da Brasile 2014, ovvero la prima vera edizione di un Mondiale al quale i rossoverdi arrivavano con la consapevolezza di poter vincere.

Invece uscirono addirittura alla fase a gruppi, sbeffeggiati dai tifosi e dai media al loro rientro in patria. Nel 2016 è arrivata la vittoria in finale contro la Francia, in un match deciso dal carneade Eder con un gol abbastanza estemporaneo.

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La candidatura come una delle favorite di Russia 2018 veniva così naturale, e invece i lusitani escono direttamente agli ottavi di finale contro l’Uruguay. Sempre i sedicesimi, infine, sono stati fatali l’estate scorsa, questa volta per mano del Belgio.

Una generazione d’oro

Eppure in questi ultimi anni la rosa a disposizione di Fernando Santos è sempre andata migliorando. C’è Cristiano Ronaldo, certo, il che è garanzia di top livello, ma attorno a lui sono emersi un sacco di calciatori che, a tutt’oggi, militano nei campionati più importanti del mondo.

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Bernardo Silva, Bruno Fernandes, Rui Patricio, Joao Cancelo, Joao Moutinho, Ruben Neves e Renato Sanches sono solo alcuni dei nomi in questione, ai quali vanno aggiunti i tanti giovani emersi dai sempre floridi serbatoi locali.

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Gente come Joao Felix, Ruben Dias, Pedro Gonçalves, Nuno Mendes e Francisco Trincao sono ormai fissi nelle rotazioni, segno di come sia a livello qualitativo che numerico il Portogallo sia una squadra profonda e di primissimo livello.

Nations League
Fonte: profilo ufficiale Twitter UEFA Nations League

Cosa è cambiato dal 2016?

A proposito di restyling legato all’abbondanza di scelta, negli ultimi cinque anni – ovvero da quando il Portogallo si è laureato campione d’Europa – Fernando Santos ha cambiato tanto, probabilmente in meglio se consideriamo solo il fattore qualitativo.

Perché Bruno Fernandes sta rendendo così poco in Nazionale?

Della rosa campione in Francia sono rimasti soltanto sette giocatori a turnare nelle rotazioni a pieno regime: Rui Patricio, Fonte, Guerreiro, Moutinho, Danilo, Renato Sanches e ovviamente Cristiano Ronaldo.

Gli altri, per vari motivi, sono stati accantonati e sostituiti. Le migliorie sono evidenti, evidenziate anche dalla crescita del valore complessivo della rosa – secondo Transfermarkt, oggi i lusitani valgono circa 780 milioni di euro, il doppio rispetto al 2016 – eppure c’è stata una regressione sui risultati.

Bruno Fernandes è stato davvero un rimpianto per la Serie A?

Per questo in federazione si interrogano se sia il caso di cambiare il manico. Per ora, però, non si muoverà nulla, visto che il posto di Santos, in futuro, è già stato promesso a José Mourinho, che con il ‘suo’ Portogallo vorrebbe chiudere la carriera.

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Andrea Bracco
Andrea Bracco
Cuneese, ha fondato il primo sito di calcio sudamericano in Italia e collaborato con diverse realtà editoriali di importanza nazionale, come Ultimo Uomo e Rivista Undici. Liga e Sudamerica le sue stelle polari, il calcio minore la sua debolezza.

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