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MK Dons, i segreti della terza squadra in Europa per possesso palla

Calcio EsteroMK Dons, i segreti della terza squadra in Europa per possesso palla

Il MK Dons gioca in terza serie inglese, ma si è valso la fama di squadra spettacolare e moderna grazie alle idee chiare del suo allenatore e alla percentuale record di possesso palla. Scopriamolo insieme.

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Se vi chiedono quali sono le squadre in Europa con la più alta percentuale di possesso palla, probabilmente risponderete correttamente dicendo Barcellona e Manchester City: non ci vuole un genio per immaginarlo. Poi, però, quando si parla di terza posizione le cose iniziano a diventare più complesse, e potete stare certi che nessuno sia in grado di dare la risposta giusta.

Anche perché chi mai penserebbe che, sul gradino più basso di questo prestigioso podio, possa trovarsi il MK Dons? Ecco perché The Athletic, uno dei più noti siti sportivi al mondo, ha deciso di dedicare un longform al club inglese di terza serie, al suo eccezionale stile di gioco e al suo promettente allenatore.

La giovane storia del MK Dons

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Milton Keynes, una cittadina nel cuore dell’Inghilterra meridionale. Fino al 1967 qui c’erano solo prati e alcuni villaggi; da allora, la popolazione è quasi quintuplicata, è sorta una delle più importanti università del paese (la Open University), e qui è di base la Red Bull Racing, una delle più note scuderie di Formula 1. E ovviamente c’è un club di calcio.

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Fonte: @mkdonsfc (Instagram)

Il MK Dons ha meno di 17 anni di vita, giovane come giovane è la sua città. Fino al 2004 era noto come Wimbledon FC, poi la proprietà ha scelto di trasferirsi a Milton Keynes, 50 miglia più a nord, accordandosi con un noto promoter musicale (Milton Keynes è anche il posto dove sorge il National Bowl, uno dei principali anfiteatri per concerti nel Regno Unito). Poco da dire, da allora. Il club si barcamena tra la terza e la quarta serie, e il suo maggior risultato è stata la stagione in Championship nel 2015/2016.

La rivoluzione di Russell Martin

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Oggi le cose sono un po’ diverse. L’anno scorso il MK Dons stava retrocedendo in League Two e ha deciso di sostituire il tecnico dimissionario Paul Tisdale con l’esordiente Russell Martin, un ex-difensore scozzese, vegano ed attivista ecologista, che aveva appena smesso di giocare proprio con la squadra di Milton Keynes.

Con lui, il club è cambiato completamente e ha improvvisamente trovato una sua identità: per molti, il MK Dons era ancora lo spettro del Wimbledon dei bad guys come Dennis Wise e Vinnie Jones che nel 1988 tolsero al Liverpool la FA Cup. Con Martin, è diventata una squadra che pratica un gioco di posizione elegante e spettacolare pur con una rosa da fondo classifica.

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“Nella psiche britannica è radicato il pensiero che fuori dalle prime due leghe non ci sono giocatori abbastanza bravi. – spiega l’allenatore – Persone che rispetto, anche miei amici, mi hanno detto ‘Russ, i giocatori potrebbeRO non essere sufficientemente buoni per il tuo gioco. Forse dovresti moderarti un poco'”. Martin, invece, non si è moderato.

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Fonte: @MKDonsFC (Twitter)

È uno che da tempo sa cosa vuole: ha 35 anni, ma studia da allenatore da una decina, da quando ancora giocava al Norwich. Un anno fa ha stravolto la squadra e ottenuto la salvezza, e oggi sta tenendo il MK Dons in una comoda metà classifica in League One. Nel frattempo, piovono complimenti, e in Inghilterra il nome del club non è mai stato così popolare.

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Pressing e passaggi

L’articolo di The Athletic comincia durante una riunione tattica con la rosa, prima della sfida col Doncaster del 27 marzo. Martin illustra ai suoi il gioco dei rivali e insiste con precisione maniacale sulla costruzione del proprio gegenpressing, le “riaggressioni” per recuperare il pallone appena perso.

La sua filosofia è orientata sul mantenere il controllo del pallone il più a lungo possibile. “Tenere la palla per solo il 25-30% del tempo limita le tue possibilità di segnare”; “Gioco il mio calcio migliore quando so cosa sta facendo la mia squadra. I giocatori si sentono sicuri perché sanno cosa sta per succedere”. Questa e altre cose le ha imparate stando accanto a tecnici come Chris Houghton, Paul Lambert e Alex Neil.

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Nell’ultimo mese, nel Regno Unito in tanti hanno scritto del MK Dons, a partire dal Telegraph, che lo ha paragonato al Manchester City. Il 2 marzo, i ragazzi di Martin hanno segnato un gol spettacolare al Gillingham, come conclusione di una serie di 56 passaggi ininterrotti. Certo, quella partita poi l’hanno persa 3-2, ma l’eco della rete è arrivata in tutto il paese e ha portato l’attenzione sul MK Dons e su Martin.

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Le prospettive del MK Dons

Qui non ci sono grandi stelle, ma qualche giocatore noto ai fan della Premier League si trova. C’è la promessa mancata del Chelsea Josh McEachran, l’ex-punta del Sunderland Will Grigg, e soprattutto Ethan Laird, un difensore polivalente di 19 anni di proprietà del Manchester United. Ma nel 3-4-2-1 di Martin viene prima di tutto il gioco.

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Il MK Dons sta pianificando anche lavori societari più ampi, soprattutto riguardo il campo da gioco, per sostenere le ambizioni dei tifosi di tornare in Championship nel giro di qualche stagione. Ovviamente, sempre che Russell Martin non venga prima sedotto dalle lusinghe di qualche club di più alto blasone.

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