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Il Milan di Pioli come la prima Juventus di Conte?

OpinioniIl Milan di Pioli come la prima Juventus di Conte?

Ci sono delle analogie tra il Milan 2020/21 e la Juventus 2011/12, sia a livello di squadra che del loro relativo campionato di Serie A

Nel fine settimana è andata in scena la 6^ giornata del campionato di Serie A. Turno che ha riservato sorprese e conferme, tra cui lo scettro di capoclassifica rimasto in mano al Milan. La squadra di Stefano Pioli sta stupendo tutti per qualità del gioco e continuità di risultati, dato che non perde in campionato dall’ultima gara pre lockdown (Milan-Genoa 1-2). Una svolta arrivata dopo anni difficili, esattamente come per la prima Juventus targata Antonio Conte. Un’analogia calzante da diversi punti di vista.

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Inizio stagione: le big stentano dopo i proclami estivi

Il primo punto che accomuna il Milan di Pioli alla prima Juventus di Conte riguarda il tipo di campionato in cui sono inserite, soprattutto per quanto riguarda la lotta di vertice. In estate le due squadre favorite per la corsa scudetto erano Juventus e Inter, arrivate rispettivamente prima e seconda lo scorso anno. Pronostici al momento non confortati dai risultati, visto che i bianconeri del nuovo allenatore Andrea Pirlo stanno stentando sul piano del gioco e hanno già raccolto tre pareggi contro Roma, Crotone e Verona. Non sta meglio l’Inter di Conte, sconfitta nel derby e a – 5 dai cugini rossoneri.

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Una dinamica simile rispetto alla stagione 2011/12. Un campionato che, secondo molti, sarebbe stato conteso per il secondo anno consecutivo da Milan e Inter. I rossoneri erano campioni in carica, mentre i nerazzurri l’anno prima avevano conquistato Supercoppa Italiana, Mondiale per club e Coppa Italia. Velleità da scudetto ampiamente smentite nelle prime 6 giornate, con le due squadre milanesi nella parte bassa della classifica rispettivamente con 5 e 4 punti.

Sorprese in serie nella parte alta della classifica

Il campionato 2020/21 non assomiglia a quello di 9 anni prima solo per le difficoltà riscontrate dalle prime della classe. In entrambi casi, infatti, la lotta di vertice dei primi turni ha regalato diverse novità. Nei primi mesi di questa stagione, oltre alle formazioni costruite per l’alta classifica, hanno avuto un ottimo inizio di stagione lo spettacolare Sassuolo di Roberto De Zerbi e la solida e pragmatica Sampdoria di Claudio Ranieri.

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Le loro “antenate” di 9 anni fa sono Udinese, Cagliari e Palermo, sul podio insieme a Juventus e Napoli dopo le prime 6 giornate. I friulani allenati da Guidolin, nonostante il quarto posto dell’anno precedente, non venivano considerati tra le squadre in lotta per l’Europa. Pronostici ribaltati dallo splendido campionato di Di Natale e soci, chiuso in terza posizione. Salvezza tranquilla invece per Cagliari e Palermo, che però inizialmente avevano fatto sognare i propri tifosi.

Juventus e Milan: dubbi che derivano dal passato recente

Nell’analizzare l’andamento del Milan, la frase dominante è la seguente: “Prima o poi calerà, perché non è stato costruito per lo scudetto”. Dubbi che non derivano tanto dalla reale forza dei rossoneri, ma piuttosto dai risultati ottenuti negli ultimi anni. La compagine milanista è reduce infatti da stagioni che non inducono all’ottimismo, con l’ultima qualificazione per la Champions League che risale al campionato 2012/13. Anche lo scorso anno, nonostante un post lockdown da sogno, il Milan ha chiuso al sesto posto.

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Tali perplessità ricordano quelle che aleggiavano sulla Juventus nell’estate del 2011. L’arrivo in panchina del vecchio cuore bianconero Antonio Conte e l’edificazione dello Juventus Stadium, con annessa crescita a livello di ricavi, non facevano pensare a risultati importanti nel breve periodo. Atteggiamento cauto e condizionato dalle ultime due, disastrose, stagioni. I due settimi posti consecutivi costituivano infatti un macigno pesante per sognare subito in grande.

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Ibrahimovic come Pirlo: il rilancio di un “vecchio” che migliora la squadra

I due club presi in esame hanno altrettanti totem: Zlatan Ibrahimovic e Andrea Pirlo. Due fuoriclasse il cui percorso è stato molto simile, sia a livello personale che per l’impatto con la loro nuova squadra. Ibra è tornato al Milan nel gennaio del 2020, suscitando entusiasmo e dubbi tra tifosi e addetti ai lavori. La sua classe innata, infatti, era accompagnata da un’età ormai avanzata. Semplicemente un dato anagrafico per lo svedese che, da quando è tornato in Italia, ha segnato 19 gol in 27 partite. Inoltre, grazie al suo carisma e alle sue giocate, elementi della rosa rossonera che sembravano non all’altezza – come Leao, Rebic, Calhanoglu e Bennacer – hanno decisamente innalzato il loro rendimento.

Mai dare per finito un campione: per informazioni chiedere ad Andrea Pirlo. Dopo un’annata infelice al Milan, nell’estate 2011 passa alla Juventus a parametro zero. Un colpo inizialmente passato sottotraccia, ma che si rivela la pietra miliare dei futuri successi bianconeri. Attorno al regista, il nuovo tecnico Conte costruisce il suo splendido meccanismo. Contro ogni pronostico, non solo Pirlo continua a dipingere calcio ma esalta anche le doti di elementi che inizialmente non facevano sussultare il cuore degli juventini, come Arturo Vidal, Stephan Lichtsteiner e Simone Pepe.

Tante analogie, dunque, tra la prima Juve vincente del post Calciopoli e il Milan attuale. Sarà il campo a dire se si concretizzerà anche quella più importante, ovvero la conquista dello scudetto.

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