L’azionariato popolare per salvare il Livorno: “Non è utopia”

A Livorno è nato un progetto di azionariato popolare per salvare il club amaranto. Ce lo siamo fatto raccontare da uno dei suoi componenti, Alessandro Colombini

19° posto in classifica in Serie C, dopo la retrocessione dell’anno scorso dalla B: la crisi del Livorno sembra sul punto di travolgere definitivamente il club amaranto, che solo sette stagioni fa giocava in Serie A e oggi intravede una drammatica caduta in quarta serie. Il punto più basso da quando, nel 1999, Aldo Spinelli ha preso le redini della società.

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Così, in città è nato un progetto per salvare un club storico, che in questi ultimi vent’anni è arrivato anche a disputare le coppe europee. “Abbiamo raccolto oltre 800 adesioni in 24 ore” ci racconta entusiasta Alessandro Colombini, uno dei membri di Livorno_popolare. Ma, da quando lo abbiamo sentito, le firme hanno già superato quota 1.000, tra cui alcuni nomi illustri come Marco Amelia, Emerson Ramos Borges, il sindaco Luca Salvetti e anche Alessandro Diamanti.

Il progetto di Livorno Popolare

“Sono almeno cinque anni che Livorno vive una situazione drammatica – spiega Colombini, che si occupa di comunicazione ed è stato tra i primi a entrare nel progetto – l’anno scorso tra la retrocessione e il Covid, la città è stata travolta dall’apatia, e come livornesi non lo potevamo accettare. Le prime adesioni dimostrano che non eravamo gli unici ad avvertire questo bisogno”.

Da tempo, l’interesse e l’investimento di Spinelli nel club è calato, e lo scorso settembre l’imprenditore ligure ha ceduto la maggioranza delle azioni accusando stampa e tifosi di averlo voluto cacciare. Ma nel frattempo a Livorno non è arrivata alcuna nuova proprietà stabile, e a dicembre è dovuto intervenire ancora Spinelli per coprire le spese ed evitare il fallimento del club.

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“Chi è interessato al Livorno arriva, dà un’occhiata ai conti, e poi non è più interessato al Livorno” dice ancora Colombini. Così, proprio a settembre 2020, è nata l’idea di riunire un gruppo di studio per vagliare la possibilità di salvare il Livorno tramite un progetto di azionariato popolare, che all’inizio di questa settimana si è presentato pubblicamente attraverso un proprio sito e i relativi canali social. “Siamo usciti con nomi e cognomi, perché vogliamo che sia chiaro che non faremo il passo più lungo della gamba: ogni decisione sarà adeguatamente soppesata”.

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Il primo passo consiste nel raccogliere le adesioni, dando la possibilità a tutti gli interessati di sottoscrivere il progetto e restare informati sui suoi prossimi sviluppi. “Puntiamo ad arrivare ad almeno 3.000 firme. Non chiediamo soldi, ma credibilità: avere la possibilità di rappresentare un ampio numero di persone ci permetterà di interfacciarci con la società e poter studiare approfonditamente i conti”.

Azionariato popolare: utopia o possibilità?

Il progetto di Livorno_popolare si fonda su solide basi, e ha coinvolto fin da subito persone che non sono solo (o necessariamente) tifosi, ma anche esperti di economia, come Francesco Bellanca, CEO di Feral Horses. “Non vogliamo illudere nessuno – continua Colombini – non pensiamo si possa reggere tutto sulle quote societarie, per cui siamo aperti anche a imprenditori privati esterni al gruppo”.

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I modelli a cui ispirarsi sono diversi, dal 50%+1 del calcio tedesco alla partecipazione dei tifosi nei club spagnoli come Real Madrid e Athletic Bilbao, dai supporter trust inglesi fino al calcio popolare del Centro Storico Lebowski. “Ma vogliamo essere un ibrido di ognuno di questi, perché Livorno è una realtà unica. Abbiamo due principi inderogabili: mantenere una quota di maggioranza nel club, e avere una scuola calcio gratuita“.

Livorno_popolare si affida quindi ai tifosi, per riportare prima di tutto interesse nella squadra cittadina, svillupando un progetto coinvolgente e aperto a tutti. Ancora Colombini precisa, giustamente: “Non vogliamo passare per un gruppo di illuminati che arriva con la medicina giusta per i tifosi, ma dare il via a un percorso da fare assieme, in piena trasparenza e condivisione”.

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Un aspetto fondamentale sarà quello legato al merchandising, che per funzionare avrà bisogno di una comunicazione efficace, anzi di una vera e propria narrazione nuova attorno a Livorno-popolare e al Livorno Calcio. Un valido riferimento, da questo punto di vista, è senza dubbio l’esperienza del St. Pauli di Amburgo, “Penso che in Italia non ci sia una piazza migliore di Livorno per seguire questo esempio, visti i valori comuni e l’identità della squadra”.

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Valerio Moggia
Valerio Moggia
Nato a Novara nel 1989, è il curatore del blog Pallonate in Faccia, ha scritto per Vice Italia e Rivista Undici, e collabora con la rivista digitale Linea Mediana.

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