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Liverpool Atalanta 0-2, l’analisi: tre spunti dal match

Calcio EsteroLiverpool Atalanta 0-2, l’analisi: tre spunti dal match

Liverpool Atalanta regala forse il punto più alto raggiunto dai bergamaschi nella gestione Gasperini, vincendo in un tempio sacro come Anfield contro una delle formazioni più forti del mondo

La 4^ giornata di Champions League si chiude con un risultato storico per la formazione di Gasperini. Liverpool Atalanta, contro ogni pronostico, vede trionfare i bergamaschi per 0-2. Un successo meritatissimo, frutto dell’intelligenza del tecnico nel modificare il piano tattico del match dopo il 5-0 subito a Bergamo. Una partita che paradossalmente è stata più di aiuto per la Dea rispetto ai Reds, scesi in campo senza quel furore agonistico che li anima solitamente e poi incapaci di contrapporsi all’armata nerazzurra.

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Atalanta camaleontica per fermare il Liverpool

La principale chiave tattica di Liverpool Atalanta sta proprio nel modo in cui è scesa in campo la squadra di Gasperini. Un’interpretazione meno spregiudicata del solito, ma non per questo da considerare in modo eccessivamente difensivistico. Gasperini dispone i suoi con il 3-5-2, optando per un tandem offensivo leggero come quello composto da Gomez e Ilicic e creando densità a centrocampo con De Roon, Pessina e Freuler. L’intento del tecnico è di non dare profondità ai veloci attaccanti del Liverpool, difendendo con due linee compatte in fase di non possesso.

Una compattezza che rende l’Atalanta un muro, capace di respingere senza troppi affanni le azioni offensive – neanche troppo convinte – del Liverpool. Riconquistata palla, ecco che i nerazzurri tornano alla loro versione abituale: abili a muovere il pallone con qualità e velocità e in grado di portare tanti uomini nell’area avversaria. Una doppia faccia che nel primo tempo produce zero rischi in difesa e qualche occasione, per poi scatenarsi nella ripresa con i due gol che regalano una vittoria storica.

Liverpool Atalanta, il ritorno di Ilicic

Liverpool Atalanta restituisce ai bergamaschi uno dei loro interpreti più scintillanti. Si tratta di Josip Ilicic che, dopo un periodo molto difficoltoso della sua vita, torna a fare la differenza contro l’avversario più importante. Sembra passato un secolo dallo scorso 10 marzo, quando lo sloveno segna uno storico poker in casa del Valencia proiettando la Dea verso i quarti di Champions. Il punto più alto della sua carriera, al quale segue una rovinosa caduta.

L’Atalanta non può continuare a parlare di salvezza

Ilicic infatti risulta positivo al Covid e tocca con mano lo spaventoso fantasma della depressione, rimanendo lontano dai campi fino per molti mesi. Poi il lento ritorno alla normalità, con Gasperini e i suoi compagni che lo spronano costantemente. Un percorso che riporta gradualmente Ilicic alla sua dimensione di calciatore, anche se è difficile capire quando tornerà ai suoi livelli abituali. Tempistiche più brevi del previsto, considerata la sua prova in Liverpool Atalanta e soprattutto la zampata vincente con cui porta in vantaggio i nerazzurri. Un gol che segna la fine di un periodo difficile della sua vita e, probabilmente, l’inizio di una sua nuova rinascita calcistica.

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Apatia e presunzione: Liverpool in serata negativa

Se nell’analisi di Liverpool Atalanta è giusto sottolineare i meriti della formazione bergamasca, è altrettanto doveroso analizzare la prestazione da dimenticare dei Reds. La squadra di Klopp arriva alla sfida di Champions come meglio non potrebbe, dopo il 3-0 rifilato al Leicester in campionato nonostante le tante assenze. Vincendo anche contro l’Atalanta ha l’occasione di archiviare la pratica qualificazione con due gare d’anticipo, ma il campo suggerisce un altro scenario.

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Il Liverpool scende in campo con una formazione ampiamente rimaneggiata, con Robertson, Fabinho, Firmino e Diogo Jota che partono dalla panchina. Pur schierando comunque giocatori del calibro di Wijnaldum, Milner, Salah e Mané, i Reds appaiono come la brutta copia della squadra ammirata contro il Leicester: lenti nella manovra e non sufficientemente determinati nel cercare il risultato. Un atteggiamento che viene punito dall’Atalanta nella ripresa, con le reti di Ilicic e Gosens. A nulla serve l’ingresso dei quattro big citati in precedenza: segno evidente che il problema del Liverpool era la testa, non gli uomini mandati in campo dall’inizio o a gara in corso.

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