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Ilicic, Whatsapp all’Atalanta 8 mesi dopo

NotizieIlicic, Whatsapp all'Atalanta 8 mesi dopo

Josip Ilicic è tornato al gol in occasione della sfida tra Slovenia e Kosovo. Una sua rete mancava dal 10 marzo quando segnò 4 gol al Valencia

Un semplice rigore contro il Kosovo, che vuoi che sia, che stava anche sbagliando, che per poco il portiere non parava. Ma si può ripartire anche da un gesto banale per ritrovare il sorriso e riallacciare quel dialogo interrotto con la propria felicità. Solo il tempo potrà dirci se questo gol, su rigore, otto mesi dopo l’ultima volta, ha restituito al calcio quel gioiello di Josip Ilicic, talento smarrito dell’Atalanta, un fuoriclasse splendente prima che le nubi del Covid-19 eclissassero ogni suo gesto, fino a farlo spegnere.

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Si è detto già tutto dei suoi tormenti, tranne la cosa più importante: quando finiranno? Non era possibile prevederlo, allora, perché ognuno reagisce alle difficoltà a modo proprio. Ilicic si è lasciato andare alle paure, all’ansia, alle difficoltà che possono abbattere anche il più nobile degli uomini, anche i calciatori più ricchi o quelli più bravi, senza distinzione alcuna.

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Valencia e il bivio: dal poker al buio

Ilicic, la sua parabola discendente, l’ha imboccata – senza saperlo – il 10 marzo scorso. Il giorno più bello della sua vita calcistica coinciderà con quello del suo lento declino. Ilicic segna quattro gol al Mestalla contro il Valencia. In quel momento sembra invincibile. Sembra imbattibile. Gli riesce tutto. Può fare qualsiasi cosa.

Poi il calcio si ferma e quando ricomincia, senza tifosi e senza più lo stesso senso, perde un tassello: lo sloveno. Che si allena e gioca come tutti gli altri, ma è distante dalla sua luce. Sembra un altro. Non quello da 21 gol e 9 assist che i tifosi dell’Atalanta e non solo avevano ammirato fino all’arrivo della primavera senza fiori.

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Gasperini e la squadra, a fatica, fanno finta di nulla, lo tutelano mediaticamente, glissano sul suo rendimento. Ma in campo la differenza è netta. Ilicic scivola nelle gerarchie. Da titolare diventa alternativa, non le gioca più tutte, se ne sta spesso in panchina e il suo sguardo sembra smarrito.

Il calvario di Ilicic è finito?

Ilicic torna in patria, ci resta a lungo, mentre in Italia ci si domanda: cosa gli è accaduto? Cosa è realmente successo? Tante illazioni, voci, ipotesi. Molte fuori luogo. Ma è il dubbio ad alimentare ogni sospetto. Ci penserà Gomez, poche settimane fa, a chiarire la questione: “Ilicic ha avuto il Covid ed è caduto in depressione”. Lo sloveno confermerà subito dopo: “Ho sentito il Covid sulla mia pelle”.

La questione sembrerebbe superata, almeno mediaticamente, ma il campo ancora aspetta il vero Ilicic. Quello intravisto nelle ultime partite, per dirla alla Benigni, non gli somiglia per niente. Col Napoli, il 17 ottobre, lo sloveno ritrova un pallone e la fiducia di Gasperini, ma le gambe tremano e tremeranno anche dopo, ripetutamente, tanto che lo stesso Gasperini, dopo qualche gara, ammetterà: “Dobbiamo ritrovarlo”.

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Ilicic e il gol perduto: la Serie A lo aspetta

La rete in Nazionale, un semplice rigore contro il Kosovo, può significare tutto o perdersi tra le statistiche. Intanto è un inizio: vuol dire riannodare il passato, riprendere a fare qualcosa, ricominciare a correre. In attesa del suo vero ritorno. Perché in campo, pur provandoci, la gamba è pesante, il passo è lento, il dribbling solo ammiccato.

Ilicic vanta talmente tanti crediti coi suoi tifosi, che le critiche neppure sono partite. Lo si giustifica per ciò che ha vissuto. Manca lo sprint, la brillantezza, la spocchia, la sicurezza. Manca Ilicic. Ci vorrà (ancora) tempo ma Gasperini – a cui è mancato tanto – si augura che possa tornare presto il giocatore ammirato a Valencia. Un gigante che il virus ha reso umano.

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