La Liga del Barcellona fatica a decollare: dopo il pareggio col Granada, con i fischi del Camp Nou come colonna sonora, i catalani si ritrovano a raccogliere i pezzi
Nel posticipo del sesto turno di Liga il Barcellona aveva la grande possibilità di rispondere alle due squadre di Madrid sfruttando, almeno sulla carta, una partita agevole. Invece, al Camp Nou, finisce 1-1 contro un Granada che, in questa prima parte di stagione, era stato tra le più cocenti delusioni.
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Il pareggio ha parecchio indispettito i tifosi blaugrana, che dopo lo svantaggio arrivato dopo appena due minuti hanno cominciato a fischiare la squadra senza sosta. Per fortuna, ma nemmeno tanto, nei minuti di recupero il giovane Gavi è riuscito a pescare il jolly, servendo Araujo – altro nuovo entrato – per il gol del pari.
Una squadra ‘normalizzata’
Questo non ha comunque impedito mugugni, urla e insulti alla squadra. Solo pochi giorni fa, dopo la brutta sconfitta in Champions League contro il Bayern (un disastro annunciato, ma narrato come normale), giornalisti catalani hanno raccontato di un Sergi Roberto in lacrime dopo che lo stadio lo aveva beccato per tutti i novanta minuti.
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I giornali, soprattutto quelli che seguono il Barcellona, avevano provato a calmare le acque sottolineando come il canterano, ma ormai 29enne, avesse sempre giocato fuori ruolo, ma l’impressione è che, dopo una lunga estate turbolenta, i buoi siano definitivamente scappati dalle stalle.
Proprio per questo motivo negli ultimi mesi il presidente, Joan Laporta, ha parlato più volte alla stampa, precisando come la situazione sia figlia della gestione societaria precedente e che da parte sua ci sarà il massimo impegno per rimettere il club sulla carreggiata.
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Barcellona, un’estate burrascosa
D’altronde che l’ambiente sarebbe stato frizzantino sin dal principio era ampiamente preventivabile. Infatti, quest’estate il Barcellona ha perso la sua stella, Lionel Messi, uno dei migliori calciatori della storia a causa dei debiti che stavano, anzi stanno ancora oggi, distruggendo le casse del club.
L’accordo per il rinnovo era stato trovato, ma i paletti imposti dalla Liga hanno impedito a Messi di firmare. Così la Pulga è andata via, ma anche così il Barcellona non poteva firmare tutti i nuovi acquisti, tanto è vero che i contratti di Depay ed Eric Garcia sono stati depositati soltanto il 31 agosto.
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È servito che gli altri senatori si mettessero una mano sulla coscienza, tagliandosi lo stipendio, per far sì che la stagione cominciasse in maniera più o meno normale. “Andava fatto” commentò Piquè, uno di quelli che si è ridotto l’ingaggio (con Jordi Alba, Sergio Busquets e Sergi Roberto) in modo che il monte stipendi del club calasse in maniera importante.
Reduci e giovani: cosa rimane del Barcellona
Koeman si è così trovato a lavorare con un gruppo poco omogeneo, senza peraltro mandarle a dire alla società. Di recente, l’olandese ha spedito un messaggio al presidente Laporta, chiedendogli di parlare di meno e agire di più.
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In campo la squadra vive delle folate dei singoli: la cessione di Griezmann, arrivata in extremis, ha spalancato le porte del Barcellona a Luuk de Jong, centravanti olandese vecchio stampo che aveva già fatto disperare i tifosi del Siviglia.
Depay, Pedri e Frenkie de Jong – assieme ai senatori – sono i pilastri di una squadra che fatica a esprimere gioco. Contro il Granada, i culè hanno toccato picchi dell’80% di possesso palla, muovendo però la sfera in maniera sterile e poco pericolosa.
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Così Koeman ha dato fiducia a un bel po’ di giovane: oltre ad Araujo, Mingueza e Pedri, stanno trovando spazio il mediano Nico Gonzalez, il trequartista Gavi e il terzino sinistro Alex Balde. In attesa che rientri Ansu Fati, però, è ancora troppo poco per sperare di impensierire Real e Atletico.
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