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Ci sono tanti motivi per seguire da vicino il Salisburgo

Calcio EsteroCi sono tanti motivi per seguire da vicino il Salisburgo

Red Bull ma non solo: Salisburgo è uno degli epicentri di talento europei e veder giocare i ragazzi di Marsch è sempre molto divertente

Nell’ultimo anno e mezzo Red Bull, intesa come multinazionale che ormai da tempo ha deciso di gettarsi nel mondo dello sport, ha di fatto monopolizzato l’attenzione generale ottenendo risultati davvero importanti. Dalla Germania al Brasile, l’azienda che commercia in bevande energetiche si è tolta diverse soddisfazioni.

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In mezzo a queste variabili, però, spicca sempre la costante principale rappresentata dal Salisburgo. Se Red Bull si è buttata nel calcio è perché nella bellissima città austriaca ha subodorato un business importante, che le ha permesso di dare il là a un vero e proprio progetto di grande livello. Del quale, oggi, tutti si godono i risultati, perché se non ci fosse stato il Salisburgo a fare da esempio virtuoso, difficilmente oggi avremmo tutto il resto.

salisburgo
Fonte immagine: @UsherKomugisha (Twitter)

Miniera di talento

Per esempio, è indubbio che negli ultimi anni il Salisburgo abbia immesso nel mercato europeo una mole di talenti impressionante. Da Haaland a Szoboszlai, passando per Samassekou, Haidara e Naby Keita, sono tantissimi i gioiellini passati dall’Austria da quando Red Bull ha deciso di mettere radici in città. Un processo di crescita importante, step by step, efficace quanto basta per portare in doti soldi da reinvestire in altri ragazzi da formare.

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Gli ultimi, in ordine di tempo, sono Patson Daka ed Enock Mwepu, entrambi provenienti da un paese come lo Zambia, nel quale la multinazionale austriaca ha fondato diverse scuole calcio che promuovono i valori dello sport e dell’istruzione, portando in Europa i pezzi migliori capaci di mettersi in mostra. Il primo è un attaccante affilatissimo, erede di Haaland e prossimo al grande salto: Lipsia o Premier League, ha il futuro assicurato.

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Il secondo è un mediano capace di muoversi sul centrodestra con grande autorità, ma recentemente è stato impiegato più avanti nel ruolo di suggeritore – al fianco di un elemento più tecnico alla Szoboszlai – in un 4-4-2 col centrocampo disposto a quadrato. Insomma, anche lui potrebbe seguire le orme dei suoi predecessori come Keita, Haidara e Samassekou, con il Lipsia che ne osserva da vicinissimo la crescita costante.

Il nuovo orizzonte americano

Durante l’ultima sessione di mercato invernale il Salisburgo ha acquistato Brenden Aaronson, trequartista classe 2000 arrivato per meno di 6 milioni di euro da Philadelphia. Il suo acquisto ha contribuito a consolidare l’asse con gli Stati Uniti, aperto con l’arrivo dell’estate scorsa di Jesse Marsch, allenatore forgiatosi nei New York Red Bull e poi saltato al di qua dell’oceano per mettersi alla prova in Europa.

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Aaronson ha inciso subito, ritagliandosi un posto da titolare e trovando di recente i primi assist risolutivi. Il suo è stato solo il primo arrivo di un asse che si consoliderà nei prossimi anni, vista la crescita esponenziale della MLS. Nel frattempo, il Salisburgo mette dentro innesti funzionali e che possano, a livello di caratteristiche, rispondere a un principio di adattabilità spendibile fin da subito.

La miniera Leifering

Uno dei segreti del Salisburgo risiede senza dubbio nel fatto di poter contare su una seconda squadra. Il Liefering, che milita in seconda divisione, fa da cuscinetto per il salto nel calcio professionistico di tutti i talenti di casa Red Bull. L’ultimo, di cui peraltro si parla decisamente bene, è Karim Adeyemi, attaccante classe 2002 “borseggiato” giovanissimo ad alcuni club di Bundesliga.

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Adeyemi ormai gioca fisso in prima squadra e di recente ha segnato un gol bellissimo nel match contro il Rapid. Ma il Liefering di recente ha regalato anche altri ragazzi degni di menzione, come i mediani Mohamed Camara e Antoine Bernede, passati fugacemente dalla B locale, il 18enne trequartista croato Luka Sucic, il centravanti slovacco 2003 Benjamin Sesko e l’ala sinistra Noah Okafor.

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Infine, c’è Sekou Koita, attaccante senegalese che, contrariamente agli altri, in prima squadra ci è arrivato dopo aver fatto vedere grandi cose nell’ultimo Mondiale under 20. Lui è il partner ideale per Daka, col quale compone una coppia offensiva capace di non dare riferimenti agli avversari, risultando decisivo come terminale per un sistema di gioco completo, moderno ma talvolta contestato metodo di Marsch.

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