Dopo un primo anno difficile alla Juventus, culminato con la possibilità di lasciare Torino in estate, Aaron Ramsey sta risultando uno dei giocatori più utilizzati e determinanti nel nuovo corso targato Andrea Pirlo.
La prima stagione in Italia è complicata per ogni giocatore straniero. Non mancano gli esempi di campioni che hanno incantato il pubblico della Serie A dopo aver riscontrato notevoli difficoltà iniziali: da Michel Platini a Hernan Crespo, fino ad arrivare ai giorni nostri con bomber del calibro di Edin Dzeko. Chi sta seguendo questa scia è Aaron Ramsey, apparso nella prime uscite stagionali della Juventus come un altro giocatore rispetto a quello visto nell’annata scorsa. Un acquisto che, seppur con un anno di ritardo, si sta rivelando decisamente azzeccato.
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Icona dell’ultimo Arsenal di Wenger
L’ambiente bianconero si sta finalmente godendo le qualità del talento gallese, mostrate per 11 stagioni nelle file dell’Arsenal. Arrivato nel giugno del 2008 dal Cardiff City, Ramsey preferisce i Gunners a Manchester United ed Everton per via dei notevoli attestati di stima ricevuti nei mesi precedenti da Arsène Wenger. Il tecnico del londinesi vede in lui l’ennesimo talento da far sbocciare dalle parti di Highbury e il campo darà ragione al francese.
Dopo i primi tre anni di apprendistato – in cui sono compresi due prestiti a Cardiff City e Nottingham Forest – Ramsey diventa sempre più il simbolo dei Gunners, giunti alla fase finale del ciclo virtuoso targato Wenger. Nella stagione 2013/14, con un gol al 108′ della finale di FA Cup contro l’Hull City, interrompe il digiuno di trofei che per i londinesi durava da ben otto stagioni.
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Il feeling dei Gunners con le vittorie importanti prosegue negli anni successivi, con altre due FA Cup e tre Community Shield (sempre con Ramsey tra i giocatori più decisivi). Una storia d’amore stupenda e conclusasi nel maggio del 2019 visto che il gallese, in scadenza di contratto a giugno, si è già accordato da qualche mese con la Juventus. In occasione della sfida casalinga contro il Brighton, saluta commosso il suo pubblico e porta in dote numeri decisamente importanti con i Gunners: 369 presenze, 64 gol e 62 assist.
Inizio difficoltoso a Torino, tra infortuni e ambientamento
Conclusa la sua splendida avventura all’Arsenal, Ramsey si getta anima e corpo nella sua nuova esperienza calcistica. Il gallese, oltre ad essere un’ottima occasione a parametro zero colta qualche mese prima, rappresenta un elemento di qualità da regalare al nuovo tecnico della Juventus Maurizio Sarri. Il gallese però fatica fin dalle prime settimane, dovendo fare i conti con problemi fisici che ne rallentano la preparazione estiva.
I mesi successivi non saranno migliori. Dopo l’illusorio gol al Verona nel giorno dell’esordio, Ramsey non riesce a trovare spazio con continuità nello scacchiere di Sarri. Tanto come trequartista quanto come mezzala, è lontano dai suoi standard mostrati a Londra. La sua stagione scorre via con più ombre che luci, ma comunque con un fondamentale exploit: la grande prova fornita nel 2-0 rifilato all’Inter tra le mura amiche, impreziosita da 1 gol e 1 assist.
Ramsey, da partente a fedelissimo di Pirlo
L’estate del 2020 è turbolenta per la Juventus, tra l’eliminazione dalla Champions League per mano del Lione e un mercato tutt’altro che facile. La dirigenza bianconera vuole infatti diminuire il monte ingaggi lasciando andare qualche elemento costoso e ritenuto fuori dal progetto juventino. Ramsey è tra i candidati, sia per il suo ingaggio che perché garantirebbe una plusvalenza essendo arrivato a parametro zero.
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In soccorso del gallese, voglioso di dimostrare il suo valore in Italia, arriva il nuovo tecnico Andrea Pirlo. In occasione del debutto in campionato contro la Sampdoria, Ramsey viene schierato dal primo minuto sulla trequarti insieme a Kulusevski. L’ex Arsenal non si fa sfuggire l’occasione, illuminando la manovra bianconera e fornendo a Ronaldo il pallone del definitivo 3-0.
Nella successiva sfida contro la Roma, Ramsey parte ancora sulla trequarti per poi arretrare in mediana al momento dell’espulsione di Rabiot. Due ruoli che il gallese ricopre con qualità e intensità, confermando il suo ottimo stato di forma. Un momento magico che prosegue anche in Nazionale visto che, nella sfida di Nations League contro l’Irlanda, gioca una grande gara e ritrova la fascia di capitano dopo 7 anni. Indicazioni che non possono che rendere felice Pirlo, deciso a puntare forte su Ramsey come elemento di qualità e duttilità per il suo centrocampo.