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L’espulsione di Insigne è considerato lo snodo della sfida Inter-Napoli. Un rosso considerato di troppo ma che a conti fatti non è stato decisivo ai fini della partita 

Il giorno dopo Inter-Napoli le discussioni si focalizzano ovviamente sull’espulsione di Insigne e il commento di Gennaro Gattuso. Una parola di troppo pagata con il rosso quella del capitano, una scelta che non è piaciuta all’allenatore che ha etichettato l’arbitro Massa come “troppo permaloso”. Nel post partita, davanti alle telecamere di Sky e successivamente in conferenza stampa, Gattuso non si è risparmiato cercando di non tornare sempre sull’argomento. Il richiamo è stato però troppo forte.

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Inter-Napoli, il vaffa di Insigne e la scelta ‘permalosa’ di Massa

L’esperienza lo ha spinto a giudicare l’operato dell’arbitro Massa, un’analisi nella quale ha richiamato anche il suo passato da calciatore. Per l’allenatore azzurro non si possono decidere le partite per situazioni del genere ed è anche questo che segna una netta inferiorità della serie A rispetto agli altri campionati. Gattuso ha scelto l’Inghilterra come esempio massimo per criticare la scelta di Massa per un provvedimento che secondo lui non sarebbe mai stato preso in considerazione in Premier League. Una riflessione che ha inevitabilmente diviso il pubblico. Al netto di chi ostinatamente mette in ballo la Juventus, le parole di Gattuso aprono ad un approfondimento interessante. Giusto punire un calciatore per una parola di troppo in una partita così importante?

Il Napoli non si è mai accorto dell’assenza di Osimhen

Difficile prendere una reale posizione. Gli uomini di campo tendono a giustificare atteggiamenti del genere, considerando che sono i primi a capire la pressione di determinate partite (un esempio su tutti il ‘vaffa’ di Totti a Rizzoli). Inoltre lo stesso Gattuso ha sottolineato come il momento storico sia particolare, un modo per giustificare una parola di troppo (“stiamo giocando tanto, può scappare”). In realtà paradossalmente è l’ennesima decisione arbitrale che arriva proprio per “merito” di questo periodo storico segnato dall’assenza di pubblico.

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Improbabilmente infatti la possibilità di vedere Massa sventolare il rosso ad Insigne in uno stadio pieno di tifosi. Una beffa per Insigne con un gesto che è stato condannato da parte della stampa perché con fascia di capitano al braccio. Forse è questo il vero errore, protestare in modo eccessivo senza dosare bene le parole e far pesare il ruolo di capitano, emblema di sportività, di autorevolezza, dialogo e rispetto dei compagni, degli avversarsi e degli arbitri. Una riflessione corretta ma che viene smentita da tanti precedenti (come il già citato Totti).

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Oltre il rosso, il Napoli gioca ma non concretizza

Gli audio confermano la parola di troppo di Lorenzo Insigne in Inter-Napoli, ma allo stesso tempo permettono di non soffermarsi solo ed esclusivamente sul rosso. Gattuso non può parlare di partita decisa dall’episodio anche perché il Napoli ha costruito tanto, prima e dopo l’espulsione del numero 24, senza però mai trovare la via del gol. Con Osimhen out per infortunio e Mertens costretto a lasciare il campo per un trauma distorsivo alla caviglia sinistra, gli azzurri hanno dimostrato di poter mettere alle corde una squadra come l’Inter, costruita con l’obiettivo di conquistare lo scudetto.

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Contro la Lazio un altro test probante, senza Mertens che ritornerà nel 2021 ma con la consapevolezza di poter essere pericolosi anche senza due attaccanti su tre in rosa se si considera solo Petagna e non Llorente. Gattuso lo sa e nel post partita di Inter-Napoli lo ha ammesso. “La mia squadra ha fatto una grandissima partita, ha fatto ciò che doveva e anche qualcosa di nuovo, ma i gol bisogna farli“. Non è quindi l’espulsione di Insigne il vero problema, ma l’incapacità di convertire in rete le azioni costruite. Questa la vera pecca in una partita che a conti fatti il Napoli poteva vincere con merito.

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