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Come siamo messi con i diritti tv e il canale della Serie A

Serie ACome siamo messi con i diritti tv e il canale della Serie A

I diritti tv della Serie A sono divenuti un terreno di battaglia dei club, e benché un accordo ancora manchi arriva ora una buona notizia: la cessione dei diritti negli Stati Uniti

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I diritti tv, si sa, sono ormai le fondamenta su cui si basa il calcio europeo. Ma si tratta di un mercato divenuto sempre più combattuto negli ultimi anni, facendo sorgere la necessità di nuove prospettive, specialmente in Italia.

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Nel corso del 2020, si è infatti discusso molto su come ristrutturare l’offerta mediatica della Serie A, arrivando a settembre a uno storico accordo tra la Lega e i fondi di private equity, volto alla costituzione di un canale creato e gestito dal campionato italiano, e distribuito nel mondo. A che punto siamo col progetto?

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Il canale della Lega Serie A

All’inizio del 2021 si è ricominciato a parlare con insistenza del canale della Lega Serie A, espressione appunto della nuova media company: la creazione di un canale tv e streaming su cui trasmettere le partite non riguarda infatti solo l’aspetto economico e amministrativo, ma coinvolge anche questioni tecnologiche. Per questo motivo, la Lega necessita di un partner esperto che la possa affiancare nel progetto, fornendo il personale e creando contenuti originali.

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Fonte: @cmaesport
(Instagram)

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La Lega Serie A puntava prima di tutto a incassare 1,15 miliardi l’anno dalla cessione dei diritti tv del trienni 2021-2024, ma Milano Finanza ha rivelato che, in caso di mancato raggiungimento dell’obiettivo, l’opzione preferibile sarebbe quella di un accordo con Sky. Un’ipotesi che non dispiacerebbe alla Lega, ma che di certo darebbe una sensazione gattopardesca: la grande rivoluzione annunciata nel settore dei diritti tv si concluderebbe con Sky che torna a essere il principale distributore di calcio in Italia.

C’è anche un’altra problematica: il network fondato da Rupert Murdoch ha in ballo un contenzioso con la Lega Serie A dovuto al mancato versamento dell’ultima tranche dei diritti tv dello scorso triennio (a causa dello stop per la pandemia), che equivale a 135 milioni più Iva. Un accordo sulla media company potrebbe però essere un’occasione per risolvere questa disputa.

Le alternative, evidenziava Business Insider, guarderebbero a Mediaset e Discovery (il network che in Italia produce canali come Discovery Channel, ma anche Nove, Real Time, DMax ed Eurosport).

Il 4 febbraio, i vertici della Lega Serie A si riuniranno con i consorzio dei fondi CVC-Advent-FSI per concludere la nascita della nuova emdia company. La distribuzione delle risorse dovrebbe avvenire così: 250 milioni come quota d’ingresso, poi 1,4 miliardi a fondo perduto divisi in sei tranche, 350 milioni nel 2021-2023, 117 milioni nel 2024-2026. Solo quest’anno, i club vedranno 600 milioni di euro, tra quota d’entrata e un bonus Covid da 400 milioni circa.

L’accordo, valido fino al 2026, prevede anche la famosa clausola Superlega: in caso di “modifica sportiva rilevante” nel giro di 15 anni dalla firma dell’accordo, che possa determinare una svalutazione dei diritti tv della Serie A, i fondi vedranno aumentare la propria partecipazione nella media company a svantaggio dei club.

I diritti tv della Serie A 2021-24

A inizio gennaio 2021, la Lega Serie A ha invece pubblicato un bando per l’assegnazione del prossimo triennio dei diritti tv del campionato. A fine mese è stato reso noto che sono state presentate ufficialmente quattro proposte, nell’ambito dei bandi riservati ai broadcaster, da parte di Sky, Dazn, Mediapro ed Eurosport. Due di questi pretendenti alla trasmissione del campionato italiano sono quindi aziende prese in considerazione anche per il canale proprietario della Lega.

L’ad della Serie A De Siervo ha spiegato che la cifra ideale di 1,15 miliardi non è stata raggiunta, ma che la cosa non è un problema: adesso si andrà alla trattativa privata con le singole parti, per definire gli accordi. Ha anche aggiunto che al momento l’offerta più consistente è stata quella di Dazn, che “Si propone di sostituire Sky come attore principale in Italia”.

Lunedì 8 febbraio, è stato reso noto che l’offerta di Dazn è pari a 840 milioni di euro: 740 milioni per 7 partite a giornata su ogni piattaforma, e 100 per le restanti tre ma solo su piattaforma streaming. In questo modo, è stata superata l’offerta di Sky, che ammonta complessivamenta a 750 milioni, ma che potrebbe comunque ottenere un pacchetto relativo a tre partite da trasmettere su ogni piattaforma.

L’assegnazione sarebbe dovuta avvenire giovedì 11 febbraio, ma alla fine non si è arrivati a nessun accordo. I club di Serie A, come ha ben espresso il presidente del Torino Cairo, sono scettici verso Dazn per via della fruibilità del servizio, che fin dall’arrivo della piattaforma in Italia ha ricevuto diverse critiche. La decisione è stata così rimandata di un’altra settimana. La scadenza delle offerte è prevista per il 29 marzo.

Esiste inoltre un’altra frattura all’interno dei club: 10 società (tra cui Juventus, Milan, Inter, Napoli, Fiorentina e Atalanta) sono contrarie all’ingresso di nuovi investitori nella Lega Serie A e a favore del passaggio da Sky a Dazn, mentre i restanti hanno le posizioni opposte. Una frattura anche molto pesante, tanto che nella riunione di giovedì 11 febbraio il vicepresidente dell’Udinese Stefano Campoccia (che sta con la prima fazione) ha avuto un’accesa lite con il presidente del Genoa Enrico Preziosi (che sta invece con la seconda), arrivando anche agli spintoni.

Si era parlato anche di un interessamento da parte di Amazon, già attiva sul fronte dei diritti tv della Champions League, ma alla fine l’azienda di Jeff Bezos non ha presentato alcuna offerta. Anche in questo caso, De Siervo non sembra preoccupato: “È vero che è cool lavorare con certi operatori, ma non è giusto che i tifosi debbano abbonarsi a una piattaforma in più per poche giornate”. Amazon avrebbe infatti chiesto un pacchetto sul modello inglese, lontano dalla strategia che intende al momento perseguire la Lega Serie A.

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L’asta per i diritti tv all’estero

Sempre a gennaio 2021, è stato fatto un altro passo decisivo per il futuro commerciale della Serie A, con la pubblicazione di una nota ufficiale della Lega che annunciava l’avvio dell’asta per i diritti tv di campionato e Coppa Italia in Nordafrica e Medio Oriente (due regioni da sempre molto interessate al calcio italiano: la Supercoppa italiana è stata infatti disputata sia in Libia che in Qatar e Arabia Saudita).

Anche questo bando ovviamente riguarderà i diritti tv delle stagioni dal 2021-22 al 2023-24 e sarà rivolto a 24 paesi della cosiddetta area MENA (Middle East and North Africa). Le offerte potranno essere presentate da giovedì 28 gennaio a lunedì 1° febbraio.

Nel frattempo c’è un piccolo problema di diritti tv della Serie A in Cina: Fiorentina – Inter del 5 febbraio non è stata trasmessa da PPTV, il network di proprietà di Suning, a causa dei ritardi nei pagamenti verso IMG, la società che commercalizza i diritti del campionato italiano in Cina. La questione si inserisce nel più ampio ambito della crisi di Suning, che è anche proprietaria dell’Inter.

Il 23 marzo, sebbene ancora non si sia trovato un accordo in Italia, è stata formalizzata la cessione dei diritti tv del campionato negli Stati Uniti: il network CBS ha infatti prevalso su Eurosport con un’offerta di 55 milioni di euro.

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