Casertana Viterbese, match valevole per l’ultimo turno di Serie C, si è giocato in condizioni proibitive, ma è solo l’ultimo esempio del fallimento calcistico italiano
Domenica 20 dicembre 2020 è stata scritta l’ennesima pagina discutibile del calcio italiano. Casertana Viterbese, in programma nell’ultimo turno di Serie C, è stata giocata in condizioni incredibili dalla squadra di casa, costretta – a causa di un’epidemia interna di Covid – a giocare la partita in nove uomini. Il match, inizialmente programmato nel pomeriggio, ha preso il via con quale ora di ritardo, terminando sul risultato di 0-3 per i laziali.
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La Casertana, tramite i propri canali social, ha espresso disgusto per la situazione venuta a crearsi, che ha costretto i rossoblu a giocare ugualmente la partita vista l’impossibilità di chiedere il rinvio, nonostante i 15 positivi accertati. Il motivo è molto semplice: il protocollo firmato dai club non prevede più di una richiesta a testa, che i campani avevano già utilizzato in passato.
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Ovviamente il protocollo rifugge totalmente dal buon senso, perché è ovvio che Casertana Viterbese non si sia giocata ad armi pari, venendo meno al principio della sportività. Ci sono regole che vanno rispettate, è vero, ma non si può prescindere da una certa correttezza che, a un certo punto, dovrebbe anche arrivare dai club avvantaggiati.
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In nove uomini, di cui tre in stato febbrile e in attesa dell’esito del tampone.
Siamo scesi in campo. Noi a testa alta!
Ma questa non è la nostra sconfitta.
Oggi perdiamo tutti!#CASERTANAviterbese pic.twitter.com/XN2l0Usnz2— Casertana F.C. (@CasertanaFC) December 20, 2020
Ma la storia di questa partita non può essere riassunta in poche righe. La Casertana, infatti, già nel primo pomeriggio aveva pubblicato un comunicato nel quale si diceva dispiaciuta per i propri tifosi, non potendo garantire la massima competitività in un match che si sarebbe giocato addirittura in inferiorità numerica.
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Ovviamente, alla richiesta di un rinvio, la Viterbese ha risposto di no: “A poche ore dal calcio d’inizio del match – si legge nel testo – la Casertana FC è costretta a prendere atto del diniego della US Viterbese 1908 rispetto a quello che logica vorrebbe fosse un inevitabile rinvio della partita e che per la stessa Lega Pro non è ritenuto necessario. Nel rispetto dell’art 48 comma 3 delle NOIF la Casertana FC si vede costretta a scendere in campo con un numero inferiore di calciatori rispetto agli undici titolari”.
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I ruoli di Lega Pro e ASL
Inoltre, Casertana Viterbese si sarebbe giocata con diversi giocatori campani febbricitanti, nonostante l’ultimo giro di tamponi avesse dato esito negativo. Un vero e proprio pericolo per tutti, vista la situazione, paragonabile quasi a una bomba pronta a esplodere.
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A quel punto la Casertana ha allertato l’ASL locale, che ha provveduto a un controllo con tamponi rapidi, negativi sul momento ma positivi oggi. La Viterbese non se n’è preoccupata: “Il rinvio non va concesso perché ne hanno già usufruito una volta”.
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Insomma, era veramente necessario arrivare a una situazione di questo tipo? Secondo la Lega Pro, sì: “La società Casertana – dice il comunicato – all’esito dei test effettuati, risulta avere un totale di 16 calciatori negativi al virus SARS-CoV-2 facenti parte della rosa della prima squadra. Tale situazione non ha pertanto consentito il rinvio della gara”. Poche parole, ma dense di significato all’interno di un campionato palesemente falsato.
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