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Pochi inglesi di origine asiatica: per Southgate è un problema di discriminazione

Calcio EsteroPochi inglesi di origine asiatica: per Southgate è un problema di discriminazione

Le calciatrici e i calciatori inglesi di origine asiatica sono pesantemente sottorappresentati, e il ct Southgate ha detto che il problema sta nel sistema di scouting

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Stanno già facendo molto discutere le parole del ct dell’Inghilterra Gareth Southgate, secondo cui nel calcio britannico ci sarebbe una forte discriminazione incoscia verso i giocatori e le giocatrici di origine asiatica, che parte già dalle fase di scouting.

L’allenatore dei vice-campioni d’Europa è andato a toccare un tema di cui negli ultimi tempi si sta dibattendo molto nel mondo anglosassone, ovvero quello delle discriminazioni verso la popolazione asiatica, un tempo poco considerato. Anche in questo caso, il calcio può essere una buona chiave di lettura di un più ampio fenomeno sociale.

Le parole di Southgate

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Dovremmo rivedere il nostro modo di fare scouting, perché è evidente che ci sia un pregiudizio inconscio nei confronti della comunità asiatica nel nostro Paese. Forse abbiamo sempre creduto che i calciatori con queste origini non fossero forti e atletici come gli inglesi, o come quelli di altre nazioni”. Southgate ha pronunciato queste parole in un video realizzato dalla Football Association in occasione del South Asian Heritage Month, che celebra la comunità dell’Asia meridionale nel Regno Unito.

I numeri dicono che i cittadini britannici di origine asiatica (provenienti da una vasta area che va da India e Pakistan fino all’Estremo Oriente) rappresentano il 7% della popolazione, ma nel calcio professionistico la loro presenza si riduce drasticamente fino allo 0,25%. Oggi, le calciatrici e i calciatori inglesi di origine asiatica ai massimi livelli del calcio sono pochissimi: Neil Taylor, gallese di origine indiana, ex- Swansea e Aston Villa; Hamza Choudhury, in parte bengalese e in parte afrocaraibico, al Leicester City; Mayumi Pacheco, calciatrice di origini filippine del West Ham; Yan Dhanda, anglo-indiano dello Swansea.

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Insomma, a parte Choudhury, non stiamo parlando di nomi di primissimo piano, e nelle serie minori la situazione non migliora, a dimostrare che il problema è in primissimo luogo numerico. Sono passati 60 anni dal ritiro di Frank Soo, anglo-cinese dello Stoke City e primo calciatore di origine asiatica in Inghilterra, ma la rappresentazione di questo gruppo sociale non ha fatto grossi passi avanti.

Perché ci sono pochi calciatori inglesi di origine asiatica

Come faceva notare Sean Ingle un anno fa sul Guardian, un tempo si sarebbe semplicemente detto che i ragazzi asiatici preferivano altri sport al calcio, ma un recente studio dell’Università di Manchester rivela che il 60% dei giovani britannici di origine bengalese gioca regolarmente a calcio. La percentuale è del 43% tra i ragazzi pakistani e del 36% tra gli indiani. Per fare un raffronto, tra i britannici bianchi siamo al 47%.

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Lo studio riporta testimonianze di britannici di origine asiatica che negli anni Sessanta e Settanta avevano provato a entrare in scuole calcio, venendone però allontanati con insulti razzisti o aggressioni verbali. Daniel Kilvington, autore del libro Race, Ethnicity and Racism in Sports Coaching, cita un allenatore bianco di una squadra giovanile che gli disse: “Gli asiatici non amano il contatto fisico, credo sia quello il loro problema. Infatti sono molto più bravi nel cricket”.

Una storia simile a quella che racconta Jhai Dhillon, terzino cresciuto nel settore giovanile del Chelsea, che ha detto di non aver mai avuto l’impressione di poter ambire a un posto da titolare. “È simile a quello che è successo ai calciatori neri prima che Viv Anderson esordisse in Nazionale”. Il paragone sembra calzante: Anderson divenne il primo nero dell’Inghilterra nel 1979, ma nonostante gli afro-britannici fossero da decenni una parte consistente della popolazione erano stati a lungo emarginati addirittura dal calcio professionistico.

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Maziar Kouhyar, che ha giocato in League One con il Wallsal, ha detto di aver subito numerose discriminazioni razziste nel corso della sua carriera, anche dai compagni di squadra, che lo chiamavano “terrorista” per via delle sue origini afgane. Le associazioni antirazziste e degli asiatici-britannici raccontano numerose storie simili, o di importanti osservatori che consigliano ai genitori che i propri figli sarebbero più adatti per altri sport.

Da qualche tempo, la FA ha avviato dei progetti d’inclusione e si sta confronto con varie associazioni e col governo per capire come modificare il sistema dello scouting dei giovani calciatori, che è il primo passo all’interno del mondo del calcio e che solitamente rappresenta anche il primo ostacolo. “In tutte le comunità di gioca a calcio, in tutte le zone del Paese. Quindi penso che dobbiamo espandere la nostra rete di osservazione, andare nelle zone in cui si concentrano le comunità asiatiche” ha aggiunto Southgate.

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