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Cosa succede ad Arthur: perché Allegri lo ha escluso

NotizieCosa succede ad Arthur: perché Allegri lo ha escluso

Le assenze di Arthur dalla formazione titolare della Juventus fanno interrogare i tifosi sul perché il brasiliano non trovi mai spazio in squadra. Proviamo a capire i motivi.

Una situazione per certi versi surreale, quella di Arthur Melo: in una Juventus che fatica e dimostra varie carenze a centrocampo, soprattutto in fase d’impostazione, il 25enne brasiliano valutato 72 milioni a settembre 2020, quando fu scambiato con Pjanic col Barcellona, non gioca praticamente mai.

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Appena 166 minuti in campo in questa stagione, con una media di 23,7 minuti a partita: Arthur Melo ha trascorso in campo poco più del 10% del tempo di gioco complessivo della Juventus in quest’annata 2021/2022. Cosa succede al brasiliano e quali sono i motivi della sua esclusione? Proviamo a capire.

Arthur Melo, un’esclusione che arriva da lontano

Una cosa che si nota subito, scorrendo il recente curriculum del centrocampista nativo di Goiania, è che la sua carriera in Europa è spesso stata segnata da clamorose panchine, fin da prima di approdare alla Juventus.

Arthur Melo Valverde Barcellona
Fonte foto: profilo Instagram di Arthur Melo

Già al Barcellona, Quique Setien lo mise improvvisamente fuori squadra a fine giugno 2020, facendogli calcare il campo solo per 4 minuti nella gara contro il Celta Vigo e poi escludendolo dalle successive sei. Già all’epoca scoppiarono polemiche, viste le difficoltà del Barça, ma Setien fu irrevocabile. Secondo l’opinione comune, la decisione del tecnico fu dovuta alla notizia dell’accordo tra il brasiliano e la Juventus.

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Ma pure l’anno dopo a Torino Arthur si è visto a intermittenza, spesso lasciato in panchina da Andrea Pirlo, o usato come sostituto. Ha giocato per intero solo 7 partite, ed è partito titolare dal primo minuto in appena 19 occasioni: una bocciatura su tutta la linea, almeno apparentemente. Anche perché a fine stagione in brasiliano ringraziò il suo allenatore, dicendo che “È sempre stato diretto con me, e credo che i problemi di inizio stagione ci sono stati perché credeva in me. Mi ha aiutato a crescere”.

Parole che avevano lasciato sperare i tifosi in una stagione in cui ricominciare col piede giusto il rapporto col registra sudamericano, allontanando le sirene che lo volevano lontano dall’Italia. Ma un infortunio in estate aveva subito fatto capire che l’inserimento nella nuova Juventus di Allegri sarebbe stato più lento del previsto.

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Perché Arthur non gioca con Allegri?

Gli infortuni sono stati spesso un problema per il brasiliano, che al Barcellona ha saltato in tutto 24 partite in due stagioni per vari guai fisici di diversa entità. L’ultimo lo ha tenuto fuori da luglio fino a inizio autunno 2021, ma già il 9 ottobre, dopo una buona prova in amichevole contro l’Alessandria durante la pausa delle nazionali, Arthur si era detto pronto a tornare in campo regolarmente: “Non sento più il dolore che avevo prima e questa cosa mi rende molto felice”.

infortunio arthur
Fonte immagine: @JuveFanInfoFR (Twitter)

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“È al 100%, in questo momento” aveva aggiunto Allegri, e il rientro del centrocampista pareva ormai imminente, vista anche la necessità di un uomo di pallegio e visione di gioco a centrocampo, in grado di dialogare al meglio con Bentancur e Locatelli. Invece, da allora è partito titolare in una sola occasione (quasi un mese dopo, contro il Verona) ed è rimasto in panchina nelle ultime due di campionato.

Ad Arthur si è spesso rinfacciato di essere un regista atipico, bravissimo nel possesso di palla e nel far salire la squadra, ma poco portato alle verticalizzazioni che richiede invece il gioco di Allegri. E tuttavia questo non spiega la marginalizzazione del brasiliano, che ne fa il quarto giocatore meno utilizzato della rosa bianconera (peggio di lui solo Ramsey, Rugani e Kaio Jorge).

E in questi giorni le ipotesi di un suo addio a fine stagione, se non addirittura già a gennaio, si fanno più concrete. Secondo varie fonti, il Siviglia sarebbe pronto a offrire 35 milioni per lui, ovvero meno della metà di quanto era stato valutato solo due anni fa.

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