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La rivoluzione dell’Arsenal di Arteta

Calcio EsteroLa rivoluzione dell’Arsenal di Arteta

Quando si parla di progetto rivoluzionato non si può che partire dall’Arsenal di Arteta. Sin dal suo arrivo sulla panchina dei Gunners lo scorso dicembre, l’ex vice allenatore di Guardiola ha gettato nuove basi nel DNA dell’Arsenal: là dove vi era mancanza di solidità, ha gettato piloni di cemento in fase di costruzione, dove gli errori di gioventù rischiavano di disperdere il talento ha portato disciplina, tagliando definitivamente con un passato vincente ma ormai vetusto. 

Il nuovo Arsenal: controllo

Arteta è dal 10 settembre scorso il nuovo allenatore – manager dei Gunners, un ruolo che è la diretta evoluzione di quello ricevuto nel dicembre 2019, quando ha preso il posto di Fredrik Ljungberg sulla panchina che fu di Unai Emery. Tale posizione garantisce un controllo totale allo spagnolo, che grazie a tale investitura ha potuto nel corso dell’estate già impugnare la spada della disciplina e della chiarezza. 

Prima Torreira, oggi sul mercato, poi Guendounzi: i due talenti del centrocampo dell’Arsenal sono stati passati per le armi di Arteta facendo si che tornassero nei ranghi di calciatori di una squadra che punta all’eccellenza. L’uruguaiano verrà molto probabilmente ceduto in prestito, il francesino è stato invece reintegrato e si attende il suo completo recupero di condizione per assegnarli una maglia da titolare. 

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Dimostrazione di forza? Forse. Quel che è certo è che tale controllo da parte del centrocampista ex Barcellona, PSG, Everton ed Arsenal era necessario. Riportare ordine in un coacervo di giovani craque e campioni stufi del proprio talento, riscrivere il libro delle regole dello spogliatoio e consegnare ai totem delle ultime stagioni le chiavi del futuro. Tutto questo parlando fluentemente sette lingue. 

Fulham – Arsenal: il match

Il match vinto all’esordio contro il Fulham, squadra dell’elegantissimo tecnico Parker, ha dimostrato come l’Arsenal di Arteta conosca la nozione del controllo. Un dominio sottolineato dai numeri in una gara comunque insidiosa. 

Tredici tiri di cui sei nello specchio della porta, tre goal, 54% di possesso palla e un dominio incontrastato nel corso del match che ha permesso a Bellerin di riassaggiare il campo della Premeir da titolare (23 presenze e un grande infortunio lo scorso anno), a Maitland-Niles di giocare indisturbato nella metà campo avversaria e a Willian di prendersi la scena da debuttante in Premier con la maglia dei Gunners come assist man di giornata (due assist, quasi tre per il brasiliano). 

Chi però si è più avvicinato alla rivoluzione di Arteta è stato Gabriel. Il nuovo centrale di difesa giunto dal Lille per venti milioni ha dimostrato un adattamento disarmante ai ritmi della Premier League, assumendo sulle proprie spalle il ruolo di stella polare della difesa di Arteta (disegnata a tre, con Tierney e Holding ai suoi lati) e di goleador. Si, perché il secondo goal dell’Arsenal porta la sua firma (dopo l’ennesimo angolo calciato da Willian), così come la sensazione di sicurezza che dalle parti della difesa dell’Emirates non si sentiva da un po’. 

Un match entusiasmante chiuso dal goal del capitano Pierre Aubameyang: per lui due goal in due partite ufficiali (quel Community Shield vinto contro il Liverpool alla fine di agosto) e un’investitura che lo porterà, quasi obbligatoriamente, al rinnovo di contratto con i Gunners. Arteta si è detto fiducioso, nelle prossime ore si aspettano aggiornamenti. 

Il futuro dei Gunners 

Detto degli acquisti di Willian e Gabriel (che portano ad 11 la quota di brasiliani che hanno vestito la maglia dell’Arsenal in Premier League, uno in meno solo di City e Liverpool), il 3-4-3 che Arteta ha tratteggiato all’esordio di questa Premier League di cui si ritrova capolista è il vestito adatto per un’Arsenal pronta a prendere in mano il controllo del gioco. 

Dopo anni di scorribande offensive non supportate da certezze difensive, la titolarità – sia chiaro provvisoria – di Elneny al fianco di Xhaka è sintomo di come Arteta conosca bene l’importanza degli equilibri. Col ritorno di Guendonzi all’equilibrio si aggiungerà il talento, così come si attende la titolarità di Willock, mentre in avanti il parco giochi continua a rimanere in funzione.

Arsenal: un nuovo corso

Willian, Pepé, Saka, Nelson, Nketiah (entrato sul finale di gara contro il Fulham) e il fulgido Martinelli (oggi infortunato) rappresentano le frecce a disposizione di Arteta, che al fianco di Aubameyang e Lacazette è pronto a scatenare di volta in volta i suoi talenti più puri. 

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Unica nota dolente Mesüt Özil, ormai lontano dall’Arsenal, quanto meno mentalmente. Se Arteta dovesse recuperarlo e metterlo al servizio del nuovo sistema di controllo dei Gunners, l’Arsenal rientrerebbe di diritto nelle “Top Four”, ai nastri di partenza composte da Liverpool, City, United e Chelsea. 

Si attende così il responso del campo che, ad oggi, ha visto l’Arsenal vincere contro i campioni d’Inghilterra del Liverpool nel Community Shield e all’esordio contro il  disarmato Fulham. La gara di sabato contro il West Ham potrebbe dirci di più, nell’attesa che il controllo di Arteta faccia il suo corso. 

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