Ali Daei è stato, fino alla sera del 1° settembre 2021, in testa alla classifica assoluta dei migliori marcatori della storia delle Nazionali di calcio, prima di essere superato da Cristiano Ronaldo. Ma chi è questo misconosciuto attaccante iraniano?
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Con la doppietta all’Irlanda del 1° settembre 2021, Cristiano Ronaldo è diventato primo in solitaria nella classifica dei maggiori realizzatori di sempre con le squadre nazionali. Se dell’asso portoghese ormai sappiamo tutto, l’uomo che fino a quella sera deteneva il record è un po’ meno conosciuto.
Si tratta di Ali Daei, attaccante iraniano oggi 52enne, che ha segnato un’epoca della storia del calcio asiatico ma anche europeo, divenendo molto celebre anche fuori dal suo Paese (dove è primatista di presenze, oltre che di gol, con la Nazionale). Ecco la sua storia.
Ali Daei, la stella dell’Iran
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Non è molto risaputo, ma il calcio in Iran è diffuso da tempo, tanto che già nel 1978 la formazione asiatica arrivò a disputare il suo primo Mondiale. L’anno successivo ci fu la rivoluzione islamista che, pur osteggiando molte mode occidentali, non fermò il calcio, che anzi iniziò una forte crescita, concretizzatasi negli anni Novanta.
Before tonights Portugal game just remember that Ali Daei is the top international goalscorer of all time. Bayern Munich Legend. Fashion Icon 🇮🇷 pic.twitter.com/t2bnPFrzY3
— ً (@AIirezaa) September 1, 2021
È quello il periodo in cui si affermò Ali Daei, nato nel 1969 ad Ardabil, nel nord-ovest dell’Iran, al confine con l’Azerbaijan. La famiglia di Daei, infatti, è di origine azera, come molti abitanti di Ardabil, dove negli anni Ottanta iniziò a giocare a calcio come attaccante nei ragazzi dell’Esteghlal Ardabil, esordendo in prima squadra nel 1988.
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Successivamente si trasferì a Teheran per studiare ingegneria all’università, giocando per alcuni club locali, come ad esempio il noto Persepolis, e venendo notato dagli scout di vari club della J-League, il campionato giapponese che in quegli anni era tra i più ricchi al mondo. Il trasferimento, però, sfumò per via del servizio militare, e Ali Daei poté lasciare l’Iran solo nel 1996, quando andò a giocare coi qatarioti dell’Al-Sadd.
Nel frattempo, era già divenuto molto celebre in Asia per le sue prestazioni con la Nazionale. Durante le qualificazioni ai Mondiali del 1994 segnò 4 gol in 5 partite, divenendo il miglior realizzatore del girone dell’AFC; poi, durante la Coppa d’Asia del 1996, trascinò l’Iran al terzo posto segnando 8 reti, nuovo record per la competizione.
Lo sbarco in Europa e la consacrazione
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La sua fama crebbe al punto che, nel 1997, su di lui volle scommettere l’Arminia Bielefeld neopromosso in Bundesliga. Fu il periodo d’oro del calcio iraniano, che riscosse particolare successo proprio in Germania: con lui, all’Arminia, arrivò anche Karim Bagheri; un anno dopo si accasò al Colonia Khodadad Azizi, e poi toccò a Mehdi Mahdavikia al Bochum.
Il suo giocò si sposò alla perfezione con quello in voga all’epoca in Germania, molto fisico e basato su centravanti robusti e arcigni: Ali Daei era un colosso da 190 centimetri d’altezza, una boa d’area di rigore che eccelleva nel gioco aereo, ma aveva anche uno scatto bruciante e un’ottima capacità di calciare con entrambi i piedi.
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Con l’Arminia Bielefeld disputò un’ottima stagione, segnando 11 reti in Bundesliga e venendo subito acquistato dal Bayern Monaco, dove Ottmar Hitzfeld lo utilizzò come riserva di Giovane Elber e Carsten Jancker. In mezzo alle prime due esperienze tedesche, Ali Daei aveva ricondotto l’Iran ai Mondiali nel 1998, dove i persiani ottennero una storica vittoria (anche per connotati geopolitici) sugli Stati Uniti.
La stagione al Bayern, condita dalla conquista dello scudetto e della Coppa di Lega, gli valse infine il titolo di calciatore asiatico dell’anno, sebbene subito dopo si trasferì all’Hertha Berlino, in cerca di più spazio da titolare. Restò nella capitale tedesca fino al 2002, vincendo altre due volte la Coppa di Lega, prima di fare ritorno in Asia.
Gli ultimi anni da giocatore e la panchina
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La carriera in campo di Ali Daei si spostò a Dubai con l’Al-Shabab, dopo aver conquistato da protagonista la medaglia d’oro ai Giochi Asiatici del 2002. Un anno dopo rientrò in patria, giocando ancora fino al 2007 con Persepolis, Saba Battery e Saipa. Durante quest’ultima esperienza rivestì anche il ruolo di allenatore-giocatore, vincendo a sorpresa lo scudetto.
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Nel 2008, dopo una stagione da allenatore puro sempre al Saipa, accettò la chiamata alla guida della Nazionale, dove però rimase poco e senza grandissimi risultati. Allenò diversi club nel campionato iraniano, raccogliendo i maggiori successi al Persepolis, dove ha messo in bacheca due coppe nazionali nel 2010 e nel 2011. La sua ultima panchina è stata, di nuovo, quella del Saipa, da cui è stato esonerato nell’estate del 2019.
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