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La storia di Ronnie Brunswijk: in campo a 60 anni, trafficante di droga e politico

Calcio EsteroLa storia di Ronnie Brunswijk: in campo a 60 anni, trafficante di droga e politico

Ronnie Brunswijk ha 60 anni e ha giocato a calcio a livello internazionale in un torneo CONCACAF, ma è anche vicepresidente del Suriname (e tante altre cose)

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Probabilmente ha stabilito un qualche record, anche se non giocando a livello ufficialmente professionistico: ieri sera, Ronnie Brunswijk è sceso in campo a 60 anni per un match di CONCACAF League (una sorta di torneo preliminare della Champions League del Nord e Centro America) tra il suo Inter Moengotapoe, dal Suriname, e gli onduregni dell’Olimpia.

Ma la parte veramete curiosa di questa storia non è tanto l’età di Brunswijk, quanto la sua storia personale: ex-guerrigliero negli anni Ottanta, ricercato per traffico di droga dall’Interpol, è anche proprietario del club e, in aggiunta, vicepresidente del Suriname da circa un anno.

La storia di Ronnie Brunswijk

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Come tanti surinamensi, Ronnie Brunswijk è un grande appassionato di calcio, ma la sua storia ha preso una piega diversa da quella che avrebbe voluto. Appartenente all’etnia Maroon (cioè, i discendenti degli schiavi africani fuggiti), negli anni Ottanta è entrato nei Jungle Commando, un gruppo di guerriglieri impegnati nella lotta contro il regime di Dési Bouterse.

Alla fine della dittatura, nei primissimi anni Novanta, Brunswijk si è dedicato agli affari, anche se non è del tutto chiaro come abbia fatto ad arricchirsi. Secondo le autorità olandesi, sarebbe tutto frutto del traffico di droga, e infatti nel 2000 è stato condannato per questo crimine a sei anni di prigione. Ovviamente si tratta di condanna in contumacia: Ronnie Brunswijk non ha mai scontato un giorno in carcere, e tutt’oggi è sulla lista dell’Interpol.

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Ma nel frattempo si è dedicato alla politica, sostenendo la causa della minoranza a cui appartiene e promettendo di migliorare la vita dei poveri del Suriname. In realtà, il suo successo si deve soprattutto a mosse populiste, come quando nel 2018 fece letteralmente piovere denaro sui suoi elettori mentre si trovava su un elicottero.

Nel 2020 ha accettato di concorrere come vice di Chan Santokhi, candidato socialdemocratico di origine indonesiana ed ex-ufficiale di polizia che gli diede la caccia in passato. Insieme, sono riusciti a sconfiggere proprio Bouterse, che nel 2010, a circa vent’anni dalla fine della dittatura, aveva ripreso il potere per via elettorale.

Ronnie Brunswijk e il calcio

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Il calcio, però, è rimasto nel cuore di Ronnie Brunswijk, che negli anni scorsi ha approfittato del suo successo nel mondo degli affari per fondare l’Inter Moengotapoe, il piccolo club del villaggio da cui proviene (nemmeno 600 abitanti, per capirci), dove c’è uno stadio che porta il suo nome (struttura da 5.000 posti, sita nella vicina cittadina di Moengo, meno di 10.000 abitanti).

In poco tempo, la squadra è diventata una delle più forti del Suriname, vincendo 10 titoli nazionali negli ultimi vent’anni, e raggiungendo nel 2004 la semifinale del CFU Championship, una coppa internazionale dell’area caraibica.

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Ieri, nonostante la sua presenza in campo con la fascia da capitano, l’Inter Moengotapoe non è andato oltre una pesante sconfitta per 6-0 in casa contro l’Olimpia. Un risultato che comunque non ha scoraggiato affatto Brunswijk, che infatti è stato ripreso negli spogliatoi, a fine partita, a distribuire denaro e complimenti ai suoi giocatori.

D’altronde, il calcio in Suriname resta una grande passione spesso intrecciata con la politica. Fu proprio la politica repressiva di Bouterse, degenerata nella guerra civile, a spingere molti cittadini, tra cui vari calciatori, a migrare in Olanda. E così, negli anni Novanta si sono affermati giocatori surinamesi come Kluivert, Davids e Seedorf, cresciuti però in Europa.

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