La Fiorentina, nonostante il ritorno in panchina di Cesare Prandelli, non ha ancora risolto i suoi problemi. Dennis Praet può essere l’innesto giusto per risollevare l’umore in casa viola?
Uno dei problemi maggiori riscontrati da Beppe Iachini nella sua spiacevole gestione alla guida della Fiorentina è stato indubbiamente la mancanza di un palleggiatore in mezzo al campo. Davanti alla retroguardia di Pezzella e compagni, infatti, è mancato un faro che potesse sfruttare le proprie capacità da regista.
Questo difetto sarebbe stato in parte colmato con l’arrivo di Borja Valero, ma lo spagnolo ex Inter ha dimostrato – comprensibilmente, viste le 36 candeline che spegnerà il 12 gennaio prossimo – di non poter reggere dal punto di vista fisico per larghi tratti della sfida.
Fiorentina, cosa manca?
Dall’arrivo (ritorno) di Cesare Prandelli a Firenze, un cambiamento si è visto. Con buona pace dei tifosi viola, però, quest’ultimo si è limitato all’aspetto tattico, non di certo a quello dei risultati: in attesa della sfida all’Atalanta, sono arrivate due sconfitte – 0-1 contro il Benevento e 2-0 contro il Milan – ed un pareggio in extremis, l’1-1 contro il Genoa.
Dicevamo, però, che qualcosa si è mosso: la difesa a 3 iachiniana è sparita per lasciar spazio ad una classica retroguardia a 4, ma è in mezzo al campo che i problemi sono rimasti i medesimi. La sensazione, infatti, è che quel vuoto di cui sopra sia rimasto lo stesso anche con il cambio in corsa in panchina: Prandelli vuole un regista dalle caratteristiche differenti rispetto a Pulgar, come confermato da La Nazione.
Da dove è saltato fuori il Wolfsberger
Spulciando nello spogliatoio dei toscani e circoscrivendo la conta ai centrocampisti, ne rimangono tre: Amrabat, Duncan e Bonaventura. Nessuno dei tre, però, per background e peculiarità, può ricoprire il ruolo di regista davanti alla difesa. L’ex Verona è un ottimo interditore, ma va in difficoltà nel palleggio, così come Duncan.
Bonaventura, invece, ha caratteristiche ben più offensive, che lo limiterebbero se arretrato di così tanti metri. Medesimo il discorso per Gaetano Castrovilli, che brilla se schierato in una porzione di campo più avanzata, dove possa avere più libertà per agire. Il nome che sta prendendo piede, dunque, è quello di Dennis Praet.
Praet, caratteristiche e ruolo
Il numero 26 del Leicester, approdato in Inghilterra nell’agosto 2019 dalla Sampdoria – pagato circa 20 milioni di euro – potrebbe essere la figurina ideale per completare l’album in mezzo al campo di Prandelli. Che il tecnico adotti un 4-2-3-1 o un 4-3-1-2, il belga classe 1994 sarebbe il regista a cui affidarsi.
La Spagna ha fatto un altro percorso netto in Europa
Nonostante per ben 83 partite in maglia Sampdoria sia stato schierato da mezzala – e non da vertice basso, ruolo occupato da Torreira prima ed Ekdal poi -, la sua visione di gioco ed un’ottima abilità nel palleggio potrebbero farlo divenire il cosiddetto faro ad illuminare la manovra dei viola, fin troppo stantia e prevedibile nelle prime uscite con l’ex CT della Nazionale italiana.
Con Pulgar ed Amrabat ai suoi fianchi in un 4-3-1-2 o con il solo numero 34 in un centrocampo a due nel 4-2-3-1 prandelliano, Praet può essere un diamante prezioso da affinare e valorizzare. Inoltre, la sua evoluzione tattica in carriera dimostra quanto poliedrico possa essere: da un trequartista esclusivamente adatto alla fase offensiva con l’Anderlecht ad un buon palleggiatore in mezzo al campo in Italia ed Inghilterra.
I numeri di Praet
Come detto, però, Praet nasce vicino all’area avversaria, come testimoniano i numeri: nella sua esperienza in Belgio – dall’esordio in prima squadra in poi – ha raccolto 27 reti e 39 assist in 182 presenze complessive. A Genova, com’è ovvio che sia vista la sua inedita posizione da mezzala – il più delle volte a destra -, ha raccolto 4 reti e 6 assist in 104 presenze. In Inghilterra, finora, 3 reti e 4 assist in 53 gare; l’ultimo gol con le Foxes è arrivato nel 4-0 allo Sporting Braga, ma è quello al Burnley che introduce un ulteriore punto a favore per il 26enne di Leuven: la conclusione da fuori.
Take a bow, @DennisPraet! ? pic.twitter.com/nr8QxOg9WX
— Leicester City (@LCFC) September 20, 2020
Dalle prime esperienze in Pro League alle ultime stagioni, Praet ha dimostrato di poter essere un valido cecchino nelle conclusioni dalla distanza, materia nella quale la Fiorentina fatica e non poco. I viola, infatti, sono la squadra che la distanza media di conclusioni nello specchio più corta dell’intero campionato: 14,6 metri.
In definitiva, Praet potrebbe essere l’aggiunta chiave per permettere alla Fiorentina di recuperare punti importanti in classifica. Servirà un investimento importante per strapparlo a Brendan Rodgers: Commisso accontenterà il rientrante Prandelli?
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