La ricerca del nuovo Pibe de Oro ha scandito gli ultimi trent’anni di calcio argentino: quali sono i più famosi eredi di Maradona mancati?
Ancora oggi, a quasi 30 anni dal suo addio al calcio, gli amanti del calcio discutono su chi sia stato più grande tra Maradona e Pelé. Due campioni, intendiamoci, che si sono distinti in epoche differenti e, proprio per questo, in realtà sono e sempre saranno imparagonabili. Se attorno all’asso brasiliano è stata costruita un’aurea invalicabile, nei decenni passati in Argentina si è insistito invece nel voler trovare per forza un erede del Diez.
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Inutile dire che il tentativo è miseramente fallito. Di Maradona ce n’è stato uno e uno soltanto, e per quanto un ‘certo’ Leo Messi – per certi versi – non abbia molto in meno del Pibe de Oro, la ricerca spasmodica di un fuoriclasse del quale si parlerà anche tra cento anni non poteva che portare a un grosso buco nell’acqua.
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Tutti i mancati eredi di Maradona
Eppure, soprattutto a cavallo tra il vecchio e il nuovo secolo, gli argentini hanno perseverato, forse memori delle grandi cose viste nel 1986 quando Maradona, nel pieno della sua carriera vinse quasi da solo un Mondiale. I presunti eredi di Maradona sono tanti e ognuno di loro racconta una storia differente. Per esempio, quello che più si è avvicinato al passaggio di consegne è Ariel Ortega, che con Maradona ha avuto una sorta di fusione quando al Mondiale del 1994 lo sostituì.
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In realtà, del Burrito ci ricorderemo per l’ottima carriera in patria e per i buchi nell’acqua in Italia, tra Sampdoria e Parma. Lo stesso si può dire di Pablo Aimar, anche lui figlio del vivaio del River Plate, che in Europa ha giocato tanto e bene, mantenendo però un rapporto conflittuale con la nazionale. Infatti, a un certo punto l’Argentina aveva talmente tanti numeri 10 che qualcuno doveva per forza stare fuori, e questa lotto non ha portato benefici a nessuno.
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Lo sa bene Juan Roman Riquelme, centellinato dall’Albiceleste e spesso finito fuori mirino per via di un carattere schivo e introverso. Fisicamente poi, Roman non ha mai ricordato Maradona. Era più alto, ma anche più lento in esecuzione. Ed era mancino, questo sì, ma come unica caratteristica in comune, forse, era un po’ misera per pensare di prendere il posto del Pibe de Oro.
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Da Saviola al carneade Galletti
Javier Saviola, all’inizio della carriera, veniva indicato tra i possibili eredi di Maradona, ma in realtà la sua ascesa avverrà da punta. Giocherà nel Barcellona ma, a differenza del più famoso connazionale, inciderà molto poco. Compresa nella bypassabile avventura al Verona. Molto meglio ha fatto Marcelo Gallardo, stella di Monaco e PSG: il Muñeco, il bambolotto, però si è dimostrato molto più abile di Maradona in panchina, più che in campo, diventando col River Plate uno dei dt più vittoriosi di sempre.
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Scendendo di livello, non si possono dimenticare alcuni mancati eredi di Maradona che non hanno poi mantenuto le promesse né, tantomeno, avuto carriere scintillanti. Per esempio, Andres D’Alessandro – che a quasi 40 anni disegna ancora calcio in Brasile – e il Chori Alejandro Dominguez sono diventate glorie del River Plate, ma si sono limitati a questo. Lo stesso vale per l’enano, Diego Buonanotte, che dopo Maradona ha dovuto scrollarsi di dosso anche il paragone con Messi, a causa della sua taglia.
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E infine, come dimenticare Luciano Galletti? Lui è anche stato a Napoli, seppure per un breve periodo, giocando con la maglia indossata ai tempi dal Diez. Un vero e proprio carneade, del quale si sono perse le tracce molto presto. Eppure, nonostante ciò, Galletti si tolse lo sfizio di segnare tre gol con la nazionale argentina. Niente di paragonabile al D10S, inarrivabile per chiunque. E così, probabilmente, sarà per sempre.
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