Sei mesi fa l’Atletico Madrid di Simeone festeggiava la conquista del suo secondo titolo di Liga in 7 anni. Adesso, perĂ², i Colchoneros sono in una crisi senza spiegazioni e senza molte vie d’uscita. Com’è potuto succedere?
Mai come in questa stagione il tecnico argentino è stato messo in discussione, come se fosse realmente passato di moda a 360°.
LEGGI ANCHE: BARCELLONA PIENO DI DEBITI, MA ACQUISTA FERRAN TORRES
Cholismo
Sono passati piĂ¹ di dieci anni da quando Diego Pablo Simeone si è seduto sulla panchina dell’Atletico Madrid, portandola a traguardi impensabili attraverso uno stile di gioco, il “Cholismo”, tanto brutto quanto efficace, ma che è diventato parola di uso comune. Nessun’altra panchina di una big europea è stata occupata dalla stessa persona negli ultimi 10 anni a parte quella dei Colchoneros. Prendetele tutte e vi sorprenderete vedere dove eravate nel 2011 e dove siete adesso, sempre con Simeone all’Atletico.
Con la sua tattica appiccicosa, i gol da calcio da fermo, le partite che finivano 1-0, giocatori-feticcio che tutto avevano tranne che un appeal spettacolare (Godin, Gabi, Koke, il portiere Oblak), è riuscito comunque a vincere due volte l’Europa League, due volte la Supercoppa Europea e due volte il campionato spagnolo. L’ultima, nel giugno scorso, grazie soprattutto alle reti di un Luis Suarez rigenerato dopo l’addio sanguinoso al Barcellona. Sembrava un nuovo punto di partenza, un trionfo colto mentre lo stesso Barça stava cominciando a cigolare in maniera pericolosa e con un Real Madrid forse alla fine, lui sì, di un ciclo.
Invece oggi i blancos viaggiano a meraviglia e l’Atletico Madrid ha perso rovinosamente due dei 4 trofei in palio quest’anno, e tutto in una settimana: Supercoppa di Spagna, 1-2 contro l’Athletic Bilbao, e la Copa del Rey, 2-0 a San SebastiĂ n contro la Real Sociedad. Dando un’immagina di una squadra allo sbando e totalmente spenta.
Una rosa non all’altezza
Per fare il Cholismo ci vogliono i giocatori giusti. Probabilmente l’ideale, l’uomo-immagine di questo stile simile alla lotta nel fango, ma dove tutti remano nella stessa direzione, era Diego Costa.
L’ispano-brasiliano, attualmente svincolato ma anche con 33 primavere sul groppone, era il centravanti sulla carta ma di fatto il primo difensore, disposto anche a non tirare in porta, a farsi ammonire una partita sì e una no, ma a mettere pressione sugli avversari, ovunque. In piĂ¹ segnava, eccome, specie nei suoi anni migliori. Quante volte abbiamo visto l’Atletico Madrid di Simeone vincere 1-0, o 2-0, con la partita sbloccata da un colpo di testa di un difensore o un centrocampista dopo aver azzerato l’avversario con pressing e gioco duro? Decine.
Molto del merito era di un meccanismo che partiva da un centravanti alla Diego Costa, che all’Atletico ha giocato 7 stagioni. E se sovrapponete il suo palmares a quello di Simeone troverete che sono praticamente identici.
I Colchoneros, semplicemente, non hanno piĂ¹ giocatori buoni per il gioco cholista. Non lo è Joao Felix, giovane portoghese pagato 125 milioni di euro e sempre rotto, quasi di cristallo. Non lo è nemmeno Suarez, che è piĂ¹ vecchio di un anno rispetto a Diego Costa e non ha quasi mai pressato in vita sua. Non lo è Griezmann, tornato alla base dopo la contraddittoria esperienza al Barcellona.
I nuovi pretoriani di Simeone sono gente come Carrasco, disposto a fare su e giĂ¹ per la fascia sinistra, lui che è un esterno offensivo, oppure Correa, bravissimo per caritĂ , ma due o tre spanne sotto Suarez come qualitĂ . Dopo anni passati a giocare con un 4-4-2 compatto come una legione romana, stiamo vedendo l’Atletico Madrid schierato sempre piĂ¹ spesso con un 3-5-2 molto elastico o ibrido, per coprire maggiormente la difesa. E per fortuna che ci sono centrali come Hermoso o Felipe, che possono aprirsi in fascia a sinistra.
Altri acquisti fin qua hanno convinto poco, da Llorente che è diventato un senza-ruolo da manuale (terzino a tutta fascia, terzino semplice oppure esterno offensivo) a De Paul, di cui Simeone letteralmente non sa che fare. Nel momento in cui la diga-Oblak, il portiere sloveno che cinque volte negli ultimi sei anni è stato il meno battuto del campionato, ha cominciato a perdere colpi, il disastro si è completato.
O forse semplicemente il Cholismo è passato di moda, perché è una tattica snervante a partire da chi la impone, e cioè Simeone.
Quarto nella Liga, ma col rischio di finire ancora piĂ¹ in basso, e con gli ottavi di Champions da disputare contro un’altra malata del calcio europeo come il Manchester United (e cara grazia che il Milan e il Porto si sono “suicidati”), a fine stagione potremmo assistere a una rivoluzione all’Atletico Madrid e a un clamoroso rimescolamento di carte sulle panchine europee.
Siamo su Google News: tutte le news sul calcio CLICCA QUI