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Alla fine il fiore è sbocciato vicino casa, dopo una carriera da calciatore trascorsa in gran parte sui campi della Lombardia. La terra che l’ha accolto e tirato su, dove ha piantato le tende, addirittura avviato importanti progetti. Era evidentemente destino che tutto il talento in panchina di Alessio Dionisi, quarantenne ex difensore di categoria dai piedi buoni, si manifestasse nella sua Toscana. 

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Un giardino magico, dal quale negli ultimi anni sono transitati alcuni dei migliori allenatori italiani, ambiente ideale dove lavorare e crescere in totale serenità senza pressioni di sorta. Una bottega sapientemente gestita dalla famiglia Corsi, la proprietà che ha saputo portare in alto una città di poco meno di 50 mila abitanti, divenendo un vero e proprio punto di riferimento per giovani calciatori in cerca di esperienza e allenatori finiti loro malgrado nel dimenticatoio. Spalletti, Sarri, Giampaolo. Chi più chi meno, seppur in epoche diverse, hanno potuto godere della leggerezza dell’aria di Empoli.

Modello Empoli

Ripartire, credendo in un progetto definito, coltivando talenti. Pochissime società del panorama calcistico italiano possono vantare queste virtuose qualità. Tra queste, c’è senza dubbio l’Empoli di Maurizio Corsi, da più di un ventennio stabilmente protagonista tra serie A e B. Dopo la dolorosa retrocessione di due anni fa (sancita dal “thrilling match” di San Siro con l’Inter del grande ex Luciano Spalletti) e l’ultima travagliata stagione (tre cambi di allenatore, Bucchi, Muzzi, Marino), il club toscano ha deciso di affidarsi a Dionisi

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Reduce dalla prima esperienza su una panchina di serie B alla guida del Venezia, Dionisi è certamente tra i volti emergenti da tenere d’occhio. Nonostante sia in possesso del patentino “UEFA A” soltanto dal luglio 2019, gli è stata concessa la grande possibilità di proseguire il suo percorso di crescita in una società al tempo stesso già affermata e ambiziosa.

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Di lì, la decisione di scommettere su un gruppo che rispecchiasse l’identica voglia di stupire, puntando all’obiettivo attraverso un tipo di calcio propositivo in grado di mettere in mostra i tanti giovani talentuosi che il vivaio empolese produce. Non a caso, l’Empoli è la rosa più giovane del campionato cadetto con un’età media di 23,9 anni secondo Transfermarkt.com. Un mix di gioventù e esperienza che l’ha già proiettato ai vertici della classifica, papabile protagonista in ottica promozione. 

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Dai campi di periferia alle attenzioni dei grandi club

La giovane carriera di Dionisi rispecchia in parte quella di Roberto De Zerbi, probabilmente il più fulgido esempio di allenatore in grado di imporsi al grande pubblico dopo una lunga gavetta nelle serie minori. Olginatese, Borgosesia, Fiorenzuola, Imolese, Venezia. Una strada tortuosa capace tuttavia di condurlo sempre più in alto attraverso un graduale aumento di ambizioni, collimate spesso con risultati ogni anno più brillanti.

Il precoce esonero dell’esordio avrebbe potuto minarne le certezze, invece ha rappresentato uno stimolo per fare sempre meglio raddoppiando gli sforzi. L’immagine delle sue squadre è rimasta scolpita negli occhi dei tifosi, che ancora narrano di un gioco moderno e spettacolare a cui è mancato solo il sigillo finale per restare scritto nella storia. 

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Determinato, precoce, brillante, fantasioso. Attraverso le imprese e gli scalpi conquistati nei suoi primi anni in panchina (l’ultimo soltanto qualche settimana fa in Coppa Italia ai danni del Benevento di Pippo Inzaghi) Dionisi ha stregato presidenti illustri, rischiando di complicare la vita a diversi colleghi. A concedergli la prima occasione tra i professionisti con l’Imolese, è stato il presidente Lorenzo Spagnoli, protagonista qualche anno fa con la maglia del Cervia del reality “Campioni, il sogno”.

E chissà che dopo l’eliminazione del Monza per mano della stessa Imolese durante la fase playoff della stagione successiva, anche Silvio Berlusconi e Adriano Galliani non sia stati tentati per un attimo dall’idea di affidare l’ambizioso progetto di rinascita del calcio brianzolo proprio a lui. Fantasie, suggestioni di mercato, in grado di convincere Joe Tacopina ad affidargli l’ultimo Venezia della sua presidenza (undicesimo in classifica a fine campionato) nell’estate 2019.

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Verso la consacrazione

Dopo aver tagliato il traguardo delle 100 panchine nel professionismo, Dionisi guarda con ambizione al secondo anno consecutivo in B, nel quale gli viene evidentemente chiesto di alzare l’asticella. Sostenitore di un 4-3-1-2 molto fluido, modulo tattico che negli ultimi anni a Empoli ha rappresentato spesso una costante, predilige uno sviluppo della manovra in verticale teso al veloce ribaltamento di fronte piuttosto che alla ricerca del tipico giro palla. 

Nonostante il carattere pacato, è in possesso di temperamento, voglia di arrivare e furore agonistico che pretende e trasmette ai suoi ragazzi. Un “martello” che crede fortemente nel proprio lavoro, perfezionista metodico già in grado di conquistare la fiducia del proprio presidente, entusiasta e sempre più convinto della bontà della scelta effettuata. Per sapere se ancora una volta la tranquillità della provincia toscana rappresenterà il trampolino di lancio per un giovane allenatore dalle idee innovative, basterà attendere ancora qualche mese. 

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