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Valerio Verre, un cucchiaio d’autore per riprendersi il passato

Serie AValerio Verre, un cucchiaio d’autore per riprendersi il passato

Un gol capolavoro nella città che fu la culla del Rinascimento. A pochi passi da Coverciano, per anni il posto preferito dove affidarsi alle mani sicure dei tecnici delle nazionali giovanili. Valerio Verre è sempre stato considerato come uno dei talenti più puri che il calcio italiano abbia sfornato negli ultimi anni, senza tuttavia riuscire a far combaciare la classe sconfinata di cui madre natura l’ha dotato con una carriera all’altezza. Tra rimpianti, infortuni e cambi di casacca, potrebbe essere finalmente riuscito a scrollarsi di dosso le tante incertezze accumulate e spiegare i motivi per i quali erano in tanti a pronosticare per lui un futuro da predestinato.

Una giocata da predestinato 

Aggancio di sinistro in corsa e pallonetto di destro a scavalcare il portiere avversario. Una giocata di altissima scuola, capace di regalare alla Sampdoria la prima vittoria stagionale in campionato. Una giocata alla Verre. Strabiliante ed efficace, così come lui stesso oggi appare in campo. Regista, mezzala, trequartista. L’importante è esserci, visto che sono pochi i giocatori in grado di trovare la giusta collocazione sul terreno di gioco a seconda dei ruoli. Fin dalle primissime esperienze con Quarto Miglio, Real Tuscolano e Romulea, Verre spiccava per intelligenza calcistica oltre che per le grandi doti tecniche. Capace durante la sua crescita di arretrare la propria posizione, cercando di anteporre una visione d’insieme alla ricerca della singola giocata, è riuscito a ritagliarsi uno spazio importante nelle giovanili della Roma, fino ad esordire in prima squadra con Luis Enrique allenatore

Tra i più fulgidi esempi di giovani talenti costruiti in casa da un settore giovanile considerato un fiore all’occhiello nel panorama nostrano come quello giallorosso, sembrava essere destinato a una carriera che in qualche modo potesse ripercorrere le stesse tappe di quelle di Totti, De Rossi, Florenzi e successivamente Pellegrini. Ora, non è tanto importante soffermarsi sui tanti “perché” questo non sia avvenuto, quanto piuttosto rimarcare il modo in cui il ventiseienne centrocampista romano abbia acquisito consapevolezza nonostante il tanto girovagare fino a imporsi definitivamente anche in serie A. Un percorso non semplice, caratterizzato da picchi altissimi (come la rete che sancì la promozione del Pescara nel 2016 nella finale playoff con il Trapani) e discese ripide e inattese (l’ennesima ripartenza dalla B dopo una stagione molto deludente con la Sampdoria agli ordini di Giampaolo). 

Valerio Verre, finalmente il Paradiso

Tornato decisivo nella sua seconda parentesi con la maglia del Perugia nella stagione 2018/2019 (12 reti e 6 assist), ha strizzato l’occhio all’Hellas Verona di Ivan Juric, altro personaggio in cerca di riscatto. Un’occasione colta al volo e capitalizzata al massimo, considerate le 33 presenze in campionato ma soprattutto la sua centralità nel gioco brillante dei gialloblù. Ritorno alle origini per chi come lui non ancora maggiorenne aveva attratto le attenzioni dei più grandi club europei che avrebbero voluto fortemente strapparlo alla Roma. Veder giocare Verre quando è in giornata e a suo agio nel tradurre in campo i principi di gioco del proprio allenatore è sempre stato un piacere per gli occhi, oro colato per i compagni di squadra, una prelibatezza per i palati fini. 

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Ad accorgersene in tempo, dopo Stramaccioni, De Rossi e Nesta, è stato un altro tecnico romano. Dopo aver rischiato seriamente di vederlo partire durante la sessione di mercato estiva, Claudio Ranieri si gode la ritrovata verve di Verre e medita come fare per ritagliargli stabilmente un posto in squadra. A Firenze ha spaccato la partita uscendo dalla panchina, ma è chiaro che un giocatore simile potrebbe fare le fortune di una squadra che fino a qualche settimana sembrava doversi preoccupare esclusivamente di evitare la retrocessione. Le circostanze e gli incastri di calciomercato hanno tuttavia regalato ai tifosi doriani più di un motivo per cui essere fiduciosi e c’è chi già sogna il tandem Verre-Ramirez alle spalle di Quagliarella. 

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