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Perché con Tuchel il Chelsea ha scelto un “anti-Lampard”

Calcio EsteroPerché con Tuchel il Chelsea ha scelto un "anti-Lampard"

Il Guardian ha definito Thomas Tuchel un “anti-Lampard”, tracciando un profilo opposto dei due allenatori che si sono avvicendati in questi giorni sulla panchina del Chelsea.

Ieri il Chelsea ha annunciato Thomas Tuchel come nuovo allenatore, a 24 ore dall’esonero di Frank Lampard, e sul Guardian Barney Ronay ha descritto il nuovo tecnico dei Blues come un “anti-Lampard”, analizzando il profilo e la carriera del tedesco.

Tuchel, 47 anni, è alla prima esperienza in Inghilterra, e fino a fine dicembre era allenatore del Paris Saint-Germain, con cui l’anno scorso aveva raggiunto una storica finale di Champions League. Ora, si ritrova alla guida di un club ricco e pieno di talento, ma che è fermo al decimo posto della Premier League.

Tuchel e Lampard, due mondi opposti

Ronay definisce Lampard una “celebrità sottoqualificata“, mettendo in chiaro fin da subito che non lo riteneva all’altezza del compito al Chelsea. Lampard è stato infatti un famosissimo calciatore dei Blues e dell’Inghilterra negli anni Duemila, proviene da una famiglia di calciatori (suo padre, Frank Sr, giocava nel West Ham; suo zio è Harry Redknapp, altra leggenda degli Hammers, e suo cugino è Jamie Redknapp, ex-giocatore del Liverpool) e insignito dell’Ordine dell’Impero Britannico. Ma, come allenatore, Lampard è arrivato sulla prestigiosa panchina del Chelsea a soli 41 anni, dopo una sola stagione di esperienza al Derby County, in seconda divisione.

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Fonte Immagine: @franklampard (Instagram)

Per contro, Thomas Tuchel è descritto come un “bavarese magrissimo, uber-nerd, tatticamente modernista e ossessionato dai dettagli”. A differenza dell’inglese, Tuchel è stato un calciatore mediocre, ritiratosi a 24 anni per un infortunio (all’epoca giocava all’Ulma, sotto la guida di un giovane Ralf Rangnick), ma che in breve è diventato un allenatore molto stimato, e uno dei nomi di punta del nuovo calcio tedesco. A 27 anni già allenava i ragazzi dello Stoccarda, e pochi anni dopo debuttava alla guida del Magonza, seguendo la carriera di Jurgen Klopp fino al Borussia Dortmund.

Per il giornalista inglese, Lampard era un “tactical blank”, cioè tatticamente uno spazio vuoto: non aveva una chiara idea di gioco, ma se la stava ancora costruendo; la sua era più che altro una figura carismatica chiamata a portare ordine nello spogliatoio e guidare una rosa molto giovane, trasmettendo lo stile Chelsea. Per contro, il suo sostituto è noto per praticare un calcio tecnico e offensivo, verticale e votato al pressing continuo coniato dalla scuola tedesca (il cosiddetto gegenpressing).

La netta opposizione tra i due, nelle parole di Ronay, passa anche dal loro approccio alla carriera da manager. Lampard è stato formato come allenatore già da suo zio, e già quando giocava si preparava alla nuova carriera lavorando a stretto contatto con alcuni dei migliori tecnici del mondo, come Mourinho o Ancelotti. Tuchel, invece, si è fatto da solo, “crede che allenare sia una sorta di vocazione, qualcosa da apprendere e comprendere, una disciplina intellettuale”.

LEGGI ANCHE: Come sta andando l’avventura di Werner al Chelsea

Thomas Tuchel ha saputo costruirsi da solo un’immagine credibile, nonostante gli anni al Paris Saint-Germain siano stati emotivamente molto duri, con la stampa francese e internazionale che spesso lo hanno accusato di non avere il controllo della squadra. Ha risposto con i risultati, però: in due stagioni, ha vinto moltissimo, riuscendo faticosamente a inserire tutte le sue star male assortite in un sistema di gioco il più possibile coerente, arrivando anche a reinventare Neymar giocatore a tutto campo.

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Fonte Immagine: @thomas_tuchel_fp (Instagram)

Un ruolo che, al Chelsea, potrebbe essere interpretato da Kai Havertz, una delle due stelle tedesche dei Blues, ancora in attesa di dimostrare di valere veramente gli 80 milioni pagati per lui. L’altro, ovviamente, è Timo Werner, cresciuto all’ombra di Rangnick come il suo nuovo allenatore. Inoltre, a Londra Tuchel ritroverà Christian Pulisic, che lui stesso consacrò a Dortmund come uno dei più promettenti giocatori al mondo.

Questo per quanto riguarda le cose buone, però. Il Chelsea, si sa, è uno degli ambienti più difficili in cui allenare: da quando è arrivato Roman Abramovich, nel 2004, si sono succeduti 17 allenatori; solo Mourinho è riuscito a resistere più di due stagioni qui, in entrambe le sue parentesi. In poche parole, è un ambiente con poca pazienza ed estremamente spietato, come dimostra il modo in cui è stato licenziata una leggenda locale come Lampard.

Tuchel è poi un allenatore severo e molto particolare, fa notare ancora Ronay: ha dei modi talvolta bruschi, guarda sempre le persone negli occhi, non chiama i suoi giocatori per cognome. “C’è molto da lavorare qui se, o addirittura quando, le cose cominceranno ad andare male” scrive il giornalista. E non è l’unico a pensarla così: Gary Neville, ex-difensore e oggi opinionista tv, ha salutato l’arrivo del tedesco al Chelsea dicendo che “Sarà esposto alle stesse regole di Frank e parleremo del suo esonero nei prossimi 2 anni, ne sono sicuro”.

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Fonte Immagine: @thomas_tuchel_fp (Instagram)

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