7 e 9, 6 e 8, 7 e 10. Niente tombola, visto il periodo d’incertezza. Semplicemente il rendimento in gol ed assist di Suso in Serie A nelle tre stagioni consecutive prima dell’annata 2019/2020, che ha segnato il suo passaggio dal Milan al Siviglia. Ed ora, come se la passa?
Piatek, Castillejo e Theo Hernandez. Il primo con il destro ravvicinato, il secondo ed il terzo con il sinistro, rispettivamente a giro in area di rigore e di potenza da fuori. 3-0 dei rossoneri e Spal superata negli ottavi di finale di Coppa Italia. Una gara ordinaria, ancora ricca di spettatori (32.093) prima dello scoppio della pandemia. Una sfida speciale anche per Jesús Joaquín Fernández Sáenz de la Torre, per tutti Suso.
Quei 27 minuti concessigli da Stefano Pioli segnano la sua ultima presenza con la maglia del Milan. Un rapporto divenuto sempre più rigoglioso prima e sbriciolatosi poi, incappato in una serie di difficoltà tecnico-tattiche che hanno influito anche sul suo benessere psicologico. Curioso, perché la prima vittoria con Pioli sulla panchina rossonera arrivò proprio grazie ad una perla di Suso, su punizione, contro la Spal.
A fine gennaio, dunque, il prestito con diritto di riscatto al Siviglia, divenuto obbligo una volta ottenuta la qualificazione alla fase a gironi di Champions League da parte degli andalusi. La sua avventura in Spagna, però, come sta procedendo? “Agrodolce” sembra il termine perfetto per descrivere la parabola rojiblanca di Suso.
Suso-Siviglia 1.0: bene…
Julen Lopetegui ripaga l’investimento fatto dalla società sotto consiglio di Monchi e lo manda in campo con regolarità nelle sue prime gare dal ritorno in Spagna. Alla sua terza presenza in Liga, poi, arriva la prima rete dell’iberico con la maglia numero 14: 2-2 contro l’Espanyol (gara nella quale serve anche il suo primo ed unico assist, ad Ocampos), con il classico movimento a rientrare con il sinistro. Invece di calciare sul palo opposto, però, tenta la soluzione di potenza sul legno coperto dall’ex rossonero Diego Lopez: Sanchez Pizjuan in festa, operazione rivitalizzazione avviata.
Se ti stai chiedendo se Suso anche nel Siviglia rientra sul sinistro per tirare da qualsiasi posizione, la risposta è SÌ e in una di queste foto c'è anche un gol. pic.twitter.com/jXwwWwKYyj
— Daniele V Morrone (@DanVMor) March 4, 2020
ERIKSEN, CALHANOGLU E IL MILAN: PENSIERO STUPENDO
In campionato, però, quello è stato finora l’unico squillo dello spagnolo, che sembra aver già abituato le difese alle sue movenze già note in Italia. Il limite dello spagnolo, infatti, specialmente negli ultimi anni, è sempre stato la prevedibilità in fase offensiva: l’ex tecnico del Real Madrid deve apportare alcune modifiche al suo stile di gioco, ma il nativo di Cadice sembra aver già oltrepassato la soglia dello sviluppo calcistico.
Se in campionato le cose non sono andate per il meglio – almeno personalmente, perché il Siviglia ha comunque raggiunto un ottimo quarto posto in campionato -, la stagione 2019/2020 segna il primo trofeo in campo continentale per l’ex Liverpool e Genoa. Una sua rete in semifinale contro il Manchester United porta gli andalusi all’atto conclusivo in Europa League contro l’Inter, dove la vecchia conoscenza dei nerazzurri non brilla ma festeggia a fine partita, per la gioia dei suoi ex tifosi.
…ma non benissimo
La sua seconda stagione in maglia Siviglia inizia con un cambio di numero, con Suso che indossa il 7 accantonando sia il 14 che il 41: in campionato aveva indossato il primo, in Europa il secondo. Le cose, però, non sembrano cambiare.
IL TRENO NON È ANCORA PASSATO PER MATIAS ZARACHO
Dopo alcune partite deludenti sia entro i confini della Penisola iberica che in Champions League – contro il Chelsea – l’ala destra spagnola è fuori per infortunio dalla fine di ottobre, per un problema muscolare. Ha saltato, dunque, la sconfitta con l’Athletic Bilbao e le vittorie contro Osasuna, Rennes e Krasnodar, con Munir che ha convinto nelle gare in cui ha dovuto sostituire l’ex Milan. Nell’ultima sfida di campionato, contro il Celta Vigo, altra assenza per Suso e gol di Murir.
La concorrenza si fa sentire e Suso ha bisogno recuperare ad ogni costo la condizione, perlomeno per tornare al primo posto nei pensieri per l’out di destra di Lopetegui. Insomma, bene ma non benissimo: Suso deve (ri)trovare l’imprevedibilità.