Serie A, perché l’ultima giornata non si gioca in contemporanea?

La Serie A è l’unico dei grandi campionati europei in cui l’ultima giornata della stagione non viene giocata in contemporanea: non è sempre stato così, e la decisione crea ancora molte polemiche.

Siamo arrivati all’ultima giornata della Serie A 2023/2024: in questo weekend si gioca infatti la 38a giornata del massimo campionato italiano. Si è iniziato giovedì con Cagliari-Fiorentina, poi Genoa-Bologna venerdì, Juventus-Monza e Milan-Salernitana sabato, e tra le 18.00 e le 20.45 di oggi si giocheranno altre sei partite. Si tratta della giornata della Serie A di quest’anno più “sparsa” di tutte, e contrariamente a quanto accade negli altri campionati europei le partite non si svolgono tutte in contemporaneità. “Una norma superata negli anni – spiegava l’amministratore della Lega di Serie A Luigi De Siervo – non si può giocare tutti insieme“.

Il motivo è presto detto, almeno secondo la Lega: i diritti tv fruttano di più in questo modo che costringendo i telespettatori a scegliere solo una partita tra tante. Però la contemporeaneità è un principio che gli altri campionati, pur avendo lo stesso interesse degli italiani per i guadagni dei diritti televisivi, hanno fin qui rispettato. Un principio che si basa generalmente sulla necessità di non far scendere in campo nessuna squadra che sappia già il risultato di un’avversaria per la lotta scudetto, per un piazzament europeo o per la salvezza.

Quando De Siervo parla di “norma superata”, però, si riferisce principalmente a questo: ormai è molto raro, infatti, che si arrivi all’ultima giornata senza conoscere già tutti i verdetti fondamentali della stagione. Dove questo non accade, la contemporaneità viene effettivamente garantita. In quest’ultima giornata di Serie A, per esempio, le tre candidate all’ultimo posto per la retrocessione in B giocheranno tutte alla stessa ora: alle 20.45 toccherà sia a Empoli-Roma che a Frosinone-Udinese. La Lega, l’assemblea dei club del massimo campionato italiano, si è sempre espressa in maniera abbastanza compatta contro la contemporaneità, in questi ultimi anni, per cui verrebbe da dire che sono gli stessi diretti interessati a non avere a cuore il problema. Per contro, tra i media e soprattutto tra i tifosi serpeggia da tempo del malcontento riguardo a questa decisione.

Da quando non si gioca più in contemporanea l’ultima di Serie A

Sono comunque anni che la Serie A ha deciso di rinunciare al principio della contemporaneità nel finale di campionato: l’ultimo torneo giocato seguendo questa regola è stato quello della stagione 2011/2012. Già dall’annata successiva si iniziò a dilazionare una partita rispetto alle altre: prima era solo una partita a venire anticipata al sabato sera, e poi gradualmente anche la 38a si è trasformata in una giornata di campionato come tutte le altre. Le regole lo consentono: a livello generale, si specifica infatti che queste partite andrebbero disputate alle 20.45 di domenica o “in più blocchi garantendo comunque che in ognuno di questi giochino le squadre impegnate nei medesimi obiettivi sportivi”.

Dopo anni così, la polemica era scoppiata soprattutto nel 2022, quando nel finale di campionato l’allenatore del Milan Stefano Pioli aveva detto in conferenza stampa che, per una maggiore correttezza, l’ultima giornata avrebbe dovuto svolgersi in contemporanea. In quell’occasione, i rossoneri erano in corsa con l’Inter per lo scudetto, sopravanzandoli di appena 2 punti in classifica. La Lega di Serie A fece dunque giocare le ultime partite delle due milanesi in contemporanea domenica 22 maggio alle 18.00: entrambe vinsero per 3-0 e i Milan divenne campione d’Italia. Tutti gli altri match della giornata si giocarono però tra il venerdì e la domenica a orari differenti.

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Valerio Moggia
Valerio Moggia
Nato a Novara nel 1989, è il curatore del blog Pallonate in Faccia, ha scritto per Vice Italia e Rivista Undici, e collabora con la rivista digitale Linea Mediana.

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