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Cosa chiede Bielsa ai club che lo vogliono ingaggiare

Calcio EsteroCosa chiede Bielsa ai club che lo vogliono ingaggiare

Bielsa è uno degli allenatori più amati e discussi al mondo, noto anche per la sua meticolosità e intransigenza. C’è un motivo per cui lo chiamano “El Loco”.

Quando Farhad Moshiri, il proprietario dell’Everton, ha deciso di licenziare Frank Lampard, il primo nome che ha deciso di contattare per la panchina è stato Marcelo Bielsa. Perché il Loco, 67 anni, è un allenatore di culto come ce ne sono pochissimi al mondo, uno di quelli che ha vinto pochissimo ma ha lasciato un segno indelebile ovunque sia stato. Ma è anche un allenatore molto diverso dagli altri: di solito, è il tecnico che deve convincere la società che è l’uomo giusto per loro; con Bielsa, invece, funziona al contrario.

Molto probabilmente l’affare non si farà: il Guardian dice che l’allenatore ha molti dubbi sul club, che negli ultimi sette anni ha licenziato sei tecnici. Ma la verità è anche che l’Everton difficilmente vuole accettare le richieste dell’argentino.

Il modo in cui vengono gestiti i club professionisti, di solito, si scontra con quanto Bielsa richiede. È un allenatore che vuole avere il controllo della squadra in ogni suo aspetto, e dettare regole anche alla dirigenza e alla proprietà: se lo metti al comando, lo metti letteralmente “al comando”.

Le richieste di Marcelo Bielsa ai club che lo cercano

Una delle storie più emblematiche di che tipo di allenatore e uomo sia Bielsa è questa qui. Nell’estate del 2016, il Loco accettò di allenare la Lazio, il suo primo club in Serie A, e al colloquio con il presidente Lotito chiese un profondo rinnovamento della squadra: 18 cessioni e 7 nuovi acquisti, di cui 4 da ufficializzare entro il 5 luglio, così da poter subito iniziare a lavorare con loro. Il 6 luglio, senza aver ancora concuso alcuna trattativa, la Lazio rese pubblico il contratto con Bielsa, che due giorni dopo lo rescisse, spiegando che il club non aveva rispettato il piano di lavoro approvato al colloquio.

Il caso Bielsa-Lazio è stato quello più rumoroso, ma è solo uno dei tanti possibili esempi del metodo ultra-perfezionista dell’allenatore di Rosario, e di quanto sia intransigente il suo approccio. Quando, nel maggio 2018, i dirigenti del Leeds volarono in Argentina per incontrarlo e discutere del suo ingaggio, lui si presentò con le planimetrie del centro sportivo del club a Thorp Arch, nello Yorkshire, e una lista di modifiche necessarie. Come raccontato da The Athletic, per Bielsa le modifiche erano un prerequisito fondamentale per la sua firma sul contratto.

Tra le cose che chiese, c’era la costruzione di dormitori per i ragazzi delle giovanili, spiegando anche nel dettaglio la struttura e sottolineando che dovevano essere installate prese elettrice vicino ai letti. Richiese un nuovo sistema di registrazione degli allenamenti, un aumento dei parcheggi (per ridurre lo stress di tutti i giocatori e i dipendenti del club, che la mattina arrivavano a lavoro e dovevano cercare dove metter l’auto). Volle anche il rinnovamento del piscina, rimasta fondamentalmente abbandonata dai tempi della proprietà Cellino, e la realizzazione di un’area relax con biliardo e altri giochi di società, in cui si giocatori potessero riposarsi e divertirsi insieme.

Un aspetto particolare delle richieste di Bielsa ai club è che non impone mai specifici obiettivi di mercato. Anche alla Lazio, aveva fatto una lista di “identikit” di giocatori di cui aveva bisogni, indicando ruolo e caratteristiche, ma non aveva fatto nomi né richiesto un particolare budget. Al Leeds ha dimostrato, anzi, che anche con giocatori poco noti e ritenuti di livello non eccelso era in grado di ottenere grandi risultati. E soprattutto di migliorare notevolmente i giocatori a sua disposizione: ne sono un’ottimo esempio lo sviluppo di Stuart Dallas, Patrick Bamford e, soprattutto, Kalvin Phillips, che a 25 è stato trasformato da onesto giocatore di seconda divisione a titolare della nazionale inglese e acquisto da 50 milioni del Manchester City.

In compenso, quello che non fa spendere al club in giocatori lo fa spendere per il proprio staff. Bielsa è attorniato da un vasto numero di collaboratori, e al Leeds questo gruppo arrivò a costare circa 8 milioni di sterline all’anno. Inoltre, il Loco imposta un budget per il proprio staff che il club deve corrispondere direttamente a lui: è poi suo compito risuddividere la cifra tra i collaboratori. Pare che sia molto generoso, da questo punto di vista, e non a caso questo gruppo è composto da collaboratori di lunga data, come Pablo Quiroga e Diego Reyes.

In ultimo, se avete un club di calcio e vi dovesse venire l’idea di contattare Marcelo Bielsa per la panchina, tenete presente una cosa: non ha mai accettato un lavoro a stagione in corso. Lo scorso novembre, pur avendo a disposizione la lunga pausa per il Mondiale, rifiutò la proposta del Bournemouth in Premier League, come probabilmente rifiuterà quella oggi dell’Everton.

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