Pione Sisto da promessa del calcio a seguace di una setta religiosa

Pione Sisto è stato una promessa del calcio, ma oggi è in declino e il suo nome è legato a una contraversa setta religiosa che vuole l’indipendenza dal Portogallo.

Chi si ricorda di Pione Sisto? Nella seconda metà dello scorso decennio si era affermato come una brillante ala sinistra, passando dal Midtjylland al Celta Vigo e diventando un punto di riferimento per la nazionale della Danimarca. Nato in Uganda da una famiglia di profughi del Sud Sudan, era uno dei giocatori più interessanti in Europa, eppure oggi, a 28 anni, la sua carriera sembra ormai prossima alla conclusione. Tornato al Midtjylland nel 2020, nell’ultima stagione ha giocato pochissimo, e oggi fa discutere per ragioni che col calcio hanno poco a che fare.

La rivista portoghese Visao ha rivelato il 12 luglio che attualmente, pur giocando in Danimarca, Pione Sisto possiede ancora una grande proprietà a Oliveira do Hospital, nel Portogallo centrale, vicino a Coimbra. 4,7 ettari di terreno che il calciatore usa per ospitare una controversa comunità religiosa, che si definisce come “Regno di Pineal” e che pretende l’autonomia politica dal Portogallo. La setta conta qualche decina di componenti, ed è diretta da un uomo di nome Água Akbal Pinheiro.

L’organizzazione è attualmente sotto indagine in Portogallo, e il report di Visao sta contribuendo a farne conoscere alcuni degli aspetti più controversi del suo leader, il cui vero nome è Martin Junior Kenny. È nato nello Zimbabwe e, quando aveva circa 20 anni, è emigrato a Southampton, nel Regno Unito, dove ha iniziato a lavorare e a messo su famiglia, fino a che, quando aveva 36 anni, ha iniziato a pubblicare su internet strane teorie del complotto mescolate a discutibili filosofie di vita. Cambiato il suo nome in Água Akbal Pinheiro, ha creato la sua setta e, in qualche modo, è riuscito a convincere Pione Sisto a dare a lui e ai suoi seguaci una casa in Portogallo.

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Pione Sisto, una storia in cui c’è poco da ridere

Molti aspetti di questa vicenda, a tratti bizzarra e a tratti inquietante, sono ancora sconosciuti. Di certo, questa può essere considerata l’ennesima tappa nel percorso autodistruttivo del talento di Pione Sisto, che dopo gli esordi di successo con il Midtjylland è precipitato in una spirale discendente, dovuta a ragioni tutt’altro che sportive.

Durante il suo periodo al Celta Vigo, l’ala mancina danese aveva iniziato a condividere online strani messaggi complottisti. Nel maggio 2019, aveva poi confessato su Instagram di avere seguito per 21 giorni una dieta a base di sola frutta, riconoscendo di avere “perso il controllo”. Durante la pandemia, però, la situazione nuovamente era peggiorata: a marzo 2020, durante il lockdown, in preda a un attacco d’ansia, uscì di casa e salì in macchina, guidando da Vigo fino alla Danimarca per tornare a casa dai genitori. Una mossa che gli costo una sanzione per aver violato il lockdown, ma che segnò di fatto anche la fine della sua esperienza al Celta.

Solo pochi mesi dopo, Pione Sisto aveva confessato di soffrire di forti crisi depressive, iniziate durante i Mondiali del 2018. Ha poi fatto ritorno in Danimarca, ma da allora la sua carriera da calciatore non è riuscita a risollevarsi. E la sensazione è che questa fragilità, in mancanza dell’aiuto adatto, lo abbia spinto tra le braccia della setta di Água Akbal Pinheiro.

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Valerio Moggia
Valerio Moggia
Nato a Novara nel 1989, è il curatore del blog Pallonate in Faccia, ha scritto per Vice Italia e Rivista Undici, e collabora con la rivista digitale Linea Mediana.

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