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Pelé Maradona e gli altri, i grandi che non ci sono più

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Pelé, Maradona e gli altri: tutti i grandi che non ci sono più, tra quelli che hanno fatto la storia del calcio. Ecco una lista per appassionati.

Il campionissimo brasiliano Pelé è solo l’ultimo di questa Spoon River del pallone, l’elenco dei migliori di sempre che hanno lasciato orfani gli appassionati e i tifosi di tutto il mondo e di tutte le età.

Pelé e Maradona (più Crujiff)

Impossibile dimenticare l’altro gigante morto di recente, il 25 novembre del 2020. Diego Armando Maradona ha già avuto i suoi numerosi omaggi, a partire dall’intitolazione dello stadio di Napoli.

Tuttavia il “duello a distanza” tra questi due miti, su chi fosse il migliore di sempre, ancora oggi divide i tifosi. Non hanno mai giocato contro, si sono solo sfiorati, quando uno (il brasiliano) ha smesso, l’altro stava per cominciare.

Tra di loro il rapporto è sempre stato cordiale, quello tra due caratteri decisamente agli antipodi. Si ricordano partecipazioni divertite a trasmissioni televisive e una sorta di compiacimento reciproco nello stimolare la discussione sul migliore di sempre.

Discussione in cui bisogna far rientrare per forza un altro gigante morto non tanto tempo fa, e cioè Johann Crujiff. L’olandese ha rivoluzionato il calcio negli anni Settanta sia con l’Ajax che in nazionale, tanto che nel 1974 riuscì a dare una ripassata al Brasile campione del mondo in carica (ma senza Pelé).

Il “profeta del gol” è morto nel 2016 lasciando un enorme vuoto. Per chiudere un ipotetico poker di grandissimi del calcio possiamo aggiungere qua Alfredo Di Stefano, la “Saeta Rubia”, eccezionale giocatore argentino trapiantato in Spagna, vincitore di tutto col Real Madrid e Pallone d’Oro due volte, nel 1956 e nel 1959.

Pelé e i campioni del mondo

Il Brasile intero sta piangendo la morte di “O Rei”, ma già nel 1983 quando se ne andò Garrincha, divorato dall’alcol, furono giorni di grande commozione. Perché lui era “Alma do pouvo”, l’Anima del popolo, oltre che protagonista nelle vittorie mondiali del Brasile nel 1958 e nel 1962.

Di quel quadrato magico, Garrincha-Didì-Vavà-Pelé, tuttavia non è rimasto nessuno. Anche Didì e Vavà (uno dei pochissimi calciatori ad aver segnato in due finali diverse dei mondiali, 1958 e 1962) sono morti tempo fa, nel 2001 e nel 2002.

Molta commozione anche quando è morto Gerd Muller, il giorno di ferragosto del 2021. Malato di Alzheimer, l’ex Pallone d’Oro era stato protagonista assoluto nel mondiale vinto dalla Germania Ovest nel 1974, oltre che bandiera del Bayern Monaco. Nel 1970, mentre Pelé col Brasile conquistava la coppa del mondo lui ne diventava capocannoniere con 10 gol.

Che dire di Paolo Rossi, allora, a proposito di Palloni d’Oro e di campioni del mondo? Se n’è andato il 9 dicembre del 2020 e siamo ancora tristi, qua in Italia. Di quella squadra che trionfò nel 1982 anche Gaetano Scirea ci ha lasciati, nel 1989, in un tragico incidente stradale.

Pelé e gli altri fenomeni del pallone

Non hanno mai vinto il mondiale ma sono stati fenomenali altri grandissimi nomi della storia del calcio che ormai ci guardano dall’alto. Ferenc Puskas, simbolo dell’Ungheria bellissima ma sconfitta, il mancino terribile del Real Madrid, se n’è andato nel 2006 anche lui colpito dall’Alzheimer.

Nel gennaio scorso è scomparso anche Paco Gento, che di quel Real Madrid leggendario con Di Stefano e Puskas era “semplicemente” l’ala sinistra, anche se è il calciatore più vincente nella storia della Coppa Campioni: 6 trionfi per il cantabro, nessuno come lui.

Una fine un bel po’ più tragica e triste, invece, per George Best, vittima dell’alcolismo e di una vita sregolata anche se con varie pennellate disegnate sul campo. “Pelé good, Maradona better, George.. best”, in quel gioco di parole con il suo cognome, da buono a migliore nella lingua inglese.

Best il mondiale non l’ha mai giocato, l’Irlanda del Nord era ancora troppo debole. Però Eusebio sì, col Portogallo nel 1966, dando una lezione al Brasile in un’edizione in cui Pelé era stato toccato duro. La “pantera” del Benfica ha vinto la Coppa Campioni ed è morto nella sua Lisbona nel 2014.

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