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UFFICIALE: È morto Mino Raiola, il procuratore che dominava il calcio europeo

In Primo PianoUFFICIALE: È morto Mino Raiola, il procuratore che dominava il calcio europeo

È morto Mino Raiola, uno dei più famosi e discussi procuratori al mondo del calcio, che gestiva gli affari diversi importanti giocatori, in Italia e non solo.

Giovedì 28 aprile, la notizia della morte di Mino Raiola aveva fatto motlo discutere, ma nel giro di un’ora l’ufficio stampa del procuratore italo-olandese aveva smentito il fatto, spiegando che Raiola era stato ricoverato al San Raffaele di Milano ed era ancora vivo. Nonostante questo, le sue condizioni erano state poi subito descritte come “gravissime”, e alla fine nel pomeriggio di sabato 30 aprile ne è stata ufficialmente annunciata la morte.

Mino Raiola aveva 54 anni ed era una delle figure più iconiche del mondo del calcio dell’ultimo periodo, emerso nel corso degli anni Duemila come agente di procuratori in Olanda e divenuto celebre per le sue capacità di contrattazione, spesso anche molto criticate.

Nell’arco di vent’anni, è arrivato a controllare le carriera di alcuni dei più forti e noti calciatori del mondo, come Zlatan Ibrahimovic, Paul Pogba, Erling Haaland e Gianluigi Donnarumma. Spesso accusato per cercare continuamente di chiedere ai club stipendi (e commissioni) elevate per i suoi assistiti, era molto amato da giocatori che lavoravano con lui ma anche molto contestato dai tifosi.

Mino Raiola, le cause della morte

Le cause della morte di Raiola non sono ancora state rese pubbliche, ma da tempo girava voce di un suo stato di salute non ottimale: già prima della fake news sulla sua morte, diffusa nel primo pomeriggio di giovedì 28 aprile, il procuratore era stato ricoverato al San Raffaele di Milano il 12 gennaio, e l’Ansa aveva riportato di un’operazione d’urgenza, che però era stata prontamente smentita dal suo ufficio stampa. Secondo la versione ufficiale, era stato “sottoposto a controlli medici ordinari con necessità di anestesia. Si tratta di controlli programmati, non c’è stato nessun intervento d’urgenza”.

Poche settimane dopo, però, nuovamente si era tornato a parlare di un suo ricovero d’urgenza al San Raffaele e di gravi condizioni di salute: la Bild aveva detto che Raiola era stato improvvisamente ricoverato in terapia intensiva a causa dell’aggravamento di una malattia polmonare non collegata al Covid. A darne la notizia era stata la Bild, noto giornale tedesco, che aveva precisato che il procuratore era stato improvvisamente ricoverato in terapia intensiva.

L’ufficio stampa di Raiola aveva nuovamente smentito notizie sulla sua salute il 28 aprile, quando diversi organi di stampa italiani e stranieri ne avevano addirittura dichiarato la morte, ma già l’Ansa, la prima a smentire il fatto, aveva parlato di condizioni “gravissime” per il procuratore. Infine, intorno alle 16.00 di sabato 30 aprile l’annuncio della morte di Raiola è stato comunicato ufficialmente dalla famiglia, attraverso il profilo Twitter ufficiale.

Chi era Mino Raiola e chi erano i suoi giocatori più celebri

Carmine Raiola, detto Mino, era nato a Nocera Inferiore, in provincia di Salerno, il 4 novembre 1967, ma i suoi genitori si erano trasferiti quando lui era ancora piccolissimo ad Haarlem, nei Paesi Bassi. Lì, il padre meccanico iniziò presto a gestire un ristorante, dove il giovane Raiola incomincò a lavorare come cameriere.

Dopo una breve carriera, interrotta a 18 anni, nelle giovanili dell’Haarlem, si era iscritto all’università per studiare giurisprudenza, ma non aveva mai concluso gli studi. Aveva invece iniziato una piccola attività imprenditoriale e iniziato a muoversi nel mondo del calcio olandese: prima aveva lavorato un po’ come direttore sportivo della squadra della città che lo aveva adottato, e poi si era accordato con il sindacato dei calciatori dei Paesi Bassi per fare da rappresentante all’estero dei giocatori locali.

Una carriera che gli ha permesso di avere un ruolo in alcune importanti contrattazioni tra Italia e Paesi Bassi negli anni Novanta, come l’arrivo di Brian Roy dall’Ajax al Foggia nel 1992, e quello di Wim Jonk e Dennis Bergkamp sempre dai Lancieri ma stavolta all’Inter, nel 1993.

Tuttavia, Raiola doveva la sua fama agli affari conclusi da procuratore a partire dagli anni Duemila, e in particolare dal trasferimento di Zlatan Ibrahimovic, nell’estate del 2004, dall’Ajax alla Juventus. Da allora, la sua fama è andata crescendo, e così anche la sua influenza nel settore, pari solo a quella del collega portoghese Jorge Mendes. Raiola si è presto ritrovato a gestire le carriere di alcuni dei più importanti calciatori al mondo, monopolizzando di fatto l’area belga e olandese, una delle più dense di giovani talenti in Europa.

È stato, ovviamente, anche al centro di casi controversi, come l’addio di Gianluigi Donnarumma al Milan, nell’estate del 2021, fatto per cui si era vociferato di una rottura, mai confermata, tra lui e il club rossonero, che si sarebbe rifiutato di trattare ancora con il procuratore italo-olandese. Tra i giocatori più noti della sua scuderia, ricordiamo inoltre Matthijs de Ligt, Marco Verratti, Stefan de Vrij, Hirving Lozano, Moise Kean, Alessio Romagnoli e Denzel Dumfries.

Nel 2020, la rivista statunitense Forbes aveva stimato il suo fatturato in 84,7 milioni di dollari, che ne facevano il quarto procuratore sportivo più pagato dell’anno a livello mondiale, e il terzo del calcio, dietro a Jonathan Barnett dell’agenzia ICM Stellar Sports e a Jorge Mendes.

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