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Perché Marcos Alonso non si inginocchierà più contro il razzismo

Calcio EsteroPerché Marcos Alonso non si inginocchierà più contro il razzismo

Marcos Alonso, ex-terzino della Fiorentina oggi in Premier League con il Chelsea, ha detto che non si inginocchierà più contro il razzismo. Ecco perché.

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Una scelta che farà discutere, quella di Marcos Alonso, terzino sinistro del Chelsea campione d’Europa con un passato nella Fiorentina: lo spagnolo ha infatti annunciato che non si inginocchierà più prima delle partite, un gesto da oltre un anno diffuso nel calcio britannico come supporto alla causa antirazzista di Black Lives Matter.

Un tema da sempre divisivo, come hanno dimostrato le polemiche avute qua in Italia durante gli Europei riguardo il gesto del cosiddetto kneeling, ma molto sentito nel mondo dello sport anglosassone. Alonso, comunque, ha spiegato le motivazioni dietro la sua decisione, messa in pratica già da qualche partita in campionato.

La motivazione di Marcos Alonso

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Tema delicato e scivoloso, che si presta a strumentalizzazioni e fraintendimenti, com’è successo la scorsa primavera con Wilfried Zaha: l’attaccante ivoriano del Crystal Palace aveva infatti deciso di non inginocchiarsi più, finendo per essere usato come esempio da una parte pubblico che fischiava i giocatori che si univano alla protesta. Zaha, però, ha sempre ribadito che il suo gesto era per mantenere viva l’attenzione sul problema del razzismo, e incoraggiare le istituzioni del calcio a prendere seri provvedimenti.

“Penso che questo gesto stia un po’ perdendo di forza” spiega oggi Marcos Alonso, che ci ha tenuto a precisare di supportare a pieno la lotta contro il razzismo nel calcio. Sulla scia di quanto detto in passato da Zaha, anche lo spagnolo ritiene che il gesto dell’inginocchiarsi stia diventando una consuetudine e perdendo la forza che aveva in origine. Per questo, ha scelto un’altra forma di protesta.

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“Sono totalmente contro il razzismo e ogni forma di discriminazione. – ha proseguito – Però preferisco puntare il mio dito sulla scritta che dice: ‘No al razzismo’, proprio come fanno in altri sport, compreso il calcio, in altri paesi. Preferisco fare in questo modo e, ovviamente, ribadire in maniera chiara che sono contro il razzismo e che rispetto tutti”.

Le reazioni alle parole di Marcos Alonso

A dispetto del discorso più ampio fatto dal difensore spagnolo, le sue parole sono andate immancabilmente a rimbalzare favorevolmente nella propaganda della destra britannica, a partire da Nigel Farage, noto sostenitore della Brexit e con una lingua lista di “incidenti” razzisti che riguardano in prima persona lui o altri componenti del suo partito.

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“Abbiamo preso la decisione di inginocchiarci – ha spiegato invece Thomas Tuchel, allenatore del Chelsea – ma forse a volte serve interrompere una routine per risvegliare gli animi e produrre un nuovo dibattito”.

Nessuna reazione nota, per il momento, da parte dei compagni di Marcos Alonso, tra cui figrano anche giocatori che in passato hanno subito insulti razzisti (James, Kanté, Lukaku). “Non ne abbiamo parlato nello spogliatoio – ha precisato lo spagnolo – Non penso che ce ne sia bisogno ma, ovviamente, se dovessi parlarne con qualcuno ripeterei le stesse cose e non credo ci sarebbero problemi”.

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