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Hakimi, Mahrez e l’impegno dei calciatori per la Palestina

CuriositàHakimi, Mahrez e l'impegno dei calciatori per la Palestina

Le recenti violenze in Palestina sono state al centro dei messaggi diffusi sui social da Hakimi e Mahrez, ultimi due esempi di calciatori che hanno preso posizione sul conflitto in Medio Oriente

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Nella mattinata di oggi è circolato molto sui social il tweet di Achraf Hakimi, terzino ispano-marocchino dell’Inter in supporto alla causa palestinese, che utilizza l’hashtag #FreePalestine.

Una presa di posizione riferita ai recenti drammatici eventi avvenuti in queste ore in Medio Oriente, ultimi episodi di un conflitto che dura almeno dalla fine degli anni Quaranta.

Cosa sta succedendo in Palestina

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Il riaccendersi degli scontri risale allo scorso giovedì, quando gruppi di estremisti di destra israeliani hanno iniziato ad aggredire dei manifestanti arabi palestinesi a Gerusalemme Est, l’area cittadina tradizionalmente destinata a questi ultimi. La polizia è intervenuta a separare i gruppi, ma ha finito per inasprire le tensioni.

Nel giorno seguente, le forze dell’ordine israeliane si sono rese protagoniste di diverse aggressioni contro i palestinesi, impegnati a festeggiare l’ultimo giorno del Ramadan. L’episodio più cruento è stato quello dell’attacco alla moschea di Al-Aqsa.

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A Gerusalemme Est, però, ci sono tensioni già da una settimana, in particolare nel quartiere di Sheikh Jarrah, con manifesanti arabi che accusano il governo di Netanyahu di portare avanti una politica di sfratti sistematici nel quartiere, per cacciare i palestinesi e farvi insediare israeliani ebrei.

Inoltre, questa settimana culminerà anche nella commemorazione di sabato 15 maggio del Giorno della Nakba, che ricorda l’esodo dei palestinesi dopo la sconfitta contro gli israeliani nella guerra del 1948, evento che diede inizio al conflitto mediorientale.

Le reazioni nel mondo del calcio

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Soprattutto negli ultimi giorni, le violenze in Palestina hanno attirato l’attenzione internazionale, con molte immagini shockanti diffuse dai media. Domenica, i giocatori del Club Deportivo Palestino – una squadra cilena fondata da immigrati palestinesi e molto legata a ciò che succede in Medio Oriente – sono scesi in campo indossando la kefiah, indumento tipico degli arabi della Palestina.

Poi, è arrivato il messaggi di Hakimi. Il terzino dell’Inter è di religione musulmana, e avverte probabilmente in maniera molto forte il problema mediorientale, ma già in passato aveva preso posizione per i diritti umani: l’anno scorso, quando ancora giocava al Borussia Dortmund, durante una partita aveva indossato una maglietta con un messaggio sul caso di George Floyd, l’afroamericano assassinato da un poliziotto bianco nel maggio 2020 a Minneapolis. Inizialmente si era parlato anche di un intervento di un altro interista, Christian Eriksen, ma il post su Facebook non proveniva da un profilo ufficiale.

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L’interista non è l’unico caso di personaggio del mondo del calcio che, negli anni, sia intervenuto sulla questione israelo-palestinese. Nel 2005, José Mourinho sostenne in prima persona una partita tra bambini delle due diverse etnie. Diversi appelli sono stati sottoscritti negli anni e, in passato anche Cristiano Ronaldo si è segnalato per una grossa donazione alla causa palestinese.

Anche l’attaccante franco-algerino del Manchester City Riyad Mahrez, finalista della Champions League, ha pubblicato sui social un messaggio in favore della Palestina, e dopo di lui sono arrivate altre prese di posizione pro-palestinesi da parte di noti calciatori musulmani: Mohamed Salah del Liverpool e Sadio Mané del Liverpool, Benjamin Mendy del Manchester City. I tifosi del Celtic Glasgow hanno poi esposto delle bandiere palestinesi all’interno del proprio stadio, rimosse poi dal club. Ismail Bennacer del Milan ha pubblicato un messaggio sulla fine del Ramadan, dedicando un pensiero ai “popoli oppressi che non possono festeggiare come vorrebbero”.

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Grandi polemiche sono state scatenate in Israele da un post su Instagram molto duro del centravanti della Nazionale Munas Dabbur, in forza all’Hoffenheim: “Non pensare che Allah non veda cosa fanno gli oppressori, sta solo aspettando il loro giorno del giudizio”. Dabbur è di origine palestinese e di religione musulmana, mentre altri noti personaggi del calcio israeliano ma di origine ebraica (Eran Zahavi del PSV Eindhoven, Shon Weissman del Real Valladolid, Manor Solomon dello Shakhtar Donetsk, oltre all’ex-Liverpool Yossi Benayoun) si sono tutti schierati con il proprio governo.

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