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Calciomercato, perché in Serie A si spende poco

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Calciomercato, in Italia si sta spendendo poco in questa finestra di trattative: il confronto con gli altri campionati.

Il calciomercato è nel proprio momento clou, con le squadre che cercano i colpi per consegnare le squadre ai propri allenatori in vista dell’inizio del campionato. È una finestra di mercato molto particolare, senza tantissimi movimenti, rallentata dalle difficoltà economiche derivanti dalla pandemia. Un mercato con pochi soldi, che non sta battendo grandi colpi, almeno in Italia.

In Serie A si sta spendendo molto poco in questo calciomercato, una tendenza immaginabile, confermata dal confronto con gli altri campionati. Non a caso le big italiane hanno deciso di puntare più che altro su allenatori di grande profilo, per rivalutare le proprie squadre non avendo la forza economica di migliorare sensibilmente le proprie rose. Vediamo dunque com’è la situazione del calciomercato in Italia e il confronto con gli altri campionati.

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Calciomercato Serie A: la situazione

Al momento, in Italia sono stati spesi in questa finestra di mercato 274,64 milioni di euro, a fronte di 251,67 milioni in entrata. Il saldo vede un passivo di 22.97 milioni, ma la situazione presto potrebbe ribaltarsi con le imminenti cessioni di Romero al Tottenham e soprattutto di Lukaku al Chelsea. Due operazioni che insieme segnano quasi 200 milioni in entrata per il bilancio complessivo della Serie A.

Sono pochi i milioni spesi, così come pochi sono i colpi messi a segno. L’Inter ha evidenti difficoltà economiche e ha fatto segnare solo il colpo Calhanoglu a zero. Il Milan è stato impegnato coi riscatti, confermando a Milano Theo Hernandez, Brahim Diaz e Tonali. La Juventus ha preso solo il baby fenomeno Kaio Jorge, la Roma ha piazzato i colpi Shomurodov e Rui Patricio, mentre la Lazio si è concentrata sui colpi a zero come Felipe Anderson e Hysaj. Immobile il Napoli, mentre l’Atalanta si è rinforzata dietro.

Presto alcuni movimenti in entrata potrebbero arrivare da Inter e Atalanta, a fronte però di due cessioni pesanti come quelle di Lukaku e Romero. Dalle altre non si aspettano grandi colpi, se non a fronte di importanti cessioni. Questa è la tendenza del mercato in Italia: senza cessioni non si compra.

lukaku
Romelu Lukaku of FC Internazionale during the Serie A football match between SSC Napoli and FC Internazionale at Diego Armando Maradona Stadium in Napoli (Italy), April 18th 2021. Photo Andrea Staccioli / Insidefoto

Il confronto con l’estero

La Serie A si trova al terzo posto nella classifica dei campionati che hanno speso più in questa finestra di mercato. Davanti alla Ligue 1, che compete con quasi il solo PSG, e alla Liga, altro campionato in netta difficoltà dal punto di vista economico. Davanti ci sono la Bundesliga, unico campionato col bilancio in attivo tra entrate e uscite, e ovviamente la Premier League.

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623,69 sono i milioni spesi dalla Premier in questo mercato, più del doppio dei 293,17 della Bundesliga seconda. Numeri mostruosi, destinati ad aumentare con l’imminente colpo Lukaku da parte del Chelsea. Numeri che certificano il divario incolmabile tra la Premier e gli altri campionati.

In Inghilterra solo ci sono soldi da spendere, poi c’è la Bundesliga che riesce a reggersi con una sorta di autarchia, come testimoniano i 334,75 milioni incassati e i 41,58 milioni di plusvalenza attiva tra entrate e uscite in questa finestra di mercato. Due universi per ora irraggiungibili, uno per ricchezza e l’altro per organizzazione. Alle loro spalle la Serie A, ma anche la Liga, annaspano tra le loro evidenti difficoltà.

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