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Calciomercato e ruolo dell’agente al tempo del COVID-19

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Da pochissimo ripreso anche in Italia, il calcio prova ad andare avanti per la sua strada ma, al tempo stesso, si interroga su quanto possa cambiare tutto quello che lo circonda a causa della pandemia di COVID-19. Inevitabilmente alcune novità ci saranno. Altre, invece, come un anelito di shakespeariana memoriana, produrranno tanto rumore senza però portare modifiche sostanziali.

Delle possibili novità del calciomercato e del ruolo dell’agente abbiamo parlato, in un’intervista esclusiva, con Luca De Simone, agente (tra gli altri) del centrocampista Rolando Mandragora.

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Come cambiano il calciomercato e il ruolo dell’agente al tempo del COVID-19: intervista a Luca De Simone

In queste settimane si parla tantissimo di un calciomercato che, a causa del COVID-19, potrebbe essere molto diverso.

“La mia lettura è un po’ controcorrente. In questi giorni hanno intervistato tanti  operatori di mercato importanti e molti Direttori Sportivi. Per tutti sarà un mercato diverso, fatto di scambi. Ormai è già diventata una routine rilasciare queste dichiarazioni. Io vado controcorrente e dico che questa cosa è un po’ una pantomima. Penso che riguardi un mandarsi messaggi in codice per tentare di tenere basse le trattative, si tratta di schermaglie. Alla fine poi cambierà poco. I calciatori di prima fascia non avranno un gran cambio di prezo, nessuno ha intenzione di svendere i proprio giocatori pur sapendo che già nella prossima stagione i prezzi ritorneranno gli stessi. Parlando ipoteticamente potrei fare l’esempio di Zapata dell’Atalanta. Se il club decidesse di valutare le offerte per questo calciatore, sapendo che rispetto alle quotazioni pre COVID-19 l’attaccante potrebbe andar via per 40-50 milioni di euro, non lo cederà di certo quest’estate a 30. Molti riconfermeranno la rosa per poi aspettare il calciomercato successivo, in cui i fatturati torneranno al livello precedente. Fondamentalmente un giocatore o viene ceduto alla cifra pre coronavirus, oppure resta in rosa”.

Com’è invece la situazione per quanto concerne i calciatori che sono in scadenza di contratto o quelli che, a scadenza vicina, potrebbero decidere di non rinnovare? Un esempio lampante da fare potrebbe essere quello di Milik.

“Diciamo che sostanzialmente anche per questo non cambia nulla. Perché nei prossimi giorni uscirà un modulo federale che permetterà ai club e ai giocatori di prolungare per i prossimi 2 mesi i loro contratti. Sarà un modulo tecnico per i compensi di luglio e agosto, sarà omologato e permetterà a tutti i club e i giocatori di terminare il campionato. Nel mentre, seguendo l’esempio citato, le trattative andranno avanti per Milik come se dovesse affrontare il suo ultimo anno. La trattativa sarà esattamente come prima. Gli agenti e il DS parleranno con le stesse dinamiche e le stesse difficoltà che avrebbero trovato con il campionato fino a giugno. Il prolungamento non cambierà nulla”.

Il cambiamento di date del calciomercato invece può portare scompiglio?

“Secondo me non cambia nulla neanche in questo perché ci sono tantissime questioni in sospeso che verranno risolte durante queste 13 partite rimanenti. Saranno pochissime le decisioni prese perché tanti attualmente sono ancora sotto esame. Siamo davanti a un campionato incompiuto, si è fermato nel momento delle decisioni su giocatori e allenatori. Ala fine delle partite ci troveremo ad agosto, con un mese alla data del primo settembre che riguarda la partenza del mercato, che a questo punto non sarà di due mesi ma di un mese. Le tempistiche e le dinamiche rimarranno più o meno le stesse. Non ci saranno grandi operazioni da oggi fino a fine campionato e il mercato durerà di meno, quindi agosto e settembre vedranno una sequela di manovre”.

Responsabilità nel “nuovo” calciomercato

In tutto ciò, dopo questa pandemia lei ritiene che ci sarà un cambiamento per quanto riguarda l’importanza del ruolo dell’agente e della sua percezione mediatica?

“La risposta a questa domanda va divisa in due. Credo che lo smart working prima o poi sarebbe stato uno strumento che avrebbe richiesto il suo spazio. Non credo che nell’arco di una sessione estiva tutto il mercato possa essere affrontato da remoto, però sicuramente prenderà il suo grande spazio. Magari se ci si deve incontrare 5 volte davanti a un caffè per parlare, probabilmente allo stato attuale delle cose ci saranno 3 incontri da remoto con approcci e avvicinamenti e magari un paio per entrare nel vivo della trattativa e per i dettagli della stessa. Sicuramente il ruolo operativo dell’agente sarà molto più importante, proprio perché la funzione di intermediario per un giocatore sarà determinante ancora di più in questa fase. I numeri non cambieranno ma sicuramente ci saranno delle ristrettezze di budget e ci sarà bisogno di intermediari capaci di cucire le trattative.

Sull’esposizione mediatica non si può fare un ragionamento di ordine generale, dipende da com’è fatto un determinato agente e dalla sua volontà. C’è chi lavora sotto traccia e a chi piace l’esposizione mediatica, il modus operandi resta soggettivo. Ci sono agenti che non sai nominare e non conosci ma sono centrali nelle trattative, alcuni invece sono esposti. Anche questo rimarrà uguale, alcuni saranno sempre sui giornali e altri lavoreranno sotto traccia. Come dicevo prima il ruolo prenderà ancora più piede, perchè ci sarà bisogno di persone capaci”.

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