Avevamo conosciuto il Bodo Glimt già a settembre, quando aveva affrontato il Milan in Europa League, ma oggi i norvegesi sono diventati campioni nazionali per la prima volta nella loro storia. Un risultato molto importante, per una squadra che proviene dal profondo Nord del pianeta.
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Curiosa coincidenza che, nella serata del primo gol in Serie A della sua ex-promessa Hauge, il Bodo Glimt abbia conquistato anche il suo primo campionato norvegese. Un titolo che vale anche un record: si tratta della squadra più “settentrionale” ad aver mai vinto un campionato di calcio a livello mondiale, superando il KA Akureyrar, che fu campione d’Islanda nel 1989.
Ma il Bodo Glimt è molto di più: si tratta di una squadra giovane che ha saputo costruire un progetto sportivo solido ed efficace, arrivando a vincere l’Eliteserien con cinque giornate di anticipo e 18 punti di vantaggio sul Molde (che peraltro è l’unica squadra, oltre al Milan, ad averli battuti in questa stagione).
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Il vento, la pioggia e il Fulmine
Bodo è il capoluogo del Nordland, che a dispetto del nome non è la contea più settentrionale della Norvegia (la palma spetta alla regione di Troms og Finnmark): la città è posta a 68°18′ di longitudine Nord, e prede il nome da una fattoria che, in origine, doveva essere l’unico edificio della zona, chiamata Bodøgård, dove la prima parte del nome significa “scoglio”. E in effetti così doveva apparire, secoli fa, questa piccola penisola che si protende verso l’Oceano, oltre il circolo polare artico, sempre battuta da un forte vento e dalle piogge incessanti.
? – FK Bodø/Glimt (@Glimt) win the 2020 Eliteserien?? to become the northernmost top flight champions ever in the world, beating Iceland's KA Akureyri (1989 ?? champions). #eliteserien #bodøglimt
— Gracenote Live (@GracenoteLive) November 22, 2020
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Dopo aver assistitito a partite come Crotone – Lazio, potrebbe riuscirci difficile pensare a come sia possibile giocare a calcio lassù. È forse a causa di queste frequenti piogge – che hanno l’indubbio merito di aiutare a sciogliere la neve, impedendo che si accumuli e crei disagi alla popolazione – che nel 1916 si è deciso di fondare questo club chiamato Bodo Glimt, vale a dire il Fulmine di Bodo.
E la strada che ha portato i norvegesi a questo incredibile titolo nazionale, per cui la BBC ha scomodato un paragone con quello del Leicester del 2016, è stata abbastanza fulminea: se lasciamo perdere oltre un secolo di relativo anonimato, il Bodo Glimt ha compiuto cent’anni di vita retrocedendo in seconda serie, è stato poi subito promosso e di nuovo nel 2018 rischiò il penultimo posto. Due anni più tardi è campione di Norvegia, dopo aver sfiorato il titolo già nella scorsa stagione.
Il miracolo Bodo Glimt
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Il 2017 è stato l’anno della svolta: in panchina è infatti arrivato Kjetil Knutsen, l’allenatore dalle spiccate caratteristiche offensive che rivoltato l’atteggiamento in campo della squadra. Ma contemporaneamente il Bodo Glimt ingaggiava anche Bjorn Mannsverk, un mental coach che in precedenza aveva pilotato aerei da combattimento in Afghanistan. Gli ingredienti per un film hollywoodiano ci sono tutti, e infatti qualche settimana fa la storia del Fulmine è arrivata anche sulle pagine del New York Times.
Quello di Mannsverk è solo un episodio di una storia più grande e quasi incredibile, per noi gente del popoloso e mite Sud Europa. Giocare nel Bodo Glimt significa vivere in un ambiente insolito, che ti aspetteresti freddissimo, e invece la temperatura spesso non va sotto i -4° invernali (mentre in estate arriva anche a superare i 20°), grazie all’esposizione all’oceano. Qui, da inizio dicembre fino a metà gennaio – fortunatamente, il periodo di sosta tra una stagione e l’altra – il sole non sorge mai, anche se poi recupera tra giugno e luglio. Per raggiungere lo stadio dell’avversario più vicino, il Rosenborg, ci vogliono nove ore e mezza di pullman.
But then again perhaps nothing should come as a surprise at a club as special as Bodø/Glimt (Glimt being Norwegian for flash) where supporters bring novelty sized toothbrushes to matches as a running joke since the 70’s and at time boasted a giant salmon in their stadium. pic.twitter.com/EcJ9eVzryt
— COPA90 (@Copa90) November 21, 2020
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Poi ci sono i pregiudizi, perché la gente del Nordland è tradizionalmente considerata stupida e primitiva, uno stereotipo talmente forte che fino agli anni Settanta ai club della regione non era permesso giocare nel massimo campionato norvegese. Un fatto da non sottovalutare, quando si pensa che questo è il primo scudetto vinto dal Bodo Glimt: lo sviluppo del calcio, in questa zona della Norvegia, è sempre stato fortemente osteggiato, e il successo del Fulmine è un momento di riscatto per l’intera regione.
Ora le cose stanno cambiando: la conquista del titolo nazionale da parte del Bodo Glimt, che ha spezzato il dominio dei colossi Rosenborg e Molde, è solo un primo passo. Il secondo potrebbe arrivare già tra poche settimane, poiché in seconda divisione è in testa il Tromso, club proveniente da ancora più a nord dei ragazzi di Bodo.