Billy Gilmour ha giocato veramente poco in stagione, ma in Scozia si pensa potrebbe essere un giocatore chiave negli Europei e per i futuri successi della Tartan Army
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19 anni, 39 minuti in Nazionale e 1.204 minuti nel calcio professionistico coi club: Billy Gilmour ha un curriculum da matricola, eppure le sue quotazioni stanno crescendo moltissimo, al punto che il ct scozzese Steve Clarke sta ponderando se schierarlo da titolare durante gli Europei.
E un endorsement non da poco è arrivato nelle ultime ore da parte di Charlie Adam, ex della Nazionale, del Liverpool e dello Stoke City, oggi al Dundee: “È uno dei giocatori tecnicamente più forti che abbiamo avuto da lungo tempo. La gente dice che è inesperto, ma la stessa cosa si diceva di Phil Foden”.
Billy Gilmour, tra Chelsea ed Europei
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Classe 2001, centrocampista centrale, Billy Gilmour è cresciuto nei ragazzi dei Rangers, ma nel 2017 rifiutò un contratto da professionista con il club di Glasgow per passare il confine ed entrare nel settore giovanile del Chelsea. Lì, ha iniziato presto a far parlare di sé, e due anni dopo Frank Lampard lo ha fatto esordire in prima squadra.
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Nelle ultime due stagioni ai Blues ha messo assieme 22 presenze, di cui 2 in Champions League, ma dall’arrivo in panchina di Thomas Tuchel ha trovato pochissimo spazio, giocando appena 8 partite nel 2021. Ma non bisogna pensare che il tecnico tedesco lo abbia scaricato: lo scorso 8 maggio, per dire, lo ha tenuto in campo 90 minuti nella vittoria in Premier League in casa del Manchester City, durante la quale Gilmour ha fatto il regista accanto a Kanté, fornendo un’ottima prestazione.
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A Steve Clarke è bastato per convincersi a inserirlo nei convocati, facendolo esordire nella Scozia il 2 giugno contro l’Olanda, giocando i 9 minuti finali. Ma già quattro giorni dopo contro il Lussemburgo ha giocato mezzora, dando una scossa a una spenta Tartan Army (il match è finito con un poco convincente 1-0 per i britannici). “Nel poco tempo che ha avuto – ha continuato Adam – ha fatto più di tutti i suoi compagni nell’ora precedente”.
Scozia, un centrocampo da ricostruire
Non c’è dubbio che la Nazionale di Clarke, all’esordio il 14 giugno a Glasgow contro la Repubblica Ceca, abbia qualche problema di rosa. La linea mediana a cinque dovrebbe essere il punto di forza della squadra, con due esterni come Tierney e Robertson e i mediani McGinn e McTominay; ciò che manca, però, è un regista che sappia tirare le fila di un centrocampo così folto.
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La Scozia, in quel settore del campo, ha perso un po’ di pezzi strada facendo: fuori per infortunio Ryan Jack e Kenny McLean, mancherà anche John Fleck causa Covid, e il ballottaggio dovrebbe essere tra Stuart Armstrong, David Turnbull e Callum McGregor. I primi due sono portati però a giocare più avanti, quasi da trequartisti, e finora la squadra ha faticato a trovare gli equilibri (come dimostrano i recenti pareggi nelle qualificazioni mondiali con Austria e Israele).
Billy Gilmour sembra essere l’unico elemento della rosa scozzese in grado di avere le caratteristiche necessarie a imprimere una svolta al gioco della Nazionale: regista di indubbie qualità, preciso nei passaggi e dalla visione di gioco sopra la media, oltre che molto efficace nei dribbling, è un talento in rampa di lancio che potrebbe trovare nell’Europeo la sua grande vetrina internazionale.
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Anche perché la Scozia, al di là dell’euforia per il ritorno in una grande competizione (mancava dal 1998), ha uno spasmodico bisogno di una giovane promessa a cui aggrapparsi per il futuro, complice anche il gioco poco esaltante degli uomini di Clarke. E se il torneo dovesse andare bene, Gilmour potrebbe riuscire a spuntare un prestito soddisfacente per fare esperienza, per poter poi tornare al Chelsea come fece Mason Mount dopo il suo anno al Derby County.
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