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Milan, il nome per il futuro dell’attacco dei rossoneri

CalciomercatoMilan, il nome per il futuro dell'attacco dei rossoneri

Tsadjout è il nome nuovo di questi ultimi giorni. Ma quali sono le caratteristiche dell’attaccante che può rappresentare il futuro?

Tsadjout. Questo sembra essere uno dei nomi da segnare sul taccuino e da tenere d’occhio per il futuro. Si sta parlando di un attaccante di proprietà del Milan e che, in questa sessione di mercato invernale, è passato in prestito all’Ascoli. Un modo per farsi le ossa, per crescere, per maturare e per mettere in mostra le sue qualità, che hanno già attirato attenzioni su attenzioni. Ma qual è la sua storia? Giusto raccontare alcuni aneddoti, che rendono il suo profilo tutto da scoprire.

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Tsadjout, sarà lui il futuro del Milan? Le sue caratteristiche

Classe 1999, in molti in passato l’avevano già paragonato a Patrick Cutrone, ma l’italo-camerunese ha caratteristiche ben diverse. La punta si è messa in mostra negli scorsi anni con la Primavera dei rossoneri, dover ha colpito in primis per la sua duttilità. Infatti può agire come prima punta, ma anche come ala e a supporto di un centravanti. Nella sua carriera però ha addirittura giocato anche a centrocampo. Insomma, il buon Frank è una sorta di vero e proprio jolly che qualsiasi tecnico vorrebbe con sé.

Un paragone? Difficile sempre azzardare un qualcosa del genere, ma si può dire che per movenze e per stazza fisica, visti i suoi 190 centimetri, ricorda un po’ Mario Balotelli. Tsadjout è bravo nel proteggere palla, nel far salire la squadra, nel giocare di sponda, nel fare presenza in area di rigore, e rispetto allo stesso SuperMario, ha un’attitudine e una disponibilità maggiore al gioco di squadra, mettendosi al servizio dell’allenatore. E, a proposito di allenatori, a puntare su di lui è stato in primis Gattuso, che l’ha allenato in Primavera e che, in situazioni di emergenza, l’ha persino portato in prima squadra.

E chissà che l’Ascoli per lui non sia la piazza giusta per esplodere definitivamente. A 22 anni i tempi sono maturi e a saperlo bene è lui stesso, che durante la presentazione, ha dimostrato di aver capito di sentire responsabilità e fiducia. Il modo giusto per partire alla grande e caricarsi un peso importante sulle spalle. Per il resto sarà il campo a parlare a darci le prime risposte, da giudice inopinabile qual è sempre stato.

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