sabato, Aprile 27, 2024

Caos Triestina: cosa succede agli alabardati tra crisi e comunicazione

NotizieCaos Triestina: cosa succede agli alabardati tra crisi e comunicazione

La Triestina, storico club italiano ora in Serie C, sta vivendo una profonda crisi societaria, aggravata da una comunicazione che sta sollevando varie critiche.

La situazione è più grave di quanto la classifica non dica. E, nonostante ciò, la classifica è pessima: la Triestina si trova ultima nel Girone A di Serie C, con soli 15 punti in 21 partite. Ma a tenere banco negli ultimi giorni è il caos societario e comunicativo, che soprattutto sui social ha sollevato molte polemiche e perplessità.

Il club ha problemi economici, e di recente si era parlato di un passo indietro del presidente Simone Giacomini. Nella giornata di giovedì 12 gennaio era prevista una sua conferenza stampa, che però è stata annullata il giorno prima a causa di “minacce esplicite, violente e pericolose” ricevute da Giacomini stesso e altri precedenti. Era stato quindi previsto un comunicato pubblico per giovedì sera, ma anche questo era stato rinviato.

Giacomini era arrivato lo scorso giugno, rilevando l’80% delle quote tramite la sua Atlas Consulting e Stardust, scongiurando il fallimento del club. In precedenza, la Triestina era di proprietà dell’imprenditore italo-australiano Mario Vittorio Biasin, proprietario anche del Melbourne Victory, che aveva rifondato il club nell’aprile 2016, due mesi dopo il secondo fallimento della storia alabardata. A novembre, Giacomini aveva acquistato anche il restante 20% della società.

Crisi Triestina: cosa sta succedendo

Solo venerdì il patron della Triestina ha chiarito la situazione. Entro il 31 gennaio la Triestina cambierà proprietario, ma Giacomini resterà in carica come presidente e mantenendo una “quota importante” del club. Inoltre, in società entreranno due nuovi soggetti, Piergiorgio Crosti e Antonio Scaramozzino, entrambi uomini di fiducia del presidente.

Ma nel caos di questi giorni in molti non hanno mancato di criticare lo stile comunicativo scelto dal club alabardato. Mercoledì 11 gennaio, a parlare pubblicamente del crisi della Triestina era stato su Twitter Paolo Condò, noto giornalista sportivo triestino che lavora per La Repubblica e Sky Sport. Condò aveva definito la situazione “un disastro sportivo senza precedenti“, chiedendo al sindaco Roberto Dipiazza e agli imprenditori locali di intervenire per salvare il club.

Ma le parole del giornalista e tifoso sono state tutt’altro che bene accolte dalla Triestina, che sul proprio profilo Instagram ufficiale ha ripreso il suo thread nelle storie, accusando Condò di essere in cerca di like. Questa reazione, unita ad altre degli ultimi giorni, ha fatto molto discutere i tifosi alabardati sui social, che hanno rivolto grosse critiche al responsabile comunicazione del club. Si tratta di Gabriele Parpiglia, giornalista e tra gli autori del Grande Fratello, che già lo scorso dicembre aveva ricevuto critiche per aver minacciato di querela la pagina satirica ‘The GUO – Gruppo Unione Offiziàl’ per un posto sulla Triestina.

A rendere tutto ancora più grottesco, un tweet piuttosto “forte” del profilo US Triestina Calcio, che si definisce “la voce storica” del club: “I gestori di questo account vogliono precisare di non essere associati con gli incompetenti e irrispettosi proprietari della società, e di essere esterrefatti dal loro approccio amatoriale e fanciullesco alla comunicazione” diceva, difendendo Condò. Questo, ad ogni modo, non sarebbe il profilo ufficiale del club, che pare essere invece USTriestinaCalcio1918, che però ha solo 409 follower e non twitta da luglio.

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