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Il neo presidente dell’Associazione Italiana Arbitri, Antonio Zappi, ha affrontato i temi più caldi legati al futuro della categoria in un’intervista rilasciata a Radio Anch’io Sport. Tra le questioni trattate, il Var a chiamata, la trasparenza nelle decisioni arbitrali e il ruolo fondamentale degli arbitri sul terreno di gioco.

Zappi si è dichiarato favorevole all’introduzione del Var a chiamata, un sistema che consentirebbe a capitani o allenatori di richiedere una “on field review”. “Premesso che sarà l’Ifab a decidere tempi e modi, credo che il Var a chiamata possa affermare un criterio di giustizia sostanziale. A me piacerebbe un sistema nel quale chi esce dal terreno di gioco abbia la certezza che la decisione assunta sia quella giusta”, ha spiegato il presidente. Questo approccio mira a migliorare ulteriormente la percezione di equità e trasparenza nel calcio, anche se l’implementazione pratica resta ancora da definire.

Zappi ha ribadito la piena fiducia nei confronti di Gianluca Rocchi, responsabile della CAN, definendolo un elemento fondamentale per il rinnovamento della categoria. “La qualità di Rocchi non ha bisogno di essere messa in discussione. Ha un contratto biennale e proseguirà il suo lavoro, con grande attenzione anche al ricambio generazionale”, ha affermato. Rocchi, secondo Zappi, rappresenta un punto fermo per la crescita e l’evoluzione del settore arbitrale.

Daniele Orsato: un ritorno che fa bene al sistema

Riferendosi a Daniele Orsato, recentemente ritiratosi dal campo, Zappi ha sottolineato l’importanza della sua figura per il movimento arbitrale italiano. “È stato un arbitro importante, del quale abbiamo bisogno. Ha già dato la sua disponibilità, e a breve ci metteremo a tavolino per valutare il suo contributo futuro”. Un segnale chiaro che l’AIA punta a valorizzare le competenze di chi ha lasciato il segno nel mondo arbitrale.

Trasparenza e ispirazione dal rugby

Tra i punti chiave dell’intervista, Zappi ha parlato dell’importanza di aumentare la trasparenza nelle decisioni arbitrali. Ha citato il rugby come modello da seguire, dove gli arbitri spiegano in diretta le decisioni assunte, evitando interpretazioni errate o malintesi. “Mi piacerebbe che il calcio seguisse l’esempio del rugby, con la possibilità per gli arbitri di spiegare a tutti le loro scelte. Questo eliminerebbe qualsiasi retropensiero”, ha detto Zappi. L’obiettivo è chiaro: rendere il calcio più comprensibile e meno soggetto a polemiche.

Un altro punto importante riguarda il ruolo dell’arbitro, che per Zappi non deve essere relegato a semplice esecutore di ordini provenienti dalla sala Var. “La sensibilità che si ha sul terreno di gioco è fondamentale per assumere la decisione migliore”, ha sottolineato. Questo approccio punta a preservare l’autonomia decisionale dell’arbitro, considerato una figura centrale e insostituibile nel contesto calcistico.

Uno dei temi più discussi riguarda la possibilità di intervistare i direttori di gara subito dopo le partite. Su questo, Zappi ha espresso riserve significative: “Chi si occupa di comunicazione sa benissimo che, in un contesto di stress, una parola espressa male davanti a milioni di persone può creare confusione e essere fuorviante”. Per ovviare a questa difficoltà, il presidente propone di istituire un canale tematico dedicato alle spiegazioni arbitrali, garantendo chiarezza ma con i giusti tempi e modi.

Ex calciatori in sala Var? Non è la soluzione

A chi suggerisce di includere ex calciatori nella sala Var, Zappi risponde in modo deciso: “Includerli direttamente sarebbe eccessivo”. L’idea di portare esperienze diverse nel mondo arbitrale è valida, ma secondo il presidente ciò non significa stravolgere l’attuale sistema.

Con queste dichiarazioni, Antonio Zappi traccia una linea chiara: il calcio deve evolversi, ma senza perdere di vista i principi fondamentali che lo rendono unico. Tra trasparenza, giustizia e rispetto per il ruolo dell’arbitro, il presidente dell’AIA punta a costruire un sistema che sia all’altezza delle sfide moderne, mantenendo saldo il legame con la tradizione. Un equilibrio delicato ma necessario, per garantire un futuro migliore al mondo arbitrale.