Il possibile ritorno di Lorenzo Insigne in Serie A ha riaperto una riflessione su quanto l’ex capitano del Napoli possa ancora incidere nel nostro campionato. Tra i principali sostenitori della sua candidatura ci sarebbe Maurizio Sarri, che da mesi ne sta seguendo la situazione e che, secondo le ricostruzioni, avrebbe più volte sollecitato la società a valutare l’operazione. Il legame tra i due è noto, ma il motivo per cui l’allenatore ritiene Insigne ancora decisivo va oltre la semplice stima personale. La sua visione calcistica, il modo di interpretare gli esterni offensivi e la conoscenza profonda del giocatore sono elementi centrali per capire perché l’arrivo dell’ex Napoli potrebbe diventare un tassello importante nel progetto tecnico biancoceleste.
Un profilo perfetto per il sistema Sarri
La prima ragione che spiega l’interesse dell’allenatore è la compatibilità tattica. Nel sistema di Sarri gli esterni offensivi devono saper combinare ampiezza, tecnica in spazi stretti e letture veloci della giocata. Insigne, nei suoi anni migliori, ha rappresentato esattamente questo tipo di interprete: un calciatore in grado di dare imprevedibilità al possesso, creare densità nella zona sinistra, dialogare con il centravanti e presentarsi al tiro partendo da fuori.
È un ruolo che conosce alla perfezione, maturato proprio con Sarri in uno dei periodi più produttivi della sua carriera. L’attuale Lazio, che alterna momenti di fluidità a fasi di manovra più lenta, potrebbe beneficiare di un profilo con queste caratteristiche, soprattutto per dare qualità nelle partite in cui serve un cambio di ritmo.
Esperienza, gestione dei momenti e leadership tecnica
Un altro aspetto che Sarri considera fondamentale riguarda la capacità di Insigne di leggere i momenti della gara. Non si tratta solo di abilità tecniche, ma della sensibilità con cui riesce a capire quando rallentare, quando puntare l’uomo e quando cercare la giocata corta. È un tipo di leadership che non richiede necessariamente la fascia, ma che si manifesta attraverso decisioni che rendono più fluido il gioco della squadra.
Questa dimensione è particolarmente utile in un gruppo con diversi giocatori in crescita, che in alcune partite hanno mostrato difficoltà nel gestire i momenti più complessi. A questo si aggiunge la familiarità con il calcio di Sarri: forme di pressing, posizionamento senza palla, distanze, sincronismi. Insigne conosce questi meccanismi e potrebbe inserirsi senza tempi di adattamento.
Perché l’operazione è considerata sostenibile
La terza componente riguarda lo stato fisico e mentale del giocatore. Insigne ha ammesso che l’esperienza a Toronto non ha portato ai risultati calcistici sperati, ma ha anche confermato di sentirsi bene fisicamente. Questo è un punto che Sarri valuta attentamente, perché l’esterno deve poter sostenere frequenza di corsa e intensità nei duelli.
L’ingaggio ipotizzato, attorno agli 1,2 milioni di euro, rappresenta inoltre un’operazione sostenibile per un giocatore che porterebbe qualità immediata senza pesare troppo sul bilancio. La motivazione personale gioca un ruolo decisivo: la possibilità di tornare a lavorare con un allenatore che conosce, in un contesto competitivo e con obiettivi chiari, è un elemento che aumenta le probabilità di rivedere Insigne ai livelli che hanno segnato la sua esperienza a Napoli.



