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Da dove è uscito Rafael Leão

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Rafael Leão, l’uomo del gol da record contro il Sassuolo, è uno dei talenti più affascinanti non solo del Milan, ma dell’intero panorama europeo. Scopriamo qual è stata la sua storia prima di approdare in Serie A.

Il gol più veloce della storia della Serie A fa sicuramente scalpore, e riaccende i riflettori su Rafael Leão, uno degli attaccanti più talentuosi ma anche più criticati del campionato. Dotato di grandi mezzi tecnici e atletici, l’attaccante portoghese del Milan è una delle principali speranze dei rossoneri, ma finora ha spesso dimostrato mancanza di continuità.

È ancora giovane (classe 1999) e i margini di miglioramento sono molto ampi, soprattutto avendo la possibilità di imparare da Ibrahimovic. Il Milan lo ha acquistato nell’estate del 2019 dal Lille, pagandolo la bellezza di 23 milioni, e facendo chiedere a molti tifosi chi fosse questo ragazzo portoghese semisconosciuto ma già così costoso.

Il baby-fenomeno dello Sporting

La carriera di Leão è sorprendente e fulminante. Nato ad Almada, vicino Setubal, da genitori di origine angolana, a 9 anni era già una delle promesse dello Sporting Lisbona, uno dei migliori settori giovanili del Portogallo (quello che ha prodotto Cristiano Ronaldo, per intenderci). Lunghe leve, grande esplosività, tecnica di prim’ordine e fiuto del gol: Leão è un talento talmente cristallino che brucia le tappe, nemmeno maggiorenne è già titolare nella seconda squadra dello Sporting, dove nella stagione 2017-18 realizza 6 gol e 1 assist in 11 partite.

 

A ottobre, Jorge Jesus decide di farlo esordire in prima squadra in un match di Coppa del Portogallo, mentre la prima partita in campionato arriva pochi mesi dopo. Le doti sono evidenti, e a livello giovanile, sia con lo Sporting che con la Nazionale, Leão è talmente superiore in ogni aspetto a compagni e avversari che non può non sembrare un prodigio. Ma proprio questa superiorità ha un effetto collaterale: lo fa crescere con la convinzione di poter riuscire in tutto con il minimo sforzo.

È un talento indolente e facile alla distrazione; le sue caratteristiche da centravanti totale e completo sotto ogni punto di vista lo spingono al gioco solista. Jesus se ne accorge, e cerca di rimetterlo in riga centellinandolo: 4 partite appena, tra campionato ed Europa League, condite da un gol e un assist. Ma il suo nome circola, e agli allenamenti dello Sporting non mancano mai gli osservatori del Manchester City, del Borussia Dortmund e del Barcellona.

La consacrazione di Leão in Francia

Lo Sporting, però, è una polveriera: le cose vanno male, Jesus lascia, la squadra è molto contestata, e in estate un gruppo di tifosi mascherati fa irruzione nel centro di allenamento per aggredire i giocatori. In mezzo alla polemica, Jorge Mendes coglie la palla al balzo e porta i suoi assistiti (alcuni dei giocatori migliori del club, come Rui Patricio e William Carvalho) a rompere con la società e trasferirsi all’estero. Per Rafael Leão, Mendes individua una squadra su misura, il giovane e ambizioso Lille, dove il portoghese si trasferisce a titolo gratuito.

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Fonte Immagine: @iamrafaelleao93 (Instagram)

L’ambiente perfetto per esprimersi, perché il Lille sa come valorizzare i talenti, specialmente quelli in attacco. In panchina siede Christophe Galtier, l’uomo che ha lanciato Nicholas Pépé e, soprattutto, Pierre-Emerick Aubameyang, uno dei giocatori a cui Leão viene maggiormente equiparato. Inoltre, il direttore sportivo è Luis Campos, amico di Mendes e noto scopritore di talenti, tra cui Mbappé: è proprio Campos il primo a paragonare Leão all’asso del Paris Saint-Germain, con una mossa mediatica che ha portato la giovane punta del Lille sulle pagine web di tutto il mondo.

Nella sua unica stagione agli ordini di Galtier, Rafael Leão ha affinato soprattutto le sue capacità tattiche, diventando più giocatore di squadra di quanto non fosse prima: giocando da punta centrale, ha dovuto imparare a integrarsi con un sistema di gioco corale che esalta soprattutto le punte esterne come Osimhen. Nonostante questo, in 24 match ha messo a segno 8 reti e servito 2 assist, a nemmeno 20 anni.

Al Milan, dopo una prima stagione tra alti e bassi (condita da 6 gol e 3 assist in 33 partite), Leão sta iniziando a dimostrare il motivo per cui vale tutti, e anche più, i 23 milioni spesi dai rossoneri per lui. E mentre in tanti si chiedono quale possa essere l’alternativa a Ibrahimovic nella formazione di Pioli, il portoghese sta lavorando per rendere questa domanda sempre meno necessaria.

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