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Perché Moncada ha ragione sulla Francia e i giovani

In Primo PianoPerché Moncada ha ragione sulla Francia e i giovani

Perché Geoffrey Moncada, responsabile dello scouting del Milan, ha ragione quando parla della Francia come mercato più appetibile. 

Hanno fatto discutere, sia in positivo che in negativo, le frasi del capo degli osservatori del club rossonero, soprattutto per quanto riguarda il campionato francese rispetto a quello italiano.Innanzitutto sulla diversa pressione che hanno i giovani da una parte o dall’altra. “In Italia – ha detto Moncada – le partite del campionato Primavera sono trasmesse in diretta, alimentando più pressioni. In Francia il torneo più importante, la Coppa Gambardella, non ha la stessa attenzione mediatica”.

Il dirigente rossonero, intervistato dall’Equipe, ha poi aggiunto: “Non so se i giocatori francesi sono più pronti degli altri, ma in generale non hanno paura. Quando parlo con Mike Maignan, lui non ha nessuna pressione, gioca e basta. In Italia, se un giovane fa un errore, si dice subito che non è pronto e resterà in panchina per un bel po’. In Francia no”. Venendo nello specifico Moncada parla dell’attualità: “Ho visto di recente Strasburgo–Troyes, c’erano dei giovani come Odobert (18 anni), Diarra (19) e Doukouré (19) che erano titolari. Non è una cosa normale”.

Infine, la sentenza: “Io viaggio molto e vedo che il mercato più forte è quello francese. I club hanno la volontà di far emergere i giocatori più che vincere le competizioni giovanili. Un club come l’Angers mette direttamente i suoi giovani migliori in prima squadra. Non potete immaginare il numero di osservatori che vengono in Francia”.

Moncada: le ragioni del capo scout del Milan

Il capo degli osservatori del Milan ha tristemente ragione da questo punto di vista. Più che sulla vicenda del mercato francese migliore di altri sul fatto che in Serie A è molto difficile che emerga un giovane italiano.  Non staremo qui a elencare i motivi, ma è evidente che ci vuole veramente una congiunzione astrale molto favorevole perché si vedano degli under 21 (che poi sono under 23) titolari o in rotazioni nelle squadre di Serie A.

Miretti e Fagioli hanno trovato spazio (e Fagioli ha già 21 anni, pochi ma dal punto di vista di un giovane già quasi al limite) perché la Juventus ha avuto una catena di infortuni impressionante in quel reparto, a centrocampo. Quando rientreranno Pogba e Di Maria cosa succederà? Lo stesso Frattesi, ormai punto fisso del Sassuolo e in orbita-nazionale, ha 23 anni. Giovane, ma anche lì al limite.

La sorpresa migliore della prima metà di stagione è senza dubbio Baldanzi dell’Empoli, un club che da questo punto di vista di lanciare giovani italiani non si è mai tirato indietro. Infatti un altro italiano under 23 con molti minuti giocati (1310) e presenze fin qua in campionato è il terzino Parisi, non a caso uomo-mercato. Però siamo sempre lì: e poi? Si fa veramente fatica andando in giù con l’età a trovare giovani italiani titolari o di rotazione. Colombo del Lecce si sta facendo notare, ma è titolare solo da poche partite e infatti fin qua ha giocato appena 547 minuti, la metà di Tonali, anche lui under 23 ma titolare. Per non parlare di Baldanzi che non arriva a 500 minuti.

A 1000 minuti, giusto per darci un limite, ci arrivano in pochissimi tra gli italiani under 23: Parisi, Tonali e Udogie dell’Udinese. E per i non-italiani aggiungiamoci altri tre giocatori appena: Gonzalez del Lecce, Holm dello Spezia e Perez dell’Udinese. Kvaratskhelia sfiora i 1000 minuti e possiamo calcolarlo.

Moncada e la Ligue 1

Moncada viene da una bella esperienza al Monaco, fabbrica di plusvalenze e che giusto in questa sessione di mercato ha ceduto il difensore centrale Badiashile (21 anni) al Chelsea per 40 milioni. Ma non è un caso isolato quello dello stopper ormai dei Blues. Badiashile era titolare da almeno due stagioni e ha già accumulato coi monegaschi, club dell’alta borghesia della Ligue 1, già 135 presenze.

Con lo stesso filtro applicato per la Serie A, se erano in 6 gli under 23 ad aver giocato almeno mille minuti, in Ligue 1 la cifra si quadruplica quasi. E abbiamo giocatori come David del Lille (nazionale canadese) o Balogun del Reims già a quota 10 gol o più segnati. Con squadre di rango come lo stesso Lille, il Lione o il Marsiglia che non si fanno problemi nel gettare i giovanissimi nella mischia. Il Milan l’ha vissuto sulla sua pelle quanto sia di qualità il mercato francese, e a un costo decisamente ridotto: Kalulu preso a zero, o poco più, dalla primavera del Lione, e Maignan, il portiere strappato al Lille per 15 milioni. Per non parlare di Leao, arrivato dal Lille, stesso club di provenienza di Osimhen, direzione Napoli.

In passato poi il mercato francese ha regalato gemme nascoste come Kanté e Mahrez, pilastri prima del Leicester campione d’Inghilterra e poi del Chelsea e del Manchester City. In epoca recente il Real Madrid si è affidato al baby-Camavinga per rinforzare il suo centrocampo (31 milioni) o a Tchouameni, altro prodotto del Monaco. Il Barcellona in estate è arrivato a Koundé, eccellente difensore passato dal Siviglia ma cresciuto nel Bordeaux. La Francia ha mancato il mondiale per un soffio, ma Kolo Muani, l’attaccante (24 anni) che si è fatto parare dal “Dibu” Martinez il celebre tiro a botta sicura all’ultimo minuto della finale, viene dal Nantes e ora è all’Eintracht Francoforte (preso a zero) dove ha già segnato una decina di gol.

Un minimo comune denominatore di questi giocatori poi è che in questa epoca di spese folli loro invece costano relativamente poco. Forse perché sono poco conosciuti o hanno procuratori meno esigenti? Il Lille nelle ultime 5 stagioni ha creato e “smantellato” una squadra che nel frattempo ha vinto la Ligue 1, nel 2021. L’11 titolare era: Maignan (Milan, 15 milioni); Celik (Roma, 7 milioni) Botman (Newcastle, 35 milioni), Fonte, Reinildo (Atletico Madrid, 4 milioni); Renato Sanches (Psg, 15 milioni), Soumaré (Leicester, 20 milioni); Ikoné (14.2 milioni), Bamba, David; B.Yilmaz.

Molti non hanno ripetuto le stesse prestazioni, ma di sicuro le casse del Lille si sono riempite di 111 milioni per sette giocatori, meno di quello che vale Enzo Fernandez per dire. A conferma che il mercato francese è uno dei migliori d’Europa.

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