Dopo lo stratosferico mondiale del Marocco i giocatori della nazionale sono diventati obiettivi di mercato immediati, ma non tutti hanno cambiato squadra.
Per qualche settimana, dopo il mondiale del Qatar, sembrava che non si potesse fare una squadra senza un giocatore del Marocco. Giusto o sbagliato, la coppa del mondo è sempre un torneo strano per orientarsi, ma i valori di alcuni calciatori erano schizzati per aria. Qualcuno di loro effettivamente ha cambiato squadra, altri sono rimasti in bilico davvero fino all’ultimo, altri non si sono mossi perché blindati dai rispettivi club. Ora che il tormentone però è finito possiamo addentrarci in un bilancio.
Marocco chi ha cambiato squadra
Ounahi era uno dei giocatori più ambiti sul mercato, “il numero 8” come l’aveva chiamato Luis Enrique, in maniera un po’ superficiale, senza conoscerlo dopo la sconfitta della sua Spagna agli ottavi di finale contro il Marocco. Giocava all’Angers, in zona retrocessione nella Ligue 1: questo spiega anche una certa magia del mondiale che trasforma in imprescindibili degli sconosciuti. Era chiaro che non avrebbe potuto rimanere lì dopo il Qatar e anche il Napoli si diceva che fosse interessato alle sue prestazioni. Niente Italia per lui ma sempre Ligue 1, spostandosi un po’ più in giù, all’Olympique Marsiglia. Curiosamente si è preso la stessa maglia del mondiale, la numero 8 dell’OM ed è subito andato a segno, all’esordio. Costo dell’operazione, 8 milioni: nemmeno a farlo apposta, e nemmeno tanti soldi.
OLYMPIQUE MARSEILLE GOAL 22-year-old Moroccan midfielder Azzedine Ounahi plucks the ball out of the air, crosses up the Nantes defense, then does it again, on his way to a sublime goal for the Ligue 1 side. Plus the trivela assist from Jonathan Clauss? 🤌pic.twitter.com/CcbIPBZwRZ
— Men in Blazers (@MenInBlazers) February 2, 2023
Ha cambiato aria anche Boufal, l’esterno offensivo tutto pepe, un po’ con le polveri bagnate ma tecnicamente inattaccabile. Anche lui era all’Angers, ma ha proprio cambiato continente, visto che è finito all’Al-Rayyan, proprio in Qatar. Anche qua costi contenuti, 6 milioni, tutta plusvalenza per l’Angers che l’aveva preso a zero. Cambio maglia anche per Amallah, il numero 15, l’altro medianone: dallo Standard Liegi è finito in Spagna, al Valladolid, dove ha ritrovato il suo compagno di nazionale El-Yamiq (il difensore centrale). Un milioncino appena la spesa del club spagnolo. Sabiri pure dalla Sampdoria è stato acquistato dalla Fiorentina, ma fino a giugno rimarrà in blucerchiato in prestito: 2.5 milioni il costo del cartellino per il fantasista.
Marocco chi è rimasto dov’era
Il caso più clamoroso, per non dire assurdo, è stato quello di Ziyech. Fenomenale trascinatore della sua nazionale al mondiale con le sue sgroppate sulla destra e il suo talento, è stato accostato anche ad alcune squadre italiane, come Roma e soprattutto Milan (questo, da tempo). In realtà il suo stipendio al Chelsea era improponibile per i club nostrani e infatti a un certo punto è stato il Paris Saint-Germain ad avvicinarsi a Ziyech, di fatto convincendolo a trasferirsi in prestito per sei mesi. Il marocchino (nato in Olanda) è andato quindi a Parigi convinto di cambiare maglia, l’ultimo giorno di mercato, ma il Chelsea continuava ad accampare scuse o a mandare addirittura documenti sbagliati, fino a quando il tempo è scaduto e allora l’affare è saltato.
Questo è passato sottotraccia nell’ultimo vorticoso giorno di mercato, ma si è rivelata essere una specie di “mandrakata” dei Blues per impedire a uno dei suoi migliori giocatori di rinforzare una diretta concorrente in Champions League. Così Ziyech è rimasto al Chelsea. Idem per Amrabat, che è restato alla Fiorentina nonostante una corte spietata da parte del Barcellona, arrivato (si dice) a offrire un prestito con diritto di riscatto, mentre i viola avrebbero preferito un acquisto a titolo definitivo, nonché pesante, intorno ai 30 milioni di euro. Rimasti a Siviglia anche En-Nesyri e Bounou, centravanti e portiere di quella squadra dei miracoli, anche perché gli andalusi sono ancora invischiati nella parte bassa della classifica della Liga e in Europa League quindi si è ritenuto di non cederli nemmeno di fronte a grosse offerte.