Chi è Yassine Bounou il portiere del Marocco che ha fermato la Spagna

Chi è Yassine Bounou il portiere del Marocco che ha fermato la Spagna agli ottavi di finale del Mondiale parando due rigori alla squadra di Luis Enrique.

L’estemo difensore marocchino è stato il grande protagonista della serata non solo per i calci di rigore, ma anche per un altro paio di interventi risolutivi.

Bounou dove gioca

Si legge “Bono” sul retro della maglia, che è tanto il soprannome come la maniera con cui si pronuncia il cognome Bounou.

Yassine gioca nel Siviglia dove è titolare quasi inamovibile dal 2019, quando arrivò in prestito dall’Atletico Madrid prima di essere acquistato in via definitiva dal club andaluso.

In precedenza era stato girato in prestito ad altre due squadre in Spagna, sempre in prestito: Real Saragozza e Girona, con cui aveva debuttato nella Liga

Il portiere marocchino tuttavia è nato in Canada, a Montreal, nel 1991, quindi non è più giovanissimo. Tutto fu per casualità perché i genitori si trovavano lì.

Dal Quebec si è trasferito a otto anni a Casablanca con la famiglia. E lì ha iniziato a giocare a calcio, ma nel frattempo aveva già assorbito la cultura canadese incluso la maniera di padroneggiare la lingua francese.

In compenso al momento di scegliere la nazionalità sportiva, nessun dubbio: Marocco. Quella di suo padre e di sua madre.

Bounou lo stipendio

Il portiere ha un contratto con il Siviglia fino al 2025 e il suo stipendio si aggira intorno ai 2.7 milioni di euro e ha una clausola di rescissione di 50 milioni. Una cifra che di per sé non significa nulla, ma che significa che comunque non verrebbe via per poco.

Quest’anno al Siviglia ha alternato buone prove ad errori disastrosi, facendo dimenticare quanto di buono aveva fatto nella passata stagione, quando era rimasto imbattuto in ben 24 occasioni su 38 giornate, meritandosi nientemeno che il “Premio Zamora”, che il quotidiano Marca assegna al portiere che colleziona più “clean sheet”. Primo e finora unico giocatore del Siviglia a riuscirci.

Nel precedente campionato diventò celebre anche perché fu uno dei pochissimi portieri nella storia del calcio spagnolo a segnare un gol, e su azione quindi nemmeno su rigore come altri colleghi. Accadde contro Valladolid, il 21 marzo del 2021, quando impattò a tempo scaduto per l’1-1 definitivo.

Uno così, che conosce benissimo la Spagna per averci giocato praticamente da sempre, non poteva che essere colui che avrebbe fermato la corsa delle Furie Rosse al mondiale in Qatar.

Un Mondiale in cui aveva già avuto il suo “momento di celebrità” quando dopo essere comparso durante gli inni nazionale prima di Marocco-Belgio, all’improvviso era scomparso, nel senso che aveva giocato la sua riserva, Mohamedi. Il motivo? Un possibile problema agli occhi.

Alessandro Ruta
Alessandro Ruta
Milanese, classe 1982, vive vicino a Bilbao. Ha scritto una quindicina di libri, non solo di sport. In passato ha lavorato per La Gazzetta dello Sport e Mediaset, oggi collabora con varie testate italiane e spagnole

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