La Juventus ha perso autorità negli ultimi anni: ecco perché questo fattore è fondamentale nelle difficoltà della formazione bianconera
Una vittoria arrivata nei minuti di recupero non può certo essere soddisfacente, considerato l’avversario, il tutt’altro che temibile Bodø/Glimt, squadra norvegese quasi senza pretese. In Champions League la squadra si è rilanciata, al momento è nella fascia delle formazioni che partecipano ai play off (o spareggi se preferite) per volare agli ottavi.
Un successo conquistato con la seconda rete bianconera di Jonathan David dopo il gol all’esordio lo scorso agosto. Vittoria per 3-2 che porta la firma anche di Openda, alla prima marcatura con la Juve. E così, dopo tre pareggi consecutivi, Spalletti ha conquistato la seconda vittoria della sua gestione. Il tecnico di Certaldo è ancora imbattuto ma di certo il cambio di passo che si aspettavano alla Continassa non è arrivato dopo l’esonero di Igor Tudor.
Spalletti come Tudor: difesa a 3 ed Yildiz indispensabile
Al momento, anche per non stravolgere tutti i piani, Spalletti non ha cambiato modulo. E così, nonostante sia un fervido sostenitore della difesa a quattro, ha proseguito sul solco dell’allenatore croato, pur apportando qualche modifica. Koopmeiners braccetto di sinistra è una novità assoluta, così come il rispolverare Kostic che pure sta rendendo come nessuno ci si aspettava.
C’è stato però bisogno di Kenan Yildiz per risolvere la pratica norvegese. Il talento turco, apparso appannato nelle ultime uscite, è tornato nuovamente ad essere decisivo con l’assist del definitivo 3-2. Il classe 2005 è forse l’unico calciatore della Juve che spicca nella rosa per talento e qualità, doti che dovrebbero essere presenti in dose massiccia in casa bianconera.
Juve, manca autorità: l’aspetto della squadra degli scudetti in serie
Ed invece forse questa squadra è tra le più povere tecnicamente ed evidenzia limiti palesi in un aspetto fondamentale che si ripercuote anche sui risultati in campo. Ci riferiamo all’autorità che emanava la formazione sul terreno di gioco, all’incutere timone negli avversari che di fatto perdevano la gara ancor prima di iniziarla.
Avete presente la squadra dei nove scudetti consecutivi? Una rosa all’altezza, fortissima dal punto di vista tecnico costruita e plasmata anno dopo anno ma anche e soprattutto calciatori di personalità. Da Buffon a Chiellini, da Pirlo a Vidal, da Pogba a Rabiot fino a Tevez, Higuain ed ovviamente Cristiano Ronaldo.
Juve, da squadra imbattibile a fragile: gli avversari ne approfittano
Nel 2019/2020 l’ultimo titolo della Juve: in quella squadra militavano il portoghese, Dybala ed il Pipita in attacco, Bonucci guidava la difesa con Chiellini – al tramonto della carriera, come Buffon riserva di Szczesny – mentre in mediana guidava le operazioni Pjanic con Matuidi e Rabiot o Bentancur ai lati ed in panchina profili come Khedira ed Emre Can.
Calciatori di profilo assoluto a formare una squadra considerata imbattibile: un’aura di forza che quasi scoraggiava gli avversari. Oggi, invece, la Juventus che scende in campo non appare imbattibile, anzi: fragile e con diversi punti deboli, induce gli avversari ad affrontarla a viso aperto, riuscendo spesso a conquistare risultato. Un aspetto di non poco conto che non fa altro che aumentare la difficoltà di una Juve non eccellente tecnicamente.



