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Juve, cosa c’è nella ‘carta segreta’ che può invalidare il processo

In Primo PianoJuve, cosa c'è nella 'carta segreta' che può invalidare il processo

Processo Juventus con un nuovo colpo di scena: spunta una “carta segreta” che potrebbe invalidare tutto: di cosa si tratta e perché se ne parla?

La battaglia legale della Juventus continua, e in attesa di leggere le motivazioni del giudice sul processo che ha portato ai 15 punti di penalizzazione, ecco un nuovo elemento a favore dei bianconeri. Sulla prima pagina di oggi di Tuttosport spunta la “carta segreta” che cambierebbe tutto. No, non quella di Cristiano Ronaldo, ma quella che il procuratore Giuseppe Chiné avrebbe inviato alla Covisoc, e che conterrebbe elementi decisivi in grado di portare addirittura a invalidare l’intero processo.

Cosa c’è nella carta segreta del processo Juventus

Si tratta della “nota 10940”, cioè una carta che il procuratore Chiné (cioè l’accusatore della juventus nel processo sportivo) ha inviato il 14 aprile 2021 alla Covisoc (la Commissione di Vigilanza sulle Società di Calcio Professionistiche). Secondo il quotidiano torinese, questo documento sarebbe ritenuto estremamente importante dalla difesa della Juventus, e se rivelato invaliderebbe l’intero processo. Vale a dire: niente più penalizzazione.

Cosa c’è di così importante in quella nota? In realtà, non lo sappiamo. I vari club coinvolti nel processo sportivo avevano fatto richiesta di poterla visionare, ma avevano ricevuto un no dallo stesso Chiné il 14 marzo 2022: il motivo è che la nota in questione “non fa parte della documentazione acquisita nell’ambito del procedimento disciplinare”. Cioè, non è un documento agli atti delle indagini, non è stato usato contro la Juventus e gli altri club dalla Procura né considerato dal giudice.

Infatti, il contenuto della nota in sé non è importante. Ciò che conta, secondo la Juventus, è l’esistenza stessa della nota: i legali bianconeri ritengono che il carteggio tra il procuratore e la Covisoc sia da considerare agli atti del processo, facendo dunque iniziare l’iter in data 14 aprile 2021. Ne consegue che la Procura federale avrebbe avuto, a partire da quella data, 30 giorni per l’iscrizione della notizia nell’apposito registro e 60 giorni per la durata delle indagini.

In poche parole, il riconoscimento della “carta segreta” tra Chiné e la Covisoc come parte delle indagini consentirebbe di retrodatare l’inizio dell’iter processuale, e in questo modo i tempi realmente impiegati dalla Procura per completare le indagini sarebbero stati più lunghi del dovuto. Questo vizio di forma, se accolto, porterebbe a invalidare l’intero processo. Non un giudizio nel merito delle accuse, quindi, ma un cavillo legale sulla procedura adottata. Se questa difesa sia efficace, però, al momento è impossibile dirlo.

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